Infondo mi drogo...

Maschere.


Stavo pensando, e dire che non mi succede spesso… Ok, scherzi a parte. Ripensavo al film The Mask, con Jim Carrey. Ora, sorvoliamo sul fatto che sia un film demenziale e che se mai possiamo trarne una morale questa è al quanto banale, ma nel film tutto comincia quando lui sente parlare in tv uno scrittore che nell’intervista commenta: “Tutti noi indossiamo una maschera, metaforicamente parlando”. Certo, se vogliamo scavare fra le reminiscenze scolastiche, si può anche parlare del Moscarda di Pirandello. Il punto è che mi ha sempre affascinato quanto le cose siano relative, a seconda di come le guardi e del momento in cui le guardi. Noi stessi compresi. Personalmente sono una persona che si adatta facilmente alle situazioni, ma mi entra in automatico definirmi un ruolo spesso e volentieri. Mi spiego. Nonostante non mi risulti una cosa forzata, ogni situazione che si crea nella mia vita, quotidianamente più o meno, mi definisce un ruolo, un ruolo in cui le persone che mi circondano, mi riconoscono. E’ per questo che spesso e volentieri mi è capitato di sentirmi dire “Quasi non ti riconosco…”. Nell’ambito familiare i sorrisi di circostanza e le buone maniere si sprecano, cerco di essere affabile, dolce e gentile. Mi sforzo di apparire interessata e talvolta cerco di farmi coinvolgere, anche se di solito rimane una cosa superficiale.Con gli amici la sera, sono sorridente, scherzosa e parlo molto. Cerco di essere di compagnia anche quando ho delle serate storte e cerco in ogni caso di tenermi lontana dalle discussioni che promettono mettere zizzania. Sul lavoro (o durante il periodo degli studi) cerco di essere seria e precisa, anche se non sempre ci riesco, tendo a comportarmi da persona adulta e responsabile. Certo, tendo comunque a prendere le cose con humor, ma divengo molto più fredda e razionale. Ora, lo so, a tutti succede questo. Ma…Io mi sono persa. Mi sono persa dietro a troppe maschere e a troppi ruoli. Mi sono persa dietro a una vita che, tante volte non sento più mia, non riesco a viverla, se non con distacco. Mi sono scoperta una persona, nuova, che non conosco in realtà. Non riesco davvero ad essere me stessa, anche perché non so me stessa chi sia, persa dietro a troppe paure, a troppe “lasciate e perse”. Ho paura da rischiare perché ho delle carte troppo belle in mano per non giocarle, ma al tempo stesso so che perderò. Non voglio essere fraintesa, lascio bene vedere ciò che sono ma non mi va di lottare per dimostrarlo e non so nemmeno io il perché.