E' un fenomeno che ha assunto dimensioni capillari, complice anche quella presenza costante e massiccia dei social media nella vita quotidiana.Si chiama revenge porn, una locuzione anglosassone in cui si associa la parola vendetta a quella di pornografia e consiste nel pubblicare foto, selfie,video o scatti privati che mostrano persone , di solito donne, impegnate in attività sessuali o in pose sessualmente esplicite, senza che ne sia stato dato il consenso dal diretto interessato. E già qui viene da chiedersi chi mai darà il consenso a far girare in rete la propria immagine nuda o provocante o sconcia. Una volta che l' immagine, qualsiasi immagine, è in rete anche in forma privata è di dominio pubblico. Incontrollabile e ingestibile. Cosa spinga una donna a farsi filmare o ad autofilmarsi nelle propria sfera privata a me sfugge.
Intimità violata
E' un fenomeno che ha assunto dimensioni capillari, complice anche quella presenza costante e massiccia dei social media nella vita quotidiana.Si chiama revenge porn, una locuzione anglosassone in cui si associa la parola vendetta a quella di pornografia e consiste nel pubblicare foto, selfie,video o scatti privati che mostrano persone , di solito donne, impegnate in attività sessuali o in pose sessualmente esplicite, senza che ne sia stato dato il consenso dal diretto interessato. E già qui viene da chiedersi chi mai darà il consenso a far girare in rete la propria immagine nuda o provocante o sconcia. Una volta che l' immagine, qualsiasi immagine, è in rete anche in forma privata è di dominio pubblico. Incontrollabile e ingestibile. Cosa spinga una donna a farsi filmare o ad autofilmarsi nelle propria sfera privata a me sfugge.