Creato da e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/06/2012

C'est la Vie

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Tre quarti di secolo fa

Post n°847 pubblicato il 25 Aprile 2020 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

Chissà come si sentivano gli italiani settantacinque anni fa.
Papà non lo ricorda: era troppo piccolo.
A nonna non lo chiesi mai.
Anche a nonno mi dimenticai di chiederlo.
Per lui l'Italia, in verità, non fu *liberata* il 25 aprile 1945.
Certo è che lui di quegli anni vissuti e combattuti  ne andava fiero.
Io ascoltavo le sue favole di vita affascinata e commossa forse quanto lui mentre parlava di proiettili,
                di deportazioni,
                                      di amicizia,
                                                      di solitudine,
                                                                        di crudeltà fasciste e anche partigiane.

                                         
Diceva che ogni medaglia ha sempre due facce e fu per questo che m'insegno Fischia il vento, ma anche Faccetta Nera.



lui non la cantò mai.

La imparai a scuola e nell'immaginario di bimba pensavo al fiore di montagna cresciuto sulla terra fredda quasi a dare onore e rispetto al partigiano morto per la libertà.





























Col senno di poi aveva ragione nonno: la canzone simbolo della lotta contro il nazifascismo divenne l'inno della Resistenza 20 anni dopo la fine della guerra.

Remixata, talvolta inflazionata, cantata dalle sardine nelle piazze e dai commissari del parlamento europeo è oggi una sorta di inno alla libertà in tutte le sue forme.

O forse un inno alla resistenza.

Già… quella resistenza dell’#iorestoacasa che per molti di noi è diventata dopo due mesi una trappola insopportabile.
Lamentosi come bambini viziati scalpitiamo in nome di una libertà negata e pur consapevoli che molto della nostra vita è cambiato ci vestiamo di egoismi mentre là fuori c’è chi come nonno sta in trincea o come il suo compagno di sventura che ansimava mentre gli amputavano una gamba.



Sicchè oggi all'appuntamento flash mob qualcuno o tanti la intoneranno dai balconi e dalle finestre delle loro comode case


Con la speranza di saperci reinventare non solo come Nazione ma soprattutto come singoli individui …

  … ne abbiamo bisogno un po’ tutti…



                                           Tre quarti di secolo fa i  nostri nonni
 
                                 che non erano ricchi di parole e poveri di umiltà
                                                         ce l'hanno fatta ...

 

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
LORENZO il 27/04/20 alle 08:25 via WEB
MIO NONNO è MORTO COMBATTENDO.NON CE LA FAREMO.TROPPI DEBITI.RINGRAZIAMO I GOVERNI E I POLITICI.ABBIAMO RESISTITO ANCHE TROPPO E ABBIAMO DATO VIA LE NOSTRE FABBRICHE.LA LIBERTà CHE VOGLIAMO NON è QUELLA DEI NONNI.SEI UNA GRANDE E SCRIVI DA DIO.
 
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