
James Dean & Liv Tyler Times Square
(revisione con fotoshop)
Penso che sorridere sia sempre un ottimo modo per ripartire.
Veniamo al mondo piangendo perchè respirare per immettere aria nei polmoni, per far entrare la vita , deve essere un compitino non semplice per un cucciolo d'uomo appena venuto al mondo. Successivamente arriva il sorriso, quando riconosci a chi donarlo e quando senti di creare una felicità delirante nel volto di tua madre che ti guarda innamorata.
Recentemente mi sono resa conto che tempo addietro , sorridevo nella mente, negli occhi senza lasciare che il sorriso arrivasse alle labbra, era raro ma succedeva. Ora invece è diventato il carattere standard. Sveglia assonnata con sorriso, lite-pace con sorriso finale, aria assente con sorriso sognante, viso sfatto di lacrime con sorriso finale colmo di speranza. Qualcuno penserà che sia pretenzioso e poco probabile, il rischio è quello di non essere creduta e presa seriamente: ma credo che chi non sa "leggere" un sorriso sia un'analfabeta emotivo o un adulto che da piccolo non ha ricevuto affetto, coccole e amore. Quando ero piccola e vedevo la paura negli occhi degli adulti la scambiavo per maturità e savoir vivre. Ma non lo era. La paura è paura, punto.
Nascosta o camuffata da un apparente calma e compostezza va combattuta e, anche in questo caso, un sorriso può fare molto. Quasi sempre, la maggior parte delle nostre paure, sono irrazionali e labili che farci una risata sopra le fa crollare come un castello di sabbia.
La paura della solitudine per esempio, o di non trovare l'altra metà della mela, la persona che sopporterà il disordine nei nostri armadi e nella nostra mente. Svegliarci soli con la paura di sprecare un'occasione correndo dietro a mille altre, sempre con la paura di perdere qualcuno. Siamo soli e non c'è niente di deprimente in questo. Siamo soli con noi stessi nella nostra vita, che non è scambiabile o barattabile. Noi siamo i protagonisti e nostra è la strada da intraprendere e trovare un compagno/a di viaggio non è solo fortuna ma anche impegno ed edificazione. Camminare temendo continuamente di essere soli sortirà l'effetto di sgretolare la nostra strada creando una voragine che ci porterà a credere che da soli non potremo mai farcela. Ma ovvio che si può fare! Da soli siamo venuti alla luce e da soli possiamo proseguire con orgoglio. Poi, intraprendere un cammino con gli altri, verrà da se. Sarà semplice e naturale, se non passeremo tutto il tempo a spiare il baratro per paura di cadere. Si cade comunque e ci si rimette in piedi, con delle ferite e un'esperienza in più. Il burrone è solo un ameno paesaggio, lasciamolo dove sta. Chi stiamo cercando, probabilmente cammina vicino a noi, con un sorriso che non avevamo visto.