C'est la Vie

Il caro prezzo della non verità


 Samuele ha 35 anni. È molto legato alla sua famiglia. A mamma e a papà,  tant’è che anni fa, quando papà si ammalò, non ci pensò due volte ad offrirsi come donatore. Le analisi però decretarono la non compatibilità. Samuele ci restò male, ma finì lì: sarà lo zio a salvare papà.  Anche papà e mamma lo adorano e fanno l’impossibile per dargli ogni opportunità. Samuele si innamora, trova lavoro, si sposa e nasce un bimbo con una malattia genetica. Inizia un calvario  fatto di angoscia e speranza, di analisi e ospedali. Scopre che la malattia di cui soffre il figlio è riconducibile solo al suo DNA e che non ha nulla a che fare con la genetica né di mamma né di papà. Samuele intuisce che quel papà e quella mamma che tanto ama non sono i suoi genitori biologici. Perché mi hanno ingannato? per 35 anni, poi?  E perché anche la beffa di sottoporsi a controlli medici? si chiede nelle lunghe notti insonni tra dolore e tormenti. I genitori provano a convincerlo che non si è trattato di mentire ma di omettere la verità, per proteggerlo. Lui non ascolta ragioni, anzi si convince di una falsità che non ammette giustificazioni perché,  dice:
L'avvilimento si trasforma in rabbia.  Una rabbia amara che lo porta a chiudere ogni rapporto con quella che per trentacinque anni  è stata la sua famiglia. Il prezzo da pagare, pur per buona causa, costa caro. Per tutti. Nessuno avrebbe voluto arrivare a tanto. Bugia condannabile o attenuanti di mancata verità? Ma soprattutto è giusto nascondere la verità , qualsiasi essa sia e per quanto cruda e scottante sia, a un figlio o comunque a chi si ama?