Il portale dei sogni

Grigorij Efimovič Rasputin


Grigorij Efimovič Rasputin
Grigorij nacque nel villaggio di Pokrovskoe, nella provincia di Tobol'sk in Siberia da Efim Jakovlevič Rasputin e Anna Vasil'evna. La data di nascita è stata sempre ed è ancora motivo di dibattito fra i suoi biografi. Sono state indicate molte date differenti, tutte però comprese fra il 1860 e il 1870.Per anni condusse la normale vita dei contadini russi siberiani, alternando il lavoro dei campi all'allevamento di cavalli e all'attività di vetturino. Fin da ragazzo dimostrò un'indole fortemente tesa alla spiritualità e al misticismo ossessivo, fenomeno in realtà diffuso da secoli e frequente tra i popolani della Russia centrale -che non avevano conosciuto l'oppressione del servaggio tanto quanto era accaduto nelle campagne nella Russia europea. Dopo essersi sposato ed avuto tre figli, ancora in giovane età intraprese lunghi pellegrinaggi, arrivando persino fino al Monte Athos. Nel 1905 approdò alla corte dello zar Nicola II: sospettato di aver aderito alla setta dei Khlisty (i lottatori dello spirito, che praticava tra le altre cose la flagellazione come via espiatoria. La setta, sorta nel XVII secolo nella Russia meridionale per poi diffondersi in tutto l'impero, attingeva ad alcune tradizioni di origine greca come i culti dionisiaci; l’unico modo per tornare al divino era il totale abbandono ai piaceri… Ma pescava anche nella cultura dei movimenti ereticali medievali, come, appunto, quello dei Flagellanti, che individuavano nella mortificazione del corpo un ulteriore mezzo per avvicinarsi a Dio), che stigmatizzava gli eccessi di secolarità della Chiesa ortodossa.Dopo un pellegrinaggio a Gerusalemme, viaggiò attraverso le regioni Mesopotamiche e lungo i Balcani, prima di tornare in Siberia col nome Starets (l’uomo di Dio). Qui trascorrerà lunghi periodi di penitenza monastica, ma anche di predicazione nei villaggi, alternati da momenti di ricerca sessuale, di rapporti orgiastici vissuti sempre in un’ottica mistica.L’idea di Rasputin era che, essendo lui un purificato, chi si fosse concesso al suo corpo non avrebbe commesso peccato, ma avrebbe anzi intrapreso un passo verso la purificazione stessa.D'altronde non bisognava mai dimenticare l’umiliazione del corpo stesso, con buona pace delle sue vittime-adepte…Giunto alla Capitale frequentò poi il movimento nazionalista dei Veri Russi, malgrado la mancanza di istruzione allestì una rete di relazioni di altissimo livello che in breve tempo lo condusse a corte, accompagnato dalla fama dei suoi poteri sciamanici.L'influenza sui RomanovFu proprio grazie alla sua reputazione di guaritore che entrò in contatto con persone vicine alla famiglia imperiale, nella speranza che potesse essere di aiuto per contenere l'inguaribile emofilia di Alessio, il piccolo zarevič. Al primo incontro Rasputin riuscì ad ottenere qualche effetto sul piccolo malato, così lo zar e la zarina gli permisero di visitare sempre più spesso la loro riservatissima casa, situata nel parco di Carskoe Selo. Secondo una teoria, Rasputin sarebbe riuscito ad interrompere le crisi ematiche di Alessio utilizzando un tipo di ipnosi che rallentava il battito cardiaco del bambino, riducendo in questo modo la pressione del sangue. Secondo un’altra ipotesi, sembra che i medici di corte tentassero di guarire l’emofilia dello zarevic con l’aspirina che, se da un lato leniva i dolori articolari, dall’altro acuiva le emorragie causate dall’emofilia. Secondo questa versione, senza aspirina la salute di Alessio migliorava e il merito veniva attribuito a Rasputin.Occorre tuttavia menzionare un fatto scientificamente inspiegabile, avvenuto il 12 ottobre 1912: in quell'occasione, ricevuto da Pietrogrado un telegramma della famiglia reale che lo informava di una grave crisi di emofilia dello zarevic ormai in punto di morte ("Medici disperano. Le vostre preghiere sono la nostra ultima speranza"), Rasputin si immerse in preghiera per diverse ore nella sua casa in Siberia, cadendo in uno stato di trance. Terminate le preghiere, inviò un telegramma alla famiglia reale in cui assicurava la guarigione del piccolo, cosa che effettivamente avvenne nell'arco di poche ore, dopo giorni di inutili cure mediche.Carisma e potere nella capitaleIl suo carisma mistico esercitò sulla famiglia Romanov, in particolar modo sulla zarina Alessandra, un'influenza così intensa da dare adito a molte congetture: si giunse al punto che le numerose segnalazioni sul suo intenso libertinaggio con le dame dell'aristocrazia venivano regolarmente smentite dalla coppia reale, talvolta anche con la punizione degli zelanti segnalatori. Rasputin, oltre che dare speranze alla famiglia imperiale circa una possibile guarigione del giovane, sembrava andare incontro alle ispirazioni più intime dei sovrani. Infatti egli, essendo un semplice figlio delle campagne, rappresentava ciò che Nicola II e Aleksandra Fëdorovna avevano sempre desiderato: un contatto diretto con l'autentico popolo russo, senza intermediazioni di etichetta e convenzioni sociali.In seguito alla sua stabilizzazione nella capitale, visto l'enorme ascendente che il contadino aveva sulla zarina, presto attorno a lui si creò una vastissima rete di noti personaggi e politici, che in cambio di intercessioni rispetto alla sovrana erano disposti a soddisfare le richieste che Rasputin faceva loro da parte di migliaia di postulanti. Dalle campagne contadini e artigiani accorrevano chiedendo aiuto e intercessione allo starec, a tal punto che l'appartamento durante la giornata era sempre affollato e il telefono squillava in continuazione. Nelle mani di Rasputin passavano centinaia di rubli che egli, indiscriminatamente distribuiva ai postulanti; richieste di denaro, di occupazione, e anche lamentele dalle campagne verso i grandi proprietari giungevano a Rasputin che, in quanto creditore presso personaggi dell'alta società, le faceva andare nella maggioranza a buon fine.Il resto dell'enorme quantità di denaro era spesa, come attestano i numerosi verbali di polizia, in locali notturni e in incontri ai bagni pubblici con donne di ogni classe ed età: numerose sono le leggende circa la sua insaziabile libidine; la stampa pubblicava in continuazione scabrosi racconti di fantasia sulle sue leggendarie notti; ciò accrebbe le dicerie non solo su una sua presunta super dotazione, quanto su una improbabile e sempre smentita relazione con la sovrana. È provato invece che, con il tempo, acquistò sempre maggiore influenza sulla mistica zarina, inviandole sempre più consueti messaggi con consigli perentori di carattere morale, religioso e politico.
Rasputin e la guerraNel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Rasputin si oppose alacremente all'entrata in guerra della Russia, e pronosticò che avrebbe portato immani catastrofi ai contadini, che sarebbero morti a migliaia. Tuttavia, non poté esercitare la sua influenza sul sovrano, perché subì un attentato nel suo villaggio siberiano il 15 giugno, lo stesso giorno dell'omicidio di Sarajevo. Si limitò ad inviare un disperato telegramma ai sovrani:« Credo, spero nella pace. Stanno preparando un orribile misfatto, ma noi non ne siamo partecipi »(telegramma del 19 luglio 1914)Lo zar, che invano aveva tentato di mediare per una soluzione pacifica e aveva ottenuto in cambio la dichiarazione di guerra dalla Germania, strappò il messaggio.Nel 1915 con la partenza dello zar per il fronte, le denunce di Rasputin contro le collusioni di ministri e alti funzionari con il traffico illegale d'armi e le speculazioni sui latifondi ai danni dei contadini si intensificarono. La zarina, che assente lo zar deteneva il potere a san Pietroburgo, effettuò su suo consiglio continui, disastrosi e repentini cambi al vertice di governo, proprio nel momento (durante la prima guerra mondiale) in cui, in assenza del sovrano dalla politica interna, si necessitava di un governo forte.Si sospettò, forse non senza ragione, che avesse effetti sulle decisioni dei reali in tema di politica (in particolare in direzione di una politica pacifista e di buone relazioni con i tedeschi, paese della zarina e con il quale i rapporti erano tesi). Ad un certo punto venne accusato anche di corruzione e per questo allontanato dalla residenza imperiale dallo stesso zar; sfortunatamente, però, le condizioni del piccolo Alessio andavano peggiorando, così la zarina decise di rivolgersi nuovamente a lui. La risposta fu che le condizioni di suo figlio sarebbero migliorate anche in sua assenza, cosa che effettivamente accadde.Nel 1916, in piena crisi di governo - che Rasputin stesso con la sua rete clientelare aveva contribuito a creare - e tra le alterne fortune degli eserciti russi sul fronte orientale, una congiura ordita dal granduca Dmitrij Pavlovič, dal principe Feliks Feliksovič Yusupov e dal deputato conservatore Vladimir Mitrofanovič Puriškevič, decise di assassinarlo.La MorteLa sua morte fu romanzesca come la sua vita. Con la scusa di un incontro con la bella moglie del principe Felix Yusupov, Rasputin venne condotto a casa di Jusopov e fu costretto a cibarsi di torte e vino avvelenati col cianuro, prima di essere colpito e percosso, crollando sul pavimento senza forze. Creduto morto fu lasciato a terra, ma qualche ora dopo, quando Yusupov e gli altri tornarono per prelevare il corpo, Rasputin era sparito. Lo ritrovarono esanime che strisciava verso l’ingresso del nascondiglio, ed a quel punto gli spararono più volte, lo finì poi il principe Jusopov percuotendolo con una mazza. Rasputin cadde nuovamente. Per l’ultima volta, sulla neve.Il suo cadavere fu gettato nel fiume Fontanka, era ormai il 19 dicembre del 1916, e riemerse due giorni dopo; secondo l'esito dell'autopsia (eseguita la notte del 20 dicembre, effettuata dal professor Kosorotov), ancora più incredibilmente, il corpo non presentava tracce del veleno, dando luogo a dispute tra gli storici circa l'effettiva modalità di eliminazione. Da considerare che fu riscontrata acqua nei polmoni, quindi nonostante il veleno, i colpi di pistola e le bastonate, Rasputin fu gettato nell'acqua ancora vivo, dimostrando una inaspettata e sorprendente vitalità. Rasputin, quindi, fu sepolto, ma il suo corpo venne poi dissotterrato e bruciato ai bordi di una strada.Non ci volle molto perché venissero presi provvedimenti contro i partecipanti del complotto, anche se per alcuni giochi di palazzo non venne svolto alcun processo.Jusupov fu mandato in "esilio in campagna". Apparentemente a Dmitrij Pavlovič andò peggio: fu infatti inviato in Persia a combattere in prima linea; per un bizzarro gioco del destino, però, mentre la maggior parte dei membri della monarchia incorsero nelle inchieste sollevate dopo la rivoluzione di Febbraio nel 1917, questa destinazione punitiva fece sì che il granduca Dmitrij fosse uno dei pochi Romanov a pianificare una fuga all'estero.dal web
  leggende:La depravazione, le guarigioni, gli intrighi, l’eresia, le profezie e la morte cruenta di Grigorij Efimovič NovyÈ leggendaria la sua avversione per l’acqua e il modo in cui si svolgevano i suoi rari bagni. Erano bagni collettivi, amava immergersi in grandi vasche con molteplici donne con le quali si divertiva e dalle quali si faceva lavare.Si diceva che le quattro figlie dello Zar fossero ben disposte a soddisfare le perversioni del monaco. Rasputin, ubriaco fradicio ad ogni festa, raccontava degli incontri a sfondo sessuale tra lui, la Zarina e le figlie. Alla fine l’imperatore lo allontanò da corte. Quando il piccolo Alessio fu sull’orlo di un altro dissanguamento, pare che Rasputin, richiamato, riuscì ad arrestare l’emorragia.A questo punto i monaci e i vescovi che si opponevano a lui venirono puniti dai Romanov. Si pensava che il monaco fosse arrivato ad avere il controllo su ogni questione concernente l’impero.Nel 1916 una congiura di nobili vicini alla corte decise che il monaco doveva essere eliminato.Nel dicembre di quell’anno, il principe Jusupov lo invitò a cena nel suo palazzo, con la scusa di presentargli la bellissima moglie Irina. Rasputin, insaziabile come al solito, accettò con entusiasmo. Irina era una delle poche donne con le quali ancora non si era “dilettato”: non poteva lasciarsi sfuggire una simile occasione.Successivamente Jusupov spiegherà che aveva organizzato l’assassinio per salvare l’impero. Ma il fatto che Jusupov non si fosse mai dichiarato un sostenitore della famiglia reale, e la sua dichiarata bisessualità, fanno pensare che i motivi furono ben altri. Secondo i piani l’avrebbero dovuto avvelenare. Per essere sicuro del risultato Felix Jusupov aggiunse cianuro a tutto quello che c’era di commestibile e al vino che il monaco adorava.
La Zarina Alexandra FyodorovnaRasputin arrivò verso le undici e si tuffò sull’alcol e sul cibo, ingurgitando abbastanza veleno da uccidere sei uomini. Irina non era consapevole del complotto e non sarebbe mai arrivata, ma Jusupov prese tempo e attese accanto a lui che il cianuro facesse effetto. Rasputin, mezzo ubriaco, si dilettò nel suonare la chitarra fino alle due del mattino, ora in cui propose di andare a fare un giro in città. Il terrore di trovarsi di fronte a un essere capace di cenare a base di veleno e accusare poi un semplice bruciore di stomaco prese i congiurati riuniti al piano di sopra.Decisero di passare alle maniere forti. Jusupov scese con una pistola e (si dice) vide il monaco che pregava ai piedi di un crocefisso. Gli sparò nella schiena. Rasputin era ancora vivo, ma i congiurati pensarono che sarebbe morto per dissanguamento entro poco. Un’ora dopo Rasputin sembrava morto, ma quando Jusupov lo mosse, il monaco aprì gli occhi e cominciò a chiamarlo per nome: “Felix… Felix… Felix…”.Rasputin barcollando tentava di scappare dirigendosi verso la porta, tra gemiti e parole sconnesse. Riuscì ad arrivare in giardino, gli spararono altre quattro volte. A terra continuò a gemere e a strisciare verso il cancello. Presero a sferrare calci furiosi alla testa del monaco finché quest’ultimo non smise di muoversi. Successivamente Rasputin venne pugnalato e preso a randellate, respirava ancora. Il suo cadavere, ben zavorrato, venne gettato in un canale. Riemerse due giorni dopo (ci sarebbe anche la foto ma ve la risparmio); sottoposto ad autopsia incredibilmente non vi si trovarono tracce del veleno.
Felix Yussupov e sua moglie IrinaFu riscontrata acqua nei polmoni, la qual cosa significa che nonostante il veleno, i colpi di pistola e le bastonate, incredibilmente Rasputin fu gettato nell’acqua ancora vivo, e quindi morì annegato. Vennero presi dei provvedimenti contro i partecipanti del complotto. Jusupov fu mandato in “esilio in campagna”, Pavlovič fu inviato in Persia a combattere in prima linea.Ironia della sorte, l’esilio salvò Jusupov, la rivoluzione bolscevica di lì a poco avrebbe rovesciato il trono nel sangue.I contadini considerarono l’omicidio del monaco come l’ennesimo sopruso ai danni del popolo da parte degli aristocratici.La sua morte fu la goccia che fece traboccare il vaso. Durante le sommosse bolsceviche la tomba di Rasputin fu violata, il corpo bruciato e le ceneri disperse. Il monaco aveva previsto la sua morte con largo anticipo. Lo scrisse chiaramente nei suoi diari:“Sento che devo morire prima dell’anno nuovo. Se io verrò ucciso dai nobili, le loro mani resteranno macchiate del mio sangue e per venticinque anni non potranno togliersi dalla pelle questo sangue. Zar della terra di Russia, se tu odi il suono delle campane che ti dice che Grigorij è stato ucciso, devi sapere questo. Se sono stati i tuoi parenti che hanno provocato la mia morte, allora nessuno della tua famiglia, rimarrà vivo per più di due anni. Essi saranno uccisi dal popolo russo… Pregate, siate forti…”Le notizie inerenti le dimensioni “extra-strong” del fallo di Rasputin, al quale “attrezzo” ho dedicato il titolo solo per attirare la vostra attenzione, ci sono giunte grazie alla brillante idea del principe Josuppov, che dopo averlo terminato decise di evirarlo.Il suo membro venne successivamente essiccato, e circolò a lungo dentro ad uno scrigno. Testimonianze riportano che “assomigliava ad una lunga banana rinsecchita”.Lungo qualcosa più di 33 centimetri, “srotolato” supera le dimensioni del mio avambraccio.
Per chi lo volesse vedere, il membro definito: “Unico e prezioso” dal sessuologo Igor Kniazkin è conservato ed esposto al pubblico in un museo erotico di San Pietroburgo.Aldo Montano lo ha definito: “Una montagna, una cosa impressionante”.