Occhi di Dio

Carceri o case


Mi sorprende il contrasto che spesso noto in te. Se da una parte la cosa quasi riesce a divertirmi, poiché l'assurdo suscita ilarità, dall'altra parte vengo spiazzato e non so davvero che pesci pigliare. Hai dentro di te un grande desiderio di libertà, autonomia, di essere lasciata in pace, di non avere obblighi, questo tuo bisogno ti porta a fuggire da braccia che ritieni troppo strette, situazioni troppo limitanti, impegni ecc. Dall'altra parte esprimi il desiderio di essere dominata, di non poter fuggire, di avere qualcuno che decide per te, sottometterti al volere di qualcuno, qualcuno che ti dia gli ordini, cerchi e ti leghi da sola proprio a queste situazioni e questo lo esprimi in molti momenti e a diversi livelli. Da una parte m'inviti a prendere sempre maggiore controllo e dall'altra soffri perché ti senti limitata. Da una parte mi dai sempre più potere creandomi  i presupposti per farti fuggire, per minare la nostra storia. Curiosa la tua mente che alterna impulsi tanto diversi. Un altalena. Penso che desidereresti di più una prigione senza porta piuttosto che una libertà vigilata. La libertà vigilata non corrisponde al tuo carattere, ti sembra di essere libera ma non lo sei veramente, ovunque ti segue uno sguardo. La prigione senza porta ti da sicurezza ma allo stesso tempo puoi essere libera d'andartene e nessuno te lo impedirebbe. Fuori nessuno t'inseguirebbe. Forse il semplice fatto di potertene andare quando vuoi ti provoca un desiderio irrefrenabile di evadere. Chissà se una volta fuori ti volti per vedere se qualcuno ti segue per riprenderti oppure fuggi senza rimpianti e ti curi di non essere più ritrovata? Devo per forza essere una guardia, un carceriere, un aguzzino? Chiudo la porta a chiave. Forse sono una di quelle guardie che s'innamorano della propria prigioniera e ad un certo punto, dopo che anche lei è innamorata di lui, dopo aver passato del tempo a conoscersi, decide di fare una follia e farla fuggire ma quando è alla porta lei gli dice di seguirla. Così fuggono insieme. Lei prigioniera, lui la guardia, legati ma liberi, complici.Curioso, tutto questo. Guardie, porte, chiavi, prigioni, custodi... un gioco, gioco pericoloso perché in tutto questo manca una cosa, manca una cosa fondamentale: la tua volontà, il tuo cuore che desidera restare, manchi tu per trasformare qualsiasi ambiente da prigione a casa, per trasformare qualsiasi relazione da costrizione in libertà, per mutare la persona che ti sta accanto da carceriere in compagno. Chi, amandoti, potrebbe essere felice di averti accanto se notasse il tuo sguardo malinconico che osserva la porta, chi non si arrenderebbe al fremito che prende il tuo corpo e dice: "lasciami andare"? Chi potrebbe credere alle tue parole: "sono felice qui con te"? Distrattamente lascerebbe la chiave li dove potresti trovarla.