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Giappone/ Omicidio a caso, complici scelti in Rete


Risolto un caso di un omicidio apparentemente inspiegabile, le forze di polizia giapponesi si sono trovate davanti all’incredibile: gli assassini hanno ucciso a caso e senza un preciso movente, dopo essersi messi d’accordo su un sito internet. Questa la motivazione che venerdì sera ha portato alla morte di Rie Isogai, impiegata comunale di 31 anni, il cui cadavere era stato ritrovato massacrato a colpi di martello in una zona boscosa della provincia di Gifu, provincia del giappone centromeridionale Nel tentativo di sviare le indagini, i tre omicidi avevano goffamente inscenato una rapina, derubando la vittima di qualche migliaia di yen (poche decine di euro). Un bottino di così povera entità da non sembrare per nulla convincente agli occhi degli inquirenti, che hanno continuato a battere strade alternative nel tentativo di individuare un movente per un massacro di tale efferatezza. Fino quando ieri uno dei sospettati ha confessato, rivelando la tragica realtà: Kenji Kawaishi, un 30enne disoccupato senza fissa dimora, avrebbe trovato i due complici per il delitto navigando su internet alla ricerca di “compagni di crimine”. Così i tre, appostatisi in orario serale in una zona periferica della cittadina di Nagoya, hanno aggredito la prima passante, ammanettandola e caricandola su un’auto, per poi abbandonarla sul luogo del ritrovamento. E meno male che i tre colpevoli sono stati arrestati in tempo: sembra infatti che, soddisfatti della loro impresa, i balordi stessero progettando un altro delitto per la prossima settimana, anche questo “a sorpresa”. Si ripropone così un’altra volta, in un crescendo di drammaticità, un problema di drammatica attualità nella società giapponese, un paese nel quale dopo aver assistito in passato a numerosi casi di giovani riunitisi sul web per organizzare suicidi di massa, inizia anche a delinearsi una preoccupante tendenza ad associarsi da parte di aspiranti assassini, che magari neppure si conoscono. Il timore più grande, infatti, dopo il grande risalto mediatico suscitato dal caso nel paese, è il proliferare di casi simili, in un’effetto emulazione che potrebbe avere conseguenze devastanti. I tre intanto verranno molto probabilmente condannati alla pena capitale