Un mondo migliore

Un Angelo


ELUANA, UN ANNO DOPOBEPPINO, UN ANNO DOPO MIA BATTAGLIA NON E' FINITA -  Eluana un anno dopo "é come un anno fa, come diciotto anni fa: un simbolo pulito della libertà individuale". Lo scrive in una lettera a Repubblica il padre della ragazza, Beppino Englaro che a un anno dalla morte della figlia continua la sua battaglia convinto che "il miglior modo per tutelare la vita in tutte le situazioni sia affidarne le decisioni a chi la vive". Mentre Eluana moriva, ricorda, "c'era un giudicato" della Corte di Cassazione e "una corsa" della politica "che voleva sovvertirlo". Ma dopo un anno, sottolinea "la legge non c'é". Dov'é finita, si chiede Englaro "quella forza d'urto lanciata contro una ragazza che moriva?". La legge "così come viene formulata - secondo Englaro - non tiene e non terrà". Anche perché i cittadini "vogliono essere messi in grado di prendersi le loro responsabilità, non essere trattati come se non fossero responsabili delle loro scelte di coscienza". Sul quotidiano parla anche l'anestesista che ha assistito Eluana nella casa di cura 'La Quiete', Amato De Monte, che racconta come gli sia "cambiata la vita". Due mesi "sotto scorta", con quell'indagine e "quell'accusa" (di omicidio, poi archiviata, ndr) che proprio non gli è "andata giù per aver fatto una cosa che era 'passata in Cassazione'". Nonostante tutto però, conclude, "ero e resto convinto, come medico, che in quella stanza ho assistito a un processo di morte naturale".A PALUZZA MESSA IN RICORDO - Una santa messa è stata officiata questa mattina, nel duomo di Paluzza (Udine), per ricordare Eluana Englaro a un anno esatto dalla morte avvenuta nella casa di riposo 'La Quiete' di Udine. Il rito - voluto espressamente dallo zio di Eluana, Armando Englaro - è stato celebrato da don Tarcisio Puntel, parroco di Paluzza, che aveva anche officiato il rito funebre per Eluana il 9 febbraio 2009. Alla funzione religiosa hanno assistito circa cinquanta fedeli con in testa lo zio e un cugino di Eluana. Il papà Beppino Englaro non ha preso parte al rito. Don Puntel non ha fatto l'omelia. "Non vogliamo altro clamore - ha spiegato - perché spesso le parole vengono travisate. Abbiamo optato per un rito intimistico, come si fa nei giorni feriali. E' anche il nostro carattere". Significativo il passo del Vangelo scelto da don Puntel: 'Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, vi daro' ristoro".