FATTERELLI

Più veloci di Peppino Impastato. Cento passi da accorciare. Dopo quella notte buia e tempestosa...


Che cos'era? E se era uno scherzo? Tipo qualche pezzetto fritto del marito di quella donna di Salvator di Bahia in Brasile la quale l'aveva appunto fritto e nascosto in sacchi nel sottoscala? No, troppi film. Eppure Filottete Manfredi aveva sentito di un suo amico che aveva un cugino che lavora alle poste che un cliente un mattino..No, nemmeno questo era plausibile. Diceva il suo amico di una certa Clara sposata con Bruno e che vent'anni fa fece clamore l'omicidio del figlioletto sparito di casa nel bosco e poi trovato col collo strizzato col fil di ferro. All'epoca tutti pensarono che l'assassino era il padre e la moglie Clara difese il marito coi denti, lui finì in galera ma poi fu scarcerato. Da allora la stanzetta del figlioletto era rimasta intatta coi suoi giochi e i suoi pupazzetti ma i genitori facendosi coraggio a vicenda eran tornati alla vita di sempre: marmista lui, cameriera lei. Fù l'altro giorno che la Clara andò dal parrucchiere, il giorno dopo era il compleanno del marito che avrebbe pure festeggiato l'ultimo giorno di lavoro prima della pensione. Lei non si presentò in trattoria, i colleghi la chiamarono al telefono, siccome non rispondeva contattarono il marito che insieme ad alcuni amici corse a casa e la trovò in terra con la cintura dell'accappatoio stretta attorno al collo. Il dirimpettaio, sentendo dei tonfi violenti, aprì la porta di casa e si trovò davanti il marito che si prendeva a capocciate al muro per la disperazione. Ma era stato proprio lui ad ucciderla. Perché lei aveva protestato, aveva avuto da ridire sulla nuova sentenza della sesta sezione penale della Corte di Cassazione. Se il marito picchia la moglie in un contesto di dissidio tra coniugi derivante dal diverso credo religioso, non necessariamente viene integrato il reato di maltrattamenti, a condizione che si tratti di episodi sporadici ed espressione di una reattività estemporanea. Il tutto confermato dalla Corte di Appello di Catanzaro. Tra l'uomo e la moglie, ma della sentenza, non Clara e Bruno, vi erano stati in passato continui dissidi legati all'educazione religiosa che la donna, testimone di Geova, impartiva ai figli. Tali dissidi, aggravati da una relazione extraconiugale avviata dall'uomo, erano spesso sfociati in maltrattamenti al punto che la donna aveva deciso di sporgere querela.Ma Filottete la rigirò quella busta che il postino aveva recapitato. Lui non si chiamava Peter, eppure voleva aprirla lo stesso. Sesto senso? No, c'era anche un pacco allegato. Era questo l'affare succulento. Sta di fatto che un avvocato l’avvertiva che, come da disposizioni testamentarie, quella era la parte di eredità che zia Judith gli aveva destinato. Il pacco era anche pesante. Lo avrebbe aperto, perché la lettera di quell'avvocato parlava chiaro. Ma come fare a barare? L'eredità sbagliata, al destinatario sbagliato era già lì che lo guardava. E tutta la famiglia sorpresa di questa beneficienza di un avvocato stressato napoletano, come diceva qualche giorno fa Candida sua moglie, adorava il bambin Gesù che il postino aveva recapitato loro. Cosa conteneva? Era una bella giornata di sole. Ma la sera precedente...ERA STATA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA.Fuori, nel giardino, Filottete, proprio quella mattina aveva piantato un albero da alcuni rami potati e abbandonati, e che alcuni amici siciliani gli avevano portato per diffonderne l'augurio di una Pasqua libera da ogni mafia.           No, voleva dare un esempio ai figli. L'onestà. L'eredità non era sua. Rispedì al mittente il pacco. Preferiva piantare quell'albero e voleva farci una festa. Ci voleva qualche magia, quello sì, come agnello sacrificante.