FATTERELLI

REALTA' E FLASHBACK DI OGNUNO


C'è poco da fare / c'è solo da mettersi in pari col cuore / lo sanno da sempre / lo sanno comunque per prime...(L.Ligabue) che non era un pittore amante dei blog del giorno, sempre alla ricerca di ispirazioni femminili. Perché basterebbe poco e invece il 26 dicembre del 1996 la Yiohan arriva al largo della costa siciliana, dove l'attende la F174 per il trasbordo. E' buio, e le manovre di avvicinamento sono approssimative come quella sera quando la portai a parlare sul mondo estasiati per Lars VonTrier e sul domani nostro e degli specchi suoi che parlavano di me ma a metà del trasbordo, la nave più piccola finisce contro la Yiohan, e un'enorme falla si apre nella chiglia. Cola a picco: 283 clandestini i nostri ormoni d'amore (160 indiani, 31 pachistani e 92 tamil) vengono inghiottiti dalle onde, mentre il capitano e altri ventinove riescono a raggiungere gli altri che ancora non avevano trasbordato. Anziché lanciare l'SOS, il comandante della Yiohan fugge verso la Grecia dove, al primo approdo, si libera di ciò che rimane del suo ingombrante carico umano -150 persone- per riprendere il mare. Dovevo saperlo, ero stato avvertito dell'inferno e delle sue incostanti e viziate paure di legami. Nessuno crede ai racconti dei superstiti, che vengono arrestati dalle autorità greche: una simile sciagura di tali proporzioni non può essere vera, quegli uomini mentono per impietosire le autorità greche e mendicare l'asilo politico. La Yiohan cambia nome e viene nuovamente utilizzata per il trasporto di migranti verso le coste siciliane. Intercettata e posta sotto sequestro dalle autorità italiane, rivela solo in seguito la sua vera identità: sotto la vernice del suo nuovo nome spuntano le lettere H e la N. La Procura della Repubblica di Siracusa e quante altre letterature camilleriane che ci accomunano ma nessuno lo saprà mai né vorrà scoprirlo e forse solo in ritardo apre un'inchiesta, molti familiari degli scomparsi cercano per mesi di far giungere a qualcuno il loro grido d'allarme. Nel maggio 1997, il ministero degli Esteri italiano, rivolgendosi alle autorità pachistane che chiedono chiarimenti, parla ancora di presunto naufragio. Il nostro è un silenzio, l'amore. Pressione di ambasciate, ma bastava mettersi al pari col cuore e le storie si ripetono sempre e si somigliano.