elio ciccarelli

L'imperativo popolare Cap 3


 L’apoteosi“ S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo”. Solo che stavolta non si tratta del campo di battaglia di Maclodio ma di un campo di calcio, quello della “Favorita”, recentemente ribattezzato “Barbera” in memoria dell’indimenticabile Presidente del Palermo degli anni ‘60, Renzo Barbera. Chiunque segua le imprese dei rosanero in tv, avrà certamente notato che spesso, oltre ai soliti cori di incitamento della squadra e di presa in giro degli odiati “cugini” catanesi ( “ Chi non salta catanese è”), ce ne sono alcuni che risulta obiettivamente difficile comprendere. Ciò accade, in particolare, quando ci sia una rimessa dal fondo campo da parte del portiere. Proprio nel momento in cui viene calciata la palla, parte un primo coro da una delle curve. Immediatamente quella opposta risponde rimandando il coro alla prima la quale chiude il dialogo a distanza con un ultimo urlo. E’ una sorta di ping- pong sonoro che si conclude con un applauso generale cui si uniscono le gradinate e le tribune tutte. Qual è l’argomento di tanto tripudio? Cosa urla la gente con tanto calore? Bisogna essere andati allo Stadio per capirlo, perché solo lì, dal vivo, si può comprendere e, volendo, partecipare con gioia all’immancabile festa dei tifosi DOC. Il “gioco” parte in concomitanza del rinvio del portiere con un possente SUCA al quale la curva opposta risponde: “ Fuorte” . Di rimando, la prima urla :“C’a puompa”e l’altra, a sua volta, ribadisce: “Chiù fuorte!”. Quindi l’applauso, grandioso, liberatorio, catartico. E’ l’apoteosi dell’imperativo popolare! Se già il pronunciarlo o il sentirlo pronunciare provoca un certo effetto, pensate all’emozione di gridarlo in trentacinquemila! Imparagonabile e, al contempo, imperdibile. Quelle poche migliaia di supporters della squadra ospite, stipati nel chiuso della cosiddetta “gabbia” che li protegge ed evita gli scontri, assistono stupiti ed ammutoliti al “rito”, senza comprenderne il senso né la finalità. Tornati a casa non ci penseranno più o scambieranno per entusiasmo caloroso quella partecipazione così vivace del pubblico del “Barbera”. Come spiegare tutto ciò? Come spiegarlo a mia figlia che, nonostante i suoi sei anni (buon sangue non mente), è gia tifosa di Toni & Co.? “ Papà, ma che dicono?”. “Niente, tesoro. Fanno il tifo per il Palermo. Facciamolo anche noi: Forza Palermoooo!”.“ All’alta fantasia qui mancò possa…”      Dedica:A Zupa che, con la sua tenace pazienza, mi ha “costretto” a prendere in mano penna e carta;A Chiara che, leggendo questo libro da grande, forse mi ricorderà con simpatia.Ringraziamenti:A Vincenzo Inglese, la cui quarantennale amicizia mi ha ispirato e suggerito tante idee;A Maria Elena Vittorietti, un tempo alunna ed ora Editor. (Chissà che sadica gioia avrà provato nel giudicare chi per anni la giudicò!)Alla mia memoria che, per quanto a tratti, malgrado tutto, “ancor non mi abbandona”.Scuse: A tutti quei poeti che tanto indegnamente citai qui,“Da l’infima lacuna de l’universo”.