Non solo ad Auschwitz, Dachau, Mauthausen. Anche a Trieste: nella Risiera di San Sabba. Si racconta che da là, la notte, proveniva, oltre che l'abbaiare di cani, una musica altissima e un odore di carne cotta. I triestini inizialmente pensavano: Ma guarda te, come sono allegri 'sti tedeschi che tutte le notti fanno festa. Non supponevano che dentro le mura di mattoni rossi, il forno crematorio bruciava ebrei, che nelle 17 cellette si consumavano violenze, atrocità, sevizie e che quei rumori festosi sapevano invece di morte. Morirono là dalle tremila alle cinquemila anime. Un numero imprecisato di prigionieri venne caricato su camion diretti ai lager. Ogni volta che visitai un campo di concentramento uscii pensando di quanti orrori la Storia si è macchiata e ogni volta mi chiedevo se la vita di un ebreo valesse più di quella di un curdo o se Hitler fosse davvero più efferrato di Stalin. Comunque, quello che mi colpì visitando la Risiera di San Sabba non fu l'edificio, non furono le celle anguste, non fu neppure la poesia di Ketty Daneo scritta in memoria del fratello
Il fumo saliva lento
Non solo ad Auschwitz, Dachau, Mauthausen. Anche a Trieste: nella Risiera di San Sabba. Si racconta che da là, la notte, proveniva, oltre che l'abbaiare di cani, una musica altissima e un odore di carne cotta. I triestini inizialmente pensavano: Ma guarda te, come sono allegri 'sti tedeschi che tutte le notti fanno festa. Non supponevano che dentro le mura di mattoni rossi, il forno crematorio bruciava ebrei, che nelle 17 cellette si consumavano violenze, atrocità, sevizie e che quei rumori festosi sapevano invece di morte. Morirono là dalle tremila alle cinquemila anime. Un numero imprecisato di prigionieri venne caricato su camion diretti ai lager. Ogni volta che visitai un campo di concentramento uscii pensando di quanti orrori la Storia si è macchiata e ogni volta mi chiedevo se la vita di un ebreo valesse più di quella di un curdo o se Hitler fosse davvero più efferrato di Stalin. Comunque, quello che mi colpì visitando la Risiera di San Sabba non fu l'edificio, non furono le celle anguste, non fu neppure la poesia di Ketty Daneo scritta in memoria del fratello