FATTERELLI

Post N° 98


L’ASSE DEL WELFARE PARIGI-BERLINOIl francese Thierry F., 45 anni, ha scritto un libro (Chomeur professionnel, disoccupato professionale) per spiegare come si fa a vivere senza lavoro. Disoccupato da 22 anni, in vita sua ha lavorato solo per 30 mesi come guardiano di una centrale nucleare (come Homer Simpson) e adesso vive di assistenza: prima l’indennità di disoccupazione, poi l’allocation spécifique de solidarité che gli fornisce a vita e quasi senza controlli 600 euro al mese. Altri 200 euro li racimola con l’allocation logement, che serve per pagare gli alloggi, anche lui possiede una casa. Poi grazie all’esonero dalle tasse, l’assistenza sanitaria gratuita, il premio natalizio, il telefono quasi gratis come i trasporti, l’elettricità, i riscaldamenti e i musei, gli permettono di vivere bene. Infatti Thierry ha un’auto, un appartamento, va in palestra e gioca a tennis. Per continuare a concedere l’assistenza, lo Stato francese controlla che lui stia effettivamente cercando un lavoro: Thierry manda tanti curricula solo che per esempio non indica la propria nazionalità così i datori di lavoro credono sia straniero e non lo assumono. Se deve presentarsi a qualche colloquio mette occhiali spessi e abiti fuori moda, dice di non avere telefono né auto: finora tutti l’hanno congedato in fretta.Diversi problemi invece ha un uomo di 35 anni tedesco che chiameremo Gunter, residente nella provincia bavarese di Franconia, ha fatto causa allo Stato tedesco per ottenere il diritto, come si legge nella richiesta depositata in tribunale, «a visitare il bordello locale quattro volte al mese, a possedere una bambola gonfiabile, e ad affittare otto video pornografici ogni trenta giorni». Il tutto a spese dello Stato, «inclusi i costi del trasporto da casa alla videoteca», per un totale di 2.500 euro all’anno. I giudici del tribunale di Ansbach, chiamati a decidere sulla questione, hanno respinto la richiesta sostenendo che le spese legate a esigenze sessuali devono essere coperte dai 287 euro mensili che il richiedente già percepisce come sussidio sociale, oltre all’alloggio, in quanto disoccupato. E’ un’ingiustizia, ha commentato Gunter in aula dopo aver appreso della sentenza, ci sono delle cose di cui un uomo ha bisogno per mantenere un buon equilibrio psicofisico. Sua moglie è una ragazza tailandese, che da poco gli ha dato un figlio e che non ha i soldi per pagare un biglietto aereo per la Germania. Dunque o lo Stato mi dà i soldi per pagare a mia moglie e a mio figlio il viaggio di ritorno, oppure si faccia carico in altro modo della mia solitudine, sostiene il giovane disoccupato Gunter.Una causa contro il Ministero degli Esteri tedesco, che non si vuole far carico dei biglietti aerei, è già stata rivolta al tribunale di Berlino, ma la sentenza pronunciata dai giudici di Ansbach lascia pensare che lo stato sociale tedesco, pur molto materno e comprensivo, questa volta non si lascerà commuovere. Non che la cosa non sia costata nulla: le spese legali e lo la difesa d’ufficio sono state sostenute dallo Stato.Gli diciamo a Gunter di trasferirsi in Francia?