Creato da e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/06/2012

C'est la Vie

Il bello, il brutto ... e il così così

 

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A volerci trovare tutto il bello che c'è

Post n°849 pubblicato il 30 Aprile 2020 da e_d_e_l_w_e_i_s_s

Mentre lui, il coronavirus, non guarda in faccia nessuno ricordandoci che non cricco o  povero ma che siamo tutti uguali, noi  ormai consapevoli  che non ci mollerà a breve ci attrezziamo a resistergli.
Più o meno muso duro.
Più o meno altruisti o egoisti.

                                                 

Come collettività abbiamo imparato poco. Forse abbiamo consolidato quello che già sapevamo.

Abbiamo però capito che c'è bisogno di Stato: dall’assistenza sanitaria agli aiuti alle famiglie e alle imprese.

Abbiamo chiaro quanto immenso sia il valore della Sanità Pubblica e di quanto sia irrinunciabile la ricerca medica e scientifica.

Abbiamo ascoltato il silenzio intorno e dentro di noi.
Tastato la paura ma anche la pazienza di stare in fila contingentati e senza protestare.

Abbiamo fatto della nostra casa di volta in volta ufficio, scuola-università, palestra, ristorante, pasticceria, biblioteca.
Abbiamo scoperto quanto importante sia la nostra vita familiare.
E di essere bellissime anche con la tinta fai da te e i capelli fuori taglio.


Abbiamo coltivato hobby che pensavamo di non avere e siamo diventati giardinieri o ortolani da davanzale.

Abbiamo rivalutato  la parola libertà in tutte le sue sfaccettature.




                                              


                                                      #nonandràtuttobene,



però , visto che con questa nuova normalità ci si deve convivere il più serenamente possibile , a volerci trovare tutto il bello che c’è
, che avete imparato in e da questi lunghissimi mesi?




 

 
Rispondi al commento:
nina.monamour
nina.monamour il 01/05/20 alle 12:46 via WEB
Sicuramente da un verso ci ha trovati impreparati e dall'altro costretti a palesarci per quello che realmente siamo. Cambiati i nostri confini, le nostre abitudini in famiglia e col resto del mondo, con gli amici, i colleghi, stiamo prendendo atto di una condizione che non ci appartiene, che non condividiamo ma che per una dura prova siamo costretti ad affrontare, una condizione esistenziale mutata profondamente, caratterizzata da un tempo diverso da riempire a tutti i costi e in tutti i modi che fondamentalmente ci lascia più tempo alla riflessione di sé, di chi siamo noi senza gli altri che sono distanti. La cosa che mi fa stare male in assoluto è il non poter abbracciare i miei figli, i miei adorati nipotini (ma che vedo su Skipe ogni giorno), la mancanza di rapporti interpersonali, e altre cose. Ma fino ad oggi sono andata avanti, nel bene e nel male, tra una lacrimuccia e altro, sicururamente ho "iniziato" ad ascoltarmi di più rispetto a prima e ad apprezzare cose a cui, prima, non davo la giusta importanza. Ti auguro un sereno 1° Maggio Elena.
 
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