Creato da e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/06/2012

C'est la Vie

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Messaggi del 19/02/2020

Intimità violata

Post n°830 pubblicato il 19 Febbraio 2020 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

E' un fenomeno che ha assunto dimensioni capillari, complice anche quella presenza costante e massiccia dei social media nella vita quotidiana.

Si chiama revenge porn,  una locuzione anglosassone in cui si associa la parola vendetta a quella di pornografia e consiste nel pubblicare foto, selfie,video  o scatti privati che mostrano persone , di solito donne, impegnate in attività sessuali o in pose sessualmente esplicite, senza che ne sia stato dato il consenso dal diretto interessato.


E  già qui viene da chiedersi chi mai darà il consenso a far girare in rete la propria immagine nuda o provocante o sconcia.

Una volta che l' immagine, qualsiasi immagine, è in rete anche in forma privata è di dominio pubblico. Incontrollabile e ingestibile.

Cosa spinga una donna a farsi filmare o ad autofilmarsi nelle propria sfera privata a me sfugge.































Le vittime, o comunque coloro che per scelta, per gioco, per piacere hanno  filmato la propria intimità, una volta resa pubblica provano umiliazione e perdita di dignità.
Qualcuna riferisce che l'impatto psicologico è paragonabile a quello di una violenza sessuale e tante volte la cronaca ha riferito di epiloghi drammatici.

Da noi non esiste alcuna legge specifica in materia: si fa riferimento alla normativa sui reati di diffamazione, violazione della privacy e trattamento scorretto dei dati personali.

Oggi da Brescia si torna a parlarne.

I video hot privati di una quarantenne sono finiti in rete.
Lei, vittima di vendetta porno, denuncia allegando contatti.
In  molti avrebbero visualizzato e commentato senza però mai fermarne la diffusione.
Si iscrivono tre persone nel registro degli indagati.
Viene licenziata perché, sostiene il datore di lavoro, rovina l'immagine dell'azienda  ed inoltre arriverebbero in ufficio chiamate da uomini che vorrebbero un appuntamento con la signora.


C'è chi ritiene assurdo che una donna che ha trovato il coraggio di denunciare chi l'ha messa alla berlina, venga licenziata per un presunto danno di immagine.


E voi da che parte state?

Ha ragione il datore di lavoro?

O

la signora è vittima di intimità violata e quindi a lei tutta la solidarietà?


 

 
 
 

 

 

 

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