FATTERELLI

Cos'è la felicità?


Fu quando Candida, moglie di Filottete Manfredi, si ricordņ di una vecchia poesia di Guelfo Civinini, che le ricordava il lavoro e le mille persone che incontra ogni giorno in treno e con le quali intavola discorsi per la pace dei clienti delle ferrovie dello Stato.-Le piccole stazioni dove i treni diretti passan senza fermarsi/ fra un ondeggiar di chiome ed eucalipti giallastri,/ le piccole stazioni solitarie e i tetti rossi con una panchina verde sul marciapiede/ e sul muro hanno il nome d'un ignoto paese/ che non si vede/ qualche piccola pieve fra ombre di castagneti/ e tremolii d'ornelli al monte/ o pei declivi d'un colle entro una mite serenitą d'olivi/. Ignoti paeselli che colui che viaggia sovra i treni diretti non conoscerą mai/ sperduti chissą dove per chissą quali spiaggie, per chissą quali greppi/ ancora ad otto o nove ore di diligenza dalla strada ferrata/ e si chiaman con nomi un poco letterari: S.Lorenzello, Albata Mon Giglio, Valfiorenza, S.Agata dei Frari./ Un attimo e son gią scomparse./ <Che stazione era?> Non so, signora, non ho guardato il nome, il paese č lontano, deve esser gił di lą./ Per un poco si tace, poi: <Lei viene da Milano?...forse dopo Torino ci rivedremo allora...>./ Si immagini, signora./ E il gioco cittadino ci riprende e ci piace,/ la piccola stazione dove non ferma il treno/ con l'ignoto paese fuori di mano che non conosceremo/ con la tacita pieve che non si vede/ che non sappiamo come si chiamerą/ ed avrą forse nome SERENITą.-La figlia Ludovica piange per l'emozione, deve tornare all'Universitą.Suo marito Filottete cucina la lepre in salmģ. Marianna urla ai maschietti di rifarsi i letti.Drriinnn....Suona il telefono. Sono i nonni.