EDIZIONI EOLO

BUFERA GIUDIZIARIA SU NAPOLI


La bufera giudiziaria che sta travolgendo la politica non solo partenopea ruota attorno alla figura di Alfredo Romeo, un imprenditore che ha messo in piedi un impero che non si è certo fermato alle mura di Napoli. Alfredo Romeo sembra essere un personaggio che sulle rovine di Tangentopoli è riuscito a costruire la sua fortuna. Fortuna che si è avvalsa di amicizie politiche bipartisan. Arrestato all'epoca di Mani pulite, uscì dal carcere dopo pochi giorni accusando i politici dell'epoca di avergli 'estorto' del denaro. Venne condannato in appello con l'accusa di corruzione a 2 anni e sei mesi. La sentenza però non è mai stata definitiva e nel 2000 è stata prescritta in Cassazione. Ma già negli anni precedenti l'imprenditore era diventato 'snodo fondamentale', ricorda oggi un inquirente, del mercato immobiliare italiano, basti pensare che alla 'Romeo Immobiliare', nel 2007 era stato affidato in gestione un patrimonio che superava i 48 miliardi di euro. Presente in città come Milano, Venezia, Roma, l'ascesa comunque è cominciata da Napoli. Nel 1989 la Romeo Gestioni si aggiudica, per la prima volta in Italia, il censimento e l'amministrazione di un grande patrimonio pubblico, quello del comune di Napoli, un affare da circa 100 miliardi di lire. Incarico prorogato per sette anni. Una credenziale, quella dell'appalto vinto a Napoli, che lo porterà senza troppi inconvenienti alla conquista del mercato italiano. La Romeo, secondo alcuni atti in mano agli inquirenti, avrebbe accolto tra i suoi dipendenti parenti di 'amici influenti' o anche funzionari pubblici in rotta con le loro amministrazioni. E, carte alla mano, sarebbero 30.500 gli alloggi pubblici del capoluogo partenopeo, per un totale di 135.000 inquilini, gestiti direttamente dalla società a cui si aggiunge il recupero delle multe. Il gruppo di Romeo si consolida e si espande: nel 2007 impiega più di 500 persone e controlla un patrimonio di decine e decine miliardi di euro. La società gestisce case a Milano, a Venezia e a Roma. E si occupava anche della manutenzione delle strade della capitale. Anzi se ne occupa finché il sindaco Gianni Alemanno interrompe il rapporto, con una revoca, proprio a novembre con l'arrivo delle prime piogge. Gli uffici dell'assessorato ai lavori pubblici capitolini hanno sottolineato della 'gravi inadempienze'. Ma per quel lavoro la Romeo sembra abbia percepito somme che sfiorano i 45 milioni di euro. Sulla vicenda non ci sono indagini in corso nella capitale ma l'imponenza della cifra la dice lunga sull'importanza che l'imprenditore aveva in quasi tutti i palazzi di potere. Il gruppo Romeo, sembra abbiano accertato ora gli inquirenti, ha una rete di relazioni molto capillare, arrivando anche alla manutenzione del Quirinale, del Senato e del ministero dell'Economia. Contestualmente, a Napoli, è in pole position per l'appalto attraverso un contratto di 'Global service' per la manutenzione delle strade, incluse fognature, illuminazione e verde pubblico così come per l'appalto integrato per le scuole che avrebbe dovuto assegnare a un unico gestore per tre anni i servizi di manutenzione e refezione. Il benessere dell'eclettico fondatore dell'impero è testimoniato dalla sua abitazione, uno delle più belle di Posillipo. Una torre a 4 piani che finisce sulla spiaggia. Dimora per la quale è stato indagato per occupazione di suolo pubblico. E secondo i giudici romani, Romeo avrebbe usato il magistrato napoletano Bruno Schisano per risolvere la faccenda, collezionando così una nuova accusa per abuso d'ufficio. Il processo è stato fissato per il 19 dicembre. Pochi giorni fa, quando già le indiscrezioni sull'inchiesta cominciavano a trapelare, è stato messo in scena l'ultimo sfarzoso impegno dell'avvocato Romeo: l'inaugurazione dell'Hotel Romeo che ha aperto i battenti nel palazzo di via Marina, a Napoli. Lusso e ambiente selezionato per l'uscita di scena, per ora, dell'imprenditore Romeo.Fonte: AnsaAnnalisa Sturiale Comunicato Procura di Napoli