FATTERELLI

FANTASMI SUI TRENI


Mangiavo quel piatto di noci regalatomi da mio padre. Chi viaggia in treno sa che accadono cose strane, molto strane. Però a poco a poco pensa che niente di quanto accade in treno sia dovuto al caso ma tutto, persino il più piccolo imprevisto, sia guidato dal fato. Forse perché ogni treno ha un orario di partenza e arrivo. Forse perché le rotaie sono due parallele con un inizio ed una fine. Forse perché gli uomini che sul treno portano la divisa, a cominciare dal controllare, hanno l'aria di sapere tutto e non meravigliarsi di niente. E mangiava quel povero piatto di noci, avido, affamato. Leggevo Roberto Mussapi: E' Tardi, è notte. Così lasciai la soglia dei vivi e dei perduti,/dove batta la luce bianca che distingue,/scalino tra estate e autunno, tra agosto e settembre,/ tra istante generato e istante morente./Di quell'istante, quel tempo, quella stagione/fu culla il rollìo del movimento, il treno/ che avanzava ondulante nella notte,/ventosa corsia di luci in corsa,/ambulante città lanciata a Occidente./E li rividi tutti, rapiti sui binari lucenti d'azzurro,/i vivi e i morti, nel tempo furioso e macinante./Ombre, odore di fumo stagno di sigarette,/sedili vuoti dove erano stati altri./Per poco, scendendo a una stazione/che il sonno perdeva e la memoria cerca./ Voi scomparsi, voi persi nel tempo di un breve viaggio,/ ora in questo moto non mio io vi conosco,/ma è tardi, è notte, è confine./lei che salì sul treno e si è seduta è scesa/e io dormivo./E non sapevo se era scomparsa per poco o per sempre,/ed io con lei, come la polvere e il fuoco,/che al loro primo bacio si consumano.Ma leggevo e mangiavo le mie noci sul treno. Con gli occhi aperti per non farmi rubare il borsone dai napoletani a tarda notte, scendendo negli inferi italiani. Quando press'a poco in quella carrozza...beh era un super rapido, allora non c'erano Eurostar. Il super rapido si era fermato in una piccola stazione. E una signora piccola e magra, vestita di nero, la pelle bianca, la bocca rossa e gli occhi grigi, si era seduta accanto a me. All'improvviso un astante cominciò a ricordare che qualche tempo prima anche a un suo amico era accaduto che quel treno si fermasse lì. Il mio amico -raccontò l'astante- era diretto non so dove per ricevere la grossa eredità di uno zio, vedovo e senza figli, stroncato da un brutto male. Lui era l'unico nipote e il patrimonio dello zio era valutato parecchi miliardi. Lì salì un passeggero strano. Piccolo, magro, vestito di nero. E cominciò a raccontargli la sua vita: nato povero e senza fortuna, non aveva mai trovato l'amore di una donna, nel lavoro aveva fallito, era pieno di debiti...ma finalmente suo padre, un uomo ricchissimo, era morto. E prima di morire si era messo a posto con la coscienza: aveva riconosciuto in lui il figlio nato da una relazione adulterina con una donna di umili condizioni...Ora avrebbe ereditato una fortuna...Il mio amico stava per dire: ANCHE IO, ma volle prima chiedere chi fosse il padre di quell'uomo. E quasi svenne non appena il passeggero pronunciò il nome e il cognome di suo zio!A quel punto la signora dagli occhi grigi che ascoltava il racconto dell'astante disse: Conosco già questa storia. Sbaglio o quel suo amico andò al funerale dello zio ma non ritrovò l'uomo del treno e il notaio parlò di un figlio naturale che tuttavia non si fece vivo né quel giorno, né il giorno dopo?. Proprio così, rispose l'astante. Ma lei come lo sa?-Non si è mai fatto vivo- proseguì la signora. -Per la semplice ragione che era morto-.-E' morto?- dissi io.-Era morto- mi corresse lei e, prima di alzarsi e uscire, aggiunse: -Sui treni accade. Lo sanno tutti. C'è chi sale e chi scende, come nella vita. E' normale. Ci ha mai pensato? Quante persone ha incontrato che erano e invece non erano? E' normale, lo sanno tutti, chieda al controllore.Cazzo, sono finite le noci!