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La scatola delle lettere Capitolo 4

Post n°6 pubblicato il 05 Aprile 2014 da elio_cicca

 

 

Mischinu! Chissà quanto avrà sofferto! Certo, dispiace anche a me che non ci siano più certi posti. Che peccato! Ci resteranno solo le cartoline per vedere com’era Palermo negli anni sessanta!

“ Papà! Ma che fai? Ancora con quella scatola in mano….”.

“ No, niente di speciale. Stavo solo provando a mettere un po’ in ordine… Piuttosto, vai da mamma e ricordale che è ora di accendere il riscaldamento. Fuori c’è la neve…non siamo mica a Palermo! “

“ Obbedisco. Ma tu non perdere troppo tempo.”

“ Sì, vai, vai!”.

Porca miseria! Fa proprio freddo! E siamo appena a novembre! Che ne sarà di noi nei giorni della merla? E l’estate, quando arriva l’estate? Già, proprio l’estate, quella consacrata a Mondello! Quella celebrata nei cortili tra asciugamani, creme solari e tamburelli, sotto l’ombrellone per gli interminabili tornei di scopone scientifico, tra sguardi fugaci, ammiccamenti, appuntamenti tra le capanne (“ No! Mia madre ci vede!”), in mezzo a signore mature ed impanate a dovere con la sabbia tra le quali si aggiravano loro, i grandi protagonisti, i soli in grado di lenire l’arsura: abbronzati già da maggio, cappellino di paglia, canottiera d’ordinanza e sulla spalla.....il tesoro!         “ Cocco bello! Cocco rinfrescante! Rinfrescatevi la gola! Cocco!” abbanniavano. Ed era subito assalto. Assediati da decine di ragazzini vocianti, gli eroi dispensavano il frutto tanto desiderato con generosità, consentendo persino di scegliere il pezzo da portar via per gustarselo poi voluttuosamente in qualche cantuccio all’ombra, da qualche parte. Che refrigerio, anche se durava solo pochi minuti e poi... subito in acqua per un altro bagno, un’altra doccia, un’altra visita a quella del cortile accanto, quella col bikini a fiori, quella con due... occhi! Si andava avanti così fino all’ora di pranzo e, proprio quando cominciavi a sentire quel certo languorino che di solito trasforma la pancia in strumento musicale, ecco che arrivavano nuove proposte, profumate e fumanti malgrado il caldo. C’era solo l’imbarazzo della scelta tra “ Patatine! Vacuna ri patate!” e ciambelle ricoperte di zucchero e freschissime: “ Ahi, ahi, ahi! Chi su’ cavure! Bruciano!” come recitava il provocatore, con voce bassa e cavernosa, come quella di chi abbia appena finito di fumare un pacchetto intero di Nazionali senza filtro. Che dilemma la scelta! C’era chi si serviva a giorni alterni dall’uno o dall’altro. Ma erano decisamente i più morigerati. La maggioranza, interpretando quelle abbanniate come una sfida a consumare un pranzo completo, apriva col salato e chiudeva col dolce innaffiando il tutto con qualche bevanda di quelle che circolavano in spiaggia, proposte e reclamizzate da quei lavoratori stagionali: “ Birra, gassosa, coca cola, acqua minerale! Ghiacciatiiiiiissima!”. Talvolta ci capitava ( ma era raro e dunque preoccupante) di essere spitittati. Eppure, neanche in quei frangenti mancava la possibilità di mettere sotto i denti qualcosa, fosse pure qualcosa di leggero. Giungeva infatti in soccorso degli inappetenti il mais ( “ Che su’ belle i pollanche!”) e si poteva scegliere tra la versione bollita e quella arrostita, magari comprandola in società per sgranocchiarsela poi insieme al Jolly, seduti su un pedalò in riva al mare. Solo chi stava davvero male optava per la frutta. Accanto allo Stabilimento, infatti, svolgeva servizio un tale, lo stesso che nel resto dell’anno si sistemava a Piazzetta Due Palme, in Via Roma, il quale, tanto per non creare confusione e per non essere scambiato con qualcun altro, comunque e sempre, estate ed inverno, vendeva “Somale banane! Chi su’ belli i somale banane”. Non c’erano ancora i bollini sopra ma chi le mangiava se ne dichiarava entusiasta. Già, l’estate…. Da quanto tempo non vado a Mondello? Probabilmente anche tutti quei personaggi dell’epoca saranno stati sostituiti dai loro figli che, a loro volta, forse avranno anche aggiornato le abbanniate paterne, magari a ritmo di rap! Non me ne stupirei più di tanto. Tutto cambia ma… Mondello sarà sempre Mondello, con tutto il suo fascino. Confusione e divieti di balneazione inclusi. Come San Martino delle Scale, d’altra parte. Dopo le sudate mondellane il fresco era d’obbligo se non indispensabile. Ci salivamo in macchina tutti i pomeriggi col Jolly e gli altri dellatacca, previa colletta per la benzina, per poi ridiscendere a motore rigorosamente spento, per risparmiarla ed esser certi di arrivare fino a casa.           Che cos’era San Martino! Era la musica, le jam sessions, le cacce al tesoro con la pizza gratis per la coppia vincitrice e la speranza, sempre viva, di ingrizzarsi con quella che ti teneva sempre sulla corda con i suoi ” Forse ci vediamo domani” o “ Dammi tempo per pensarci”. E poi le nottate, lunghe, aperte, stellate e finalmente fresche, passate ad ascoltare “L’urlo” del “Juke box all’idrogeno” di Ginsberg, a sognare di vivere “On the road” insieme a Kerouac, ad identificarsi nella disperazione delle “Storie di ordinaria follia” di Bukowski... Oddio, che nostalgia! Mannaggia al Jolly! Anch’io mi sto lasciando andare ai ricordi. Sarà meglio che mi fermi. Più tardi magari ci darò un’altra sbirciatina. Intanto però devo mettere in salvo i libri.

SUL FAR DELLA SERA

Dunque, dunque, dunque…Lì ci ho messo tutta l’enciclopedia e le letterature; lì i vocabolari; lì gli autori italiani, poeti e scrittori…. Mi rimangono da conservare gli stranieri e i classici. Allora…in ordine alfabetico non si può, neanche in questo caso… e allora alla rinfusa, così come vengono. Cominciamo con gli stranieri…Yourcenar, Corso, Ferlinghetti, Breton, Edgar Lee Masters, Verlaine, Rimbaud, Valery, Gibran, Mallarmè, Baudelaire…

“Toti!”.

“Dimmi”.

“E’ quasi ora di cena. Che ti preparo?”

“Per me va bene tutto. Chiedi un po’ ai ragazzi.”

“Mamma, perché non prepari la pizza?”

“Non ho gli ingredienti e oggi è Domenica…”

“Facciamocela portare a domicilio, allora!”

“Toti, tu che ne dici?”.

“OK. Telefona e ordina una margherita familiare. Dovrebbe bastare”.

 

A CENA

 “Buona la pizza. Eh?”.

“A me è piaciuta”.

“Anche a me”.

“Certo, però….quella cotta nel forno a legna…”.

“Indubbiamente, quella cotta nel forno a legna è un’altra cosa”.

“Certo. Ma lo sfincione… quello sì che è musica!”

“Lo sfincione? E che cos’è?”.

“Ragazzi, lasciatelo parlare! Vostro padre è un buongustaio ma è anche un nostalgico!”.

“Beh? Che c’è di male? Vuoi vedere che adesso essere nostalgici è un peccato, magari mortale?”.

“No, però… ogni volta non ti lasci sfuggire l’occasione per celebrare cannoli e pasta reale!”.

“Insomma, papà, cos’è lo sfincione?”.

“Beh, diciamo che è soltanto una delle tante specialità palermitane…”.

“E in che consiste?”.

“Dunque, cari stranieri della madre patria lontana, vi dirò…. Lo sfincione è una prelibatezza che si gusta on the road, cosa che a Palermo è molto facile….”.

“Attenti, ragazzi, perché adesso comincia l’esaltazione di “ Palermo- caput mundi”, che di solito si conclude con il primato dell’invenzione del gelato”.

“Sì, sì! Sfotti pure! La verità è che….”.

“La verità è che domani arriva la ditta dei traslochi e noi non abbiamo ancora finito. E poi c’è da andare alla stazione in orario perché il treno non ci aspetta mica!”.

“OK. Rimandiamo la spiegazione e rimettiamoci al lavoro.”

“Io ho quasi finito”.

“Anch’io”.

“Anch’io”.

“Capito. Manca solo per me. Allora, coraggio! Via all’ultima tappa della giornata”.

 

DOPO CENA

 Dunque, dov’ero rimasto? Ah, sì…i classici. Mah! Sarà il caso di dividerli tra latini e greci? Bell’affare! Ci vorrebbe tutta la notte! Vabbè. Tutti insieme fa lo stesso. Tanto poi li ritroverò. Orazio innazi tutti, poi Catullo, Virgilio, Omero, Callimaco, Platone, Seneca, Agostino…… Ecco fatto. Sembrava una “Mission impossible” e invece…. Tutto fatto. Piuttosto… la scatola delle lettere…. Che ne faccio? Vediamo un po’.

 4 marzo

Guarda un po’ da che pulpito viene la predica! Lo sapevo. Ero sicuro che m’avresti preso per nostalgico e passatista. Proprio tu che non hai idea di cosa sia un BLOG e pensi che un palmare sia una sorta di papera e intanto continui a fare le foto in bianco e nero perché temi che i mega pixel possano azzannarti alla gola e........ Insomma, è proprio incredibile! Ebbene, grandissimo fetente, sappi che ti sbagli. Trascurando il non indifferente particolare che sono sempre in mezzo ai giovani e dunque sono al corrente di quasi tutte le mode, dei modi di dire, dei gesti nonché delle più recenti trovate tecnologiche, bada che io sono a favore del progresso, di tutto il progresso, quasi sempre incondizionatamente. Per esempio, sono stato ben lieto quando ho visto passare per strada un’automobile, guidata da un distinto signore e sormontata da un altoparlante che in perfetto italiano ripeteva:

“ Donne, donne, accorrete tutte! C’è l’arrotino!”

Finalmente- mi sono detto- era ora! Non se ne poteva più di vecchietti che spingono certi carretti dotati di pedale per far girare la mola e con la goccia d’acqua che ci cola sopra per raffreddarla! Per non dire delle riparazioni di pentole e padelle. Basta con quei personaggi che circolavano abbanniando:

“ C’è u’ stagnataru!”.

Il tegame si è bucato? Embè? Meglio buttarlo! Consumare bisogna! E guai a chi non lo fa. Certamente ricorderai che ai Lattarini un tempo giravano certe strane facce che, accostandosi ai passanti, ripetevano sottovoce:

“ Dòlari”.

Io rimanevo perplesso, malgrado la spiegazione di mio padre: che senso ha - mi chiedevo- vendere dollari, cioè soldi, pagando con altri soldi? Non capivo, allora, certi meccanismi finanziari né certe motivazioni ma.... Intanto andava proprio così. Oggi come oggi, dimmi: chi comprerebbe più dollari considerato il cambio attuale? E poi, perché? Bisogna innovarsi continuamente in tutti i campi, anche in quelli più tradizionali. Bisogna stimolare la fantasia e sfruttare al massimo tutte le possibilità che il progresso ci offre. Prendi, per esempio, gli annunci economici, quelli che alcuni giornali chiamano “Particolari” ed altri, come il nostro quotidiano locale, inseriscono sotto la voce “Servizi vari”: “ A Palermo settima misura veramente naturale” oppure “ Porcellina monella riceve tutti i giorni. Ambiente riservato” o ancora “ Sensuale studentessa 21enne, provocante, prosperosa, disinibita conoscerebbe uomo per piccanti incontri”. Per non dire di quell’altro annuncio che ho letto proprio due settimane fa: “ Spagnola trasgressiva cerca torero latino per roventi corride”. E ad ogni annuncio segue sempre un numero di telefono cellulare cui rivolgersi. Caro mio, ce n’è per tutti i gusti. Altro che il Vicolo del Gran Cancelliere o il Vicolo Ragusi dei tuoi tempi!

 Certo! Solo dei miei tempi! Lui invece…

 

 

 

 

 
 
 
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