Mi chiamo Nessuno, un nome che mia madre prese in prestito dal genio di Ulisse. Oggi, come ogni domenica, mi sono sentita più "Nessuno" del solito dunque, dopo un'abbuffata degna di una diagnosi nefasta, ho deciso di aprire - per la seconda volta - un blog. Effimera via di fuga da pensieri che ronzano nella mia testa e non mi fanno dormire la notte. O forse questo diverrà un modo per addomesticarli, i maledetti pensieri. Si vedrà. Ulisse era forte e coraggioso; egli ha viaggiato, lottato e vissuto. Io a volte non ne sono capace, ma non è stato necessario che qualcuno mi accecasse per rendermi inadeguata a questo mondo. La mia incapacità ha radici ben più precoci. Mi capita di guardarmi intorno e non vedere nulla. A volte. Mi capita di non rendermi conto di ciò che faccio, di sostare nella stessa posizione per ore, o forse solo per pochi minuti. Mi capita di sentirmi così sola da decidere di aprire un blog o di mangiare tutto il giorno fino a scoppiare. O entrambe le cose. Mi chiamo Nessuno e sono certa che un giorno avrò un nome vero - come Pinocchio che voleva diventare un bambino vero, è la stessa identica cosa. Non sono certa di esser vista e non sono certa di vedermi. Ma so bene di dover camminare e affrontare il mio Mangiafuoco per diventare vera come Pinocchio ed esser vista dagli altri. E vedermi. Mi chiamo Nessuno, ma oggi è una giornata un po' triste. Sono certa che domani andrà meglio e forse mi chiamerò Qualcuno. Ma nemmeno questo nome mi piace. Del resto io ho talmente tanti nomi che nemmeno li ricordo più. Uno per ogni situazione. Una volta credevo fosse un vantaggio, ma oggi so che non è così. Mi chiamo Nessuno. Piacere. |