C'est la Vie

E già fa discutere


La prima docu-serie originale tutta italiana è uscita il 30 dicembre in 190 Paesi. E già fa discutere. 25 testimonianze, 180 ore di interviste  non renderebbero veritiero o forse renderebbero di parte il racconto e la ricostruzione di ciò che avveniva all'interno della Comunità fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978. All'epoca San Patrignano passa alle cronache, non solo per  accogliere con umanità e recuperare con non poche difficoltà ragazzi e ragazze fatti e strafatti e che spesso vivono di espedienti, quanto  per i metodi coercitivi e violenti  che Muccioli riserva agli ospiti in astinenza. Tant'è che sarà condannato. E poi assolto. Allora ci si fa di eroina. Il numero di ragazzi e ragazze che si succedono nella tenuta riminese è altissimo.
Si sfornano più di 3.500 pasti al giorno. Il percorso di riabilitazione dura in media 4 anni. A San Patrignano  chi vuol mangiare lavora e nell'ottica della vita di comunità produce per concorrere a pagare le spese della struttura. Lo Stato infatti non aiuta e il costo vitto –alloggio-cure  è gratuito. C’è  però una regola: niente metadone. Cioè si lavora su se stessi. Ci si disintossica con le proprie forze. A San Patrignano nascono  amicizie e anche amori che generano bimbi. Da San Patrignano generalmente si esce. Dueminutiequarantunsecondi  tanto è il tempo che dura il trailer e che si conclude con una domanda che giro a voi: *Per fare del bene  puoi usare qualunque metodo?* A titolo di cronaca, la Comunità,  preoccupata  per gli effetti negativi e destabilizzanti che potrebbero ricadere sull'oneroso lavoro di recupero, reinserimento e prevenzione si dissocia dalla serie Netflix.