Piccole seghe mentali. ~ Avete presente quando non riuscite a trattene le lacrime, quando vi sentite un groppo in gola e stringete i denti per non lasciar cadere quella piccola goccia sulla vostra guancia? Beh, io sì. E vi assicuro che come sensazione non è affatto bella. Oggi, ho capito che anche se ce la mettiamo tutta per cancellare un ricordo, bello o brutto che sia dalla nostra testolina, quello, con le prime note di una canzone, con un profumo o con un semplice luogo, ritorna nella nostra mente. Già, è proprio così. E i ricordi, a volte, posso essere letali.. Perché portano la nostalgia: la voglia di voler ritornare a quei momenti. Quando mi sento così l’unica cosa da fare è.. È tagliarsi le vene. No, non è vero. Molto meglio prendere l’iPod, alzare il volume al massimo e ascoltare canzoni deprimenti, così penso: ma allora non sono l’unica a sentirmi così! A volte mi sento così anche senza un motivo preciso. Bah, come dicono gli adulti, forse l’adolescenza. In un libro, quando un ragazzo aveva questioni importanti da risolvere, ne parlava con il suo cane. Sì, perché è inutile parlarne con i grandi. O non ti ascoltano o ti dicono “non ci pensare, tanto poi passa.” Se te ne sto parlando forse è proprio perché non passa, no?! Oppure se ne escono con la fatidica frase “Figliolo, un giorno: un giorno capirai, un giorno quando avrai dei figli capirai, un giorno avrai un lavoro e capirai” (inoltre, non ho mai capito perché si dice “figliolo“). Per non parlare dei prof: succhiasangue che ti uccidono a colpi di compiti, senza una vita sociale e che al suono della campanella si ritirano nei loro sarcofaghi. Se hai qualche problema si limitano a dire qualche frase di un filosofo famoso e tu ti ritrovi lì ad annuire senza capire un cazzo di quello che dicono per poi finire la conversazione con un “mi raccomando, studia!” Oggi. Oggi, io voglio capire. Adesso. Non un giorno. Invece no: quel giorno ti travolgerà e sarà troppo tardi, perché tu, che ci volevi pensare, non hai trovato nessuno che si degnasse di risponderti. Hai solo trovato qualcuno che quel giorno te lo ha predetto come una profezia di morte e distruzione. Io spero solo che quel giorno non arrivi mai, perché ti piomberà addosso tutto insieme come un fulmine. ~
Rientro, che stress. -
Piccole seghe mentali. ~ Avete presente quando non riuscite a trattene le lacrime, quando vi sentite un groppo in gola e stringete i denti per non lasciar cadere quella piccola goccia sulla vostra guancia? Beh, io sì. E vi assicuro che come sensazione non è affatto bella. Oggi, ho capito che anche se ce la mettiamo tutta per cancellare un ricordo, bello o brutto che sia dalla nostra testolina, quello, con le prime note di una canzone, con un profumo o con un semplice luogo, ritorna nella nostra mente. Già, è proprio così. E i ricordi, a volte, posso essere letali.. Perché portano la nostalgia: la voglia di voler ritornare a quei momenti. Quando mi sento così l’unica cosa da fare è.. È tagliarsi le vene. No, non è vero. Molto meglio prendere l’iPod, alzare il volume al massimo e ascoltare canzoni deprimenti, così penso: ma allora non sono l’unica a sentirmi così! A volte mi sento così anche senza un motivo preciso. Bah, come dicono gli adulti, forse l’adolescenza. In un libro, quando un ragazzo aveva questioni importanti da risolvere, ne parlava con il suo cane. Sì, perché è inutile parlarne con i grandi. O non ti ascoltano o ti dicono “non ci pensare, tanto poi passa.” Se te ne sto parlando forse è proprio perché non passa, no?! Oppure se ne escono con la fatidica frase “Figliolo, un giorno: un giorno capirai, un giorno quando avrai dei figli capirai, un giorno avrai un lavoro e capirai” (inoltre, non ho mai capito perché si dice “figliolo“). Per non parlare dei prof: succhiasangue che ti uccidono a colpi di compiti, senza una vita sociale e che al suono della campanella si ritirano nei loro sarcofaghi. Se hai qualche problema si limitano a dire qualche frase di un filosofo famoso e tu ti ritrovi lì ad annuire senza capire un cazzo di quello che dicono per poi finire la conversazione con un “mi raccomando, studia!” Oggi. Oggi, io voglio capire. Adesso. Non un giorno. Invece no: quel giorno ti travolgerà e sarà troppo tardi, perché tu, che ci volevi pensare, non hai trovato nessuno che si degnasse di risponderti. Hai solo trovato qualcuno che quel giorno te lo ha predetto come una profezia di morte e distruzione. Io spero solo che quel giorno non arrivi mai, perché ti piomberà addosso tutto insieme come un fulmine. ~