EDIZIONI EOLO

Giornata della memoria: Vescovo negazionista nella bufera


ROMA - I lefebvriani chiedono perdono al Papa per le affermazioni negazioniste di monsignor Richard Williamson ("Camere a gas? Mai esistite"). E più o meno contemporaneamente il vescovo canta vittoria sul suo blog per la revoca della scomunica e tace sulla Shoah. Tutto questo in coincidenza con la Giornata della Memoria, con il ricordo dell'orrore dei lager nazisti accompagnato quest'anno da riflessioni storiche e politiche sulla posizione di Williamson e sulla scelta di Benedetto XVI di annullare la scomunica ai lefebvriani senza far cenno a quella posizione. La lettera dei lefebriani. La Fraternità di San Pio X hanno chiesto pubblicamente perdono per le parole di Williamson con una lettera inviata al Papa. "Domandiamo perdono al Sommo Pontefice e a tutti gli uomini di buona volontà, per le conseguenze drammatiche di tale atto. Benché noi riconosciamo l'inopportunità di queste dichiarazioni, noi non possiamo che costatare con tristezza che esse hanno colpito direttamente la nostra Fraternità discreditandone la missione. Questo non possiamo ammetterlo e dichiariamo che continueremo a predicare la dottrina cattolica e ad amministrare i sacramenti della grazia di Nostro Signore Gesù Cristo", ha scritto monsignor Bernard Fellay, superiore della fraternità San Pio X. "Abbiamo avuto conoscenza - si legge ancora nella nota dei lefebvriani diffusa in serata dalla Sala Stampa della Santa Sede - di un'intervista rilasciata da monsignor Richard Williamson, membro della nostra Fraternità San Pio X, alla televisione svedese. In questa intervista, egli si esprime su questioni storiche, in particolare sulla questione del genocidio degli ebrei da parte dei nazionalsocialisti. E' evidente che un vescovo cattolico non può parlare con autorità ecclesiastica che su questioni che riguardano la fede e la morale. La nostra Fraternità non rivendica alcuna autorità sulle altre questioni. La sua missione è la propagazione e la restaurazione della dottrina cattolica autentica, esposta nei dogmi della fede. E' per questo motivo che siamo conosciuti, accettati e apprezzati nel mondo intero. E' con grande dolore - ha aggiunto Fellay - che costatiamo quanto la trasgressione di questo mandato può far torto alla nostra missione. Le affermazioni di monsignor Williamson non riflettono in nessun caso la posizione della nostra Fraternità. Perciò io gli ho proibito, fino a nuovo ordine, ogni presa di posizione pubblica su questioni politiche o storiche". (...leggi tutto)"La Repubblica" del 27 gennaio 2008