Creato da reporter.veridis il 18/08/2007

GIornalista....

In quanto giornalista cercherò di fare il punto sulle notizie del giorno....tutti i giorni!

 

 

Prezzi, Prodi: allarme ingiustificato

Post n°9 pubblicato il 30 Agosto 2007 da reporter.veridis

ROMA
Non c’è da preoccuparsi per il caro-prezzi dei prodotti alimentari: non porteranno l’inflazione.
Il governo ha tranquillizzato sul rischio rincari e, al termine della riunione del tavolo a Palazzo Chigi tra Prodi e i ministri Padoa-Schioppa, Bersani, De Castro e Santagata, ha spiegato in un comunicato che «non vi è alcuna giustificazione per gli allarmismi registrati in questi giorni sugli aumenti generalizzati dei prezzi». Questo perchè «gli aumenti di alcune specifiche materie prime, infatti, non possono influire in maniera significativa sui prezzi finali al consumo».

Inoltre per alcun prodotti «vi sono sostanziali diminuzioni dei prezzi all’ingrosso che non si sono ancora tradotte in calo dei prezzi al consumo». «Le autorità centrali e locali - hanno rassicurato poi dall’esecutivo - si attiveranno per sorvegliare affinchè non si determinino abusi e perchè vi sia trasparenza dei mercati e della concorrenza».

L’incontro al vertice sui prezzi ha seguito la prima riunione dopo l’estate del Consiglio dei ministri, volta soprattutto a fare il punto sulla Finanziaria. Una riunione, di metodo e concepita per stabilire «un percorso e un calendario» del provvedimento, ha spiegato il ministro degli Affari regionali, Linda Lanzillotta. Percorso che si concluderà il 29 settembre, ’deadlinè finale confermata anche oggi. «Ci siamo dati il 29 settembre come data finale per approvare la Finanziaria» ha affermato uscendo dall’incontro il ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro.

Prima tappa della tabella di marcia fissata dai ministri sarà quella del 10 settembre quando, come ha spiegato il responsabile della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, ci sarà «la presentazione al ministero dell’Economia delle proposte dei ministri». Ipotesi di lavoro che dovranno coincidere con i tagli di circa 11 miliardi che il governo prevede di fare. E proprio sullo spinoso argomento tagli-spese Ferrero è intervenuto: «Sulla spesa sociale serve una discussione politica - ha detto - ho fatto presente che non possiamo semplicemente ereditare la spesa storica del governo Berlusconi». «Il mio ministero, ad esempio - ha aggiunto il ministro fermandosi con i giornalisti - spende 40 milioni di euro in personale, cioè nulla».

Ferrero ha anche anticipato che presenterà una «nota aggiuntiva» a Padoa-Schioppa sulla questione, annuncio che ha messo in allerta l’opposizione. «Ferrero smentisce Padoa-Schioppa - ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani - altro che tregua fiscale. Questa maggioranza dichiarerà ancora una volta guerra alle tasche degli italiani».

 
 
 

Giappone/ Omicidio a caso, complici scelti in Rete

Post n°8 pubblicato il 27 Agosto 2007 da reporter.veridis

Risolto un caso di un omicidio apparentemente inspiegabile, le forze di polizia giapponesi si sono trovate davanti all’incredibile: gli assassini hanno ucciso a caso e senza un preciso movente, dopo essersi messi d’accordo su un sito internet. Questa la motivazione che venerdì sera ha portato alla morte di Rie Isogai, impiegata comunale di 31 anni, il cui cadavere era stato ritrovato massacrato a colpi di martello in una zona boscosa della provincia di Gifu, provincia del giappone centromeridionale Nel tentativo di sviare le indagini, i tre omicidi avevano goffamente inscenato una rapina, derubando la vittima di qualche migliaia di yen (poche decine di euro). Un bottino di così povera entità da non sembrare per nulla convincente agli occhi degli inquirenti, che hanno continuato a battere strade alternative nel tentativo di individuare un movente per un massacro di tale efferatezza.

Fino quando ieri uno dei sospettati ha confessato, rivelando la tragica realtà: Kenji Kawaishi, un 30enne disoccupato senza fissa dimora, avrebbe trovato i due complici per il delitto navigando su internet alla ricerca di “compagni di crimine”. Così i tre, appostatisi in orario serale in una zona periferica della cittadina di Nagoya, hanno aggredito la prima passante, ammanettandola e caricandola su un’auto, per poi abbandonarla sul luogo del ritrovamento. E meno male che i tre colpevoli sono stati arrestati in tempo: sembra infatti che, soddisfatti della loro impresa, i balordi stessero progettando un altro delitto per la prossima settimana, anche questo “a sorpresa”.

Si ripropone così un’altra volta, in un crescendo di drammaticità, un problema di drammatica attualità nella società giapponese, un paese nel quale dopo aver assistito in passato a numerosi casi di giovani riunitisi sul web per organizzare suicidi di massa, inizia anche a delinearsi una preoccupante tendenza ad associarsi da parte di aspiranti assassini, che magari neppure si conoscono. Il timore più grande, infatti, dopo il grande risalto mediatico suscitato dal caso nel paese, è il proliferare di casi simili, in un’effetto emulazione che potrebbe avere conseguenze devastanti. I tre intanto verranno molto probabilmente condannati alla pena capitale

 
 
 

Pd, la Bindi all'attacco: Veltroni è un ipocrita

Post n°7 pubblicato il 24 Agosto 2007 da reporter.veridis

Ci si scrive molto, nel Partito democratico. Walter Veltroni è tornato in pista, e ha fatto subito capire di essere deciso a riprendere in mano le redini di una situazione che rischiava di finire fuori controllo.
Per qualche settimana, dalle vacanze, ha seguito da lontano quel che succedeva. E quel che più lo ha amareggiato è stato il fatto che mentre i suoi antagonisti alle primarie (soprattutto Rosi Bindi e il suo coté prodiano) lo azzannavano quotidianamente dai giornali accusandolo di ogni nefandezza partitocratica, i suoi presunti alleati siano rimasti tutti muti come pesci. Non un Fassino, un D’Alema, un Marini che si facesse intervistare per controbattere e difendere il «loro» candidato. Solo i veltroniani doc, da Goffredo Bettini a Giovanna Melandri, si sono spesi per Walter. Mentre nel frattempo gli altri si impegnavano in una mega-rissa su liste e candidature a cui poi lui avrebbe dovuto dare in bianco il suo timbro.
Sia pur dalle Maldive, Veltroni ha ben capito che piattino gli stavano cucinando in Italia. E ha quindi dato il suo altolà a Ds e Margherita sulle liste per l’Assemblea costituente, spiegando che non le possono inzeppare alle sue spalle di candidati di Fassino o di D’Alema, di Prodi o di Marini, dei governatori regionali o dei vari capataz locali, lasciando a lui - che alla fine della festa hanno voluto come leader - solo le briciole. Non vuole, Veltroni, un partito fatto di tanti feudi che rispondono ciascuno al suo signorotto.
Fassino ieri gli ha subito risposto: «Caro Walter, puoi contare sulla nostra piena condivisione delle tue proposte». Il segretario dei Ds accoglie «molto volentieri» la «rosa di nomi» che Veltroni vuol far inserire nelle liste (altrimenti non le firmo, ha minacciato), e promette: «Mi batterò perché sia accolta». E ne approfitta per mandare un avvertimento, sia a chi pensa che il Pd possa «ridursi al solo incontro tra ds e Margherita» e sia a chi «cavalcando l’onda dell’antipolitica pensa il Pd come negazione di ciò che è esistito fin qui»: gli ultrà prodiani alla Vassallo sono serviti. E anche Rutelli, dopo un colloquio col sindaco, ha fatto sapere di essere in «totale sintonia» con lo spirito «innovativo» di Veltroni

Ieri, con una seconda lettera, Veltroni si è rivolto ai suoi antagonisti. E non ha risparmiato colpi. Si è anche tolto la soddisfazione di assestare una bella rasoiata a Romano Prodi, che al Campidoglio viene visto come il principale ispiratore delle manovre per indebolire l’immagine del suo possibile successore. E così il sindaco di Roma si premura di far sapere: «Per quanto mi riguarda, sono favorevole a procedere diversamente rispetto alle primarie che designarono Prodi come candidato premier, e a dar vita ad un confronto pubblico» con gli altri candidati. Cosa che, appunto, il Professore si guardò bene dal fare.
E ce ne è anche per la Bindi, i cui toni da Masaniello hanno stufato Walter: lo ha fatto imbufalire quella rispostina acida dell’aspirante Obama in gonnella, quando ha dichiarato che la prima domanda che farà a Walter in un possibile confronto sarà: «Come sono andate le vacanze alle Maldive?». «La Bindi non ha tirato fuori un solo tema programmatico, solo aggressioni contro Veltroni», lamentano i supporter del sindaco. Il quale ora invita tutti ad evitare un confronto «demolitorio» che sarebbe «deprimente» e «inaccettabile» per i cittadini. E a non «rinchiuderci subito nello stereotipo della rissa da talk show», creando «un clima grottesco». Insomma, dice alla vecchia democristiana Bindi e forse anche al giovane Enrico Letta, bisogna abbandonare «i vecchi e logori schemi del più deteriore professionismo politico, per i quali ciò che conta è come posizionarsi in vista di futuri organigrammi, come conquistare, magari solo per poche settimane, un supplemento di visibilità da far valere in future spartizioni». Ma se Veltroni conclude invitando i Tafazzi dell’Ulivo: «Non facciamoci del male come al solito», la Bindi non ci pensa neppure. Inviperita, replica velenosa: «Ti servi di insinuazioni nel tentativo di coprire i tuoi silenzi su nodi programmatici e problemi veri». E si erge a paladina del premier: «L’unica risposta che mi dai è quella sul confronto pubblico con tutti i candidati. Era ora! Ma è spiacevole chiamare in causa Prodi, e marcare una differenza di comportamenti che non ha ragione di essere».

 
 
 

Nuova stangata: rendite tassate al 20%

Post n°6 pubblicato il 22 Agosto 2007 da reporter.veridis

Roma - Almeno su un punto, Paolo Ferrero e Tommaso Padoa-Schioppa sono d’accordo: sull’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. E spetta ad Alfiero Grandi, sottosegretario all’Economia ed esponente della Sinistra democratica, celebrare questa sintonia. «L’attuale tassazione sulle rendite finanziarie in Italia è una vera schifezza», commenta il ministro della Solidarietà sociale. «È molto al di sotto della media europea. Non è accettabile che un lavoratore paghi il 30% su quanto guadagna, mentre chi investe paga il 12,50%. La tassazione sulle rendite va innalzata al 20%».
In un’intervista radiofonica a Radio popolare di Milano, il ministro ricorda che l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie «era una decisione già approvata nell’ultima Finanziaria, ma da 8 mesi nel centrosinistra stiamo litigando su questo punto e la decisione non è diventata ancora legge».
In realtà, la normativa che riguarda l’armonizzazione delle aliquote sulle rendite finanziarie è una legge delega che il ministero dell’Economia deve applicare. E, secondo quanto annunciato da Padoa-Schioppa in un’intervista, la misura farà parte della prossima legge finanziaria. Alfiero Grandi, sottosegretario all’Economia, lo conferma all’Ansa. «È un obiettivo per il 2008. E la legge finanziaria è il classico strumento per una simile misura», dice.
Già nel programma dell’Unione si accennava all’ipotesi, portando l’aliquota intermedia al 20%, così da unificare l’attuale tassazione sulle rendite finanziarie (il 12,5%) e quella sui depositi bancari (al 27%). Per soddisfare le richieste della sinistra estrema, il governo inserì nella legge finanziaria in vigore la legge delega; per poi non applicarla, come lamenta Ferrero. «Fra governo e maggioranza - ricostruisce Grandi - non si è riusciti a trovare la quadra della misura». Ma con la prossima finanziaria - sostengono in coro Padoa-Schioppa e Grandi - la misura vedrà la luce

Secondo il ministro della Solidarietà sociale, però, l’innalzamento della tassazione dovrebbe riguardare anche i Bot. «La questione è delicata - osserva - ma portare la tassazione sui Bot al 20% vuol dire comunque stare sotto la media europea che è del 24%-25%. Quindi - spiega il ministro - andremmo a un punto più civile dell’aliquota attuale, ma nello stesso tempo non metteremmo in discussione gli investimenti esteri che mantengono il debito pubblico».
Proprio ieri, però, si è allargato lo spread fra i titoli pubblici italiani e quelli tedeschi: è tornato sopra i 30 punti base. Ed è un brutto segnale per la gestione del debito pubblico nazionale, in quanto vuol dire che i mercati prevedono rischi, al punto da chiedere tassi più alti sui nostri titoli pubblici. Ovviamente, l’allargamento degli spread fra Btp e Bund tedeschi non è stato determinato dalle parole del ministro della Solidarietà sociale; certo, però, un aumento della tassazione sugli interessi maturati sui titoli pubblici non è un segnale positivo per i mercati. Soprattutto in questo periodo.
Ferrero, poi, si scaglia contro la proposta avanzata dalla Confindustria di uno scambio fra incentivi e tasse: eliminazione delle agevolazioni, in cambio di minore pressione fiscale. Il ministro sostiene che «non ci può essere nessuna riduzione generalizzata delle tasse alle imprese, ma si può ragionare».
Le condizioni che pone, però, non sembrerebbero condivise dal sistema delle aziende. Per realizzare lo scambio - dice - sono necessarie «due condizioni: che questa operazione sia a costo zero per lo Stato e che questo intervento favorisca le imprese a rispettare l’ambiente e a combattere la precarietà». Insomma, suggerisce uno scambio: meno tasse in cambio dell’abbandono della Legge Biagi

 
 
 

Maxi aumenti per i libri scolastici

Post n°5 pubblicato il 21 Agosto 2007 da reporter.veridis
 

In alcune classi i testi del primo anno delle medie arrivano a costare 394 euro
Bottino: "C´è il diritto di scegliere". La Cgil: "Una situazione molto grave"
Iscrivere un figlio alla prima media è un investimento. E non solo per il futuro, ma anche nel presente. Stangata in arrivo sui libri di scuola per chi frequenta le medie: il ministero dell´Istruzione ha indicato un tetto di spesa per i testi scolastici di 280 euro per la prima classe, ma quasi la metà delle scuole in Italia (il 44 per cento) lo ha superato, secondo un´inchiesta di Altroconsumo. La maglia nera spetta a Napoli dove la spesa media è di quasi 300 euro e le scuole "troppo care" sono il 65 per cento.
In alcune scuole del capoluogo campano i testi del primo anno di Media arrivano addirittura a costare 394 euro. L´inchiesta di Altroconsumo si basa sull´elenco dei volumi di 355 classi di Napoli, Milano e Roma.
«Provo un certo fastidio nel sentire che si fanno le competizioni per chi si debba aggiudicare la maglia nera per la spesa dei libri di testo», commenta secco il direttore scolastico della Campania, Alberto Bottino. Per Bottino è necessario attendere una comunicazione del ministero e poi, eventualmente, intervenire per «ripristinare le regole». «Il provveditorato può domandare agli istituti scolastici le motivazioni che hanno spinto alla scelta dei libri - continua - ma nel diritto all´insegnamento c´è anche il diritto di scelta dei testi». Più critico Luigi Bifulco, segretario provinciale Cisl-Scuola: «Spesso i libri cambiano solo la copertina da un anno all´altro. È una situazione molto grave, soprattutto per una città in cui sono parecchie le famiglie monoreddito e i precari». Secondo il segretario provinciale dei Verdi, Mario Cacciola, «i dati di Altroconsumo confermano una sensazione già avvertita da chi aveva cominciato a curiosare tra gli scaffali in vista del nuovo anno scolastico». E il presidente provinciale del Sole che ride, Carlo Ceparano, annuncia: «I Verdi sono pronti a raccogliere le segnalazioni e a ricorrere alle vie legali».

 
 
 
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