C'est la Vie

C'è chi li ama e chi li odia


 Per lei essere chiamata cucciola è tenero. Crea una sorta di intimità. Perciò chiama cucciolo anche il suo lui. Si dice che in amore i nomignoli siano sinonimo di affiatamento e di appagamento. Giulia è felice se viene chiamata Giù: accorcia le distanza, dice La pensa così anche Massimo che per gli amici è Max. Vittoria non sopporta di essere chiamata Vichi e Francesco mal patisce chi lo chiama Checco. Giorgio per tutti è Bongo perché suona i bonghi;  Mirko è Red per via dei suoi ex-capelli ; Giorgio è Rally per la sua passione per i motori. Un tempo il soprannome di famiglia era di largo uso e serviva ad identificare le diverse famiglie della zona che portavano lo stesso cognome. Tutti noi qui ci siamo dati un nick che in qualche modo ci piace o ci piaceva.
Qualche mese fa, all'Istituto Galileo Galilei di Roma, un supplente per memorizzare velocemente i tanti alunni decide di scrivere accanto al loro nome e cognome un soprannome cinesino isterico,                 tunisino piccolino,                                    orso Baloo,                                                quello che non studia mai,                                                                          bravo con gli occhiali,                                                                                               chiacchierone polemico. Scoperto, viene accusato di essersi reso colpevole di body shaming. Lui si giustifica spiegando che i nomignoli sono stati utilizzati in tono scherzoso, quasi affettuoso. Pare sia stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti del supplente. I genitori comunque si dividono: chi non ci vede nulla di male in quei nomignoli e  chi invece li trova inaccettabili. Foste stati genitori di cinesino isterico piuttosto che di bravo con gli occhiali avreste trovato esagerato o corretto il  provvedimento? Ma soprattutto in che rapporto siete con i nomignoli e soprannomi? Vi piacciono e li usate fuori dal web?