Occhi di Dio

Le nostre G.


Ti ho detto della mia G. per aiutarti e non farti sentire in colpa con me per il tuo G. Volevo dirti che siamo alla pari e che anche nel mio cuore esistono ferite non del tutto rimarginate, ma sono ferite! Si tratta di ferite. Non è amore! E'affetto verso una persona bisognosa che avrei voluto aiutare, che avrei desiderato in qualche modo salvare. A qualunque costo. Salvandola avrei salvato me? E da cosa? Mi stavo  dimenticando di me stesso. Stavo rinunciando alla mia felicità. Lei era una persona infelice che mi avrebbe trascinato nel suo abisso di tristezza, rabbia, dolore, nella sua follia. Ma mi chiedo: ho io diritto di cercare la felicità? Ho il sacrosanto dovere di curarmi di me stesso! "Amerai il prossimo tuo come te stesso!" Posso io amare senza volere anche il mio bene? Così si creano legami di dipendenza, relazioni affettive assimetriche e unilaterali molto pericolose dove rischiamo di schiacciare le persone o restare schiacciati. Viviamo come satelliti. Vivere come satellite dell'altrui vita: "Abbi bisogno di me, ti prego. Dimmi grazie ti prego. Amami per favore." Ma quando ti sei svuotato, quando non hai più forza e niente da dare, quando sei tu ad avere bisogno? Quando diventi improvvisamente una persona che chiede? Quando reclami attenzione e lui/lei ti guarda sorpreso per questa improvvisa ed incomprensibile richiesta? Quando quella persona non ha più bisogno di te? Quando non ti dice più grazie? Quando ti sgancia dalla sua orbita? Quando non dipende più da te? Cosa rimane per noi satelliti se non vagare alla ricerca di un altro pianeta che ci dia senso e dia luce? E se due satelliti si trovassero e iniziassero a danzare uno attorno all'altro? Forse diventerebbero due pianeti con la loro orbita e si attirerebbero guardandosi.