FATTERELLI

Post N° 172


GUARDA LA CASCATA DI UN QUALCOSA CHE SI SENTE DENTROVincenzo fece fatica a rimuovere una striscia di merda dalla tazza del cesso pisciandoci sopra. Ne restò avvinto. La debolezza del suo getto d'urina contro la forza della sua merda. C'è niente di metaforico? Il bene e il male. La felicità e il dolore. Ebbe la folgorazione, come aver visto quella donna fare pipì al parco l'altro giorno. Lui aveva solo 13 anni e i ragazzi della sua età già si masturbavano ammettendolo, ma lui non si dichiarava manodipendente. Sentendo profumo di cucina, entrò dove Candida e Filottete, i suoi genitori, amavano trastullarsi e, sputò: -Non è infrequente leggere sui giornali che Tizio o Caio ha pianto di gioia, sia per aver vinto una gara difficile, sia perché uno stretto parente è stato strappato alla morte da un'operazione audace, sia per il ritrovamento di un congiunto o di un caro amico che si credevano perduti. La soddisfazione o il premio o il felice evento giungono dopo un periodo di lotte, di angustie, di dolori fisici e morali. Si può dunque pensare, in prima approssimazione, che il pianto non sia, in tali casi, relativo alla gioia finale: ma sia quello che si sarebbe potuto e dovuto verificare precedentemente, nei giorni tristi, e che è stato per così dire rimandato e posticipato. Ma il pianto di gioia? E' sempre un effetto ritardato? Non lo crediamo. Se a un bimbo di cinque anni, metti Diego, procurate la gioia più intensa e meno prevista, il bambino non piangerà. Che cosa distingue, pertanto, il comportamento diverso dall'adulto, in uguali circostanze? Semplicemente questo: l'adulto sa, e il bambino non sa, che qualsiasi gioia è effimera. Perciò nei momenti in cui la felicità sembra mandarci quasi oltre i limiti della nostra tolleranza, una nota risuona nel profondo: non durerà in eterno! E possiamo piangere non già di felicità, ma anticipando, questa volta, senza saperlo, il tramonto e l'estinzione della felicità che ci sfiora. Il pianto di gioia non esiste: si piange sempre, e comunque, di dolore.-Candida si era emozionata e con le lacrime di gioia: Quanto è intelligente! Menomale che l'abbiamo fatto troppo sveglio!Il marito Filottete: Ma allora non hai capito un cazzo!