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"Trieste: zità de veci? ...No! de zente vissuda!"

Post n°2 pubblicato il 28 Ottobre 2006 da emmausb
 
Foto di emmausb

E' passato già un anno da quando ho inserito le prime righe in questo blog e di cose avvenute in questi 369 giorni ce ne sarebbero da raccontare. Sono entrato nella seconda parte della vita e dal giro di boa ho cominciato un nuovo percorso. Fin da piccolo ho avuto la passione per lo scrivere. Forse più per me che per gli altri... ma come tutte le cose che al loro giusto tempo maturano, anche le mie idee, semi sparsi nei quotidiani andirivieni del tempo, sono pian, piano cresciuti, prima sotto la terra e poi, lentamente, facendo capolino nel mondo visibile, come piccoli germogli, teneri e freschi ma pronti a diventare arbusti, o alberi da frutto...

In aprile di quest'anno, 2006, ho pubblicato il mio primo audio-book di poesie. Dopo centinaia di rime riversate sui fogli, in italiano, ho sentito il forte impulso di far parlare il cuore con la lingua madre, la lingua natale, il dialetto, quello che, nella prefazione del libro da ascoltare, definisco il "gergo del cuore". In pochi mesi ho scritto una valanga di poesie in triestino moderno, molto italianizzato, esprimendo con esso i sentimenti che, parcheggiati da tempo nel mio spirito, avevano bisogno di prendere un po' d'aria e così sono venuti alla luce versi che, accompagnati da musiche create apposta per questi, si sono propagati nell'etere ancor prima che nelle pupille dei lettori.

Il 20 aprile, presso la Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste, grazie all'ospitalità del direttore e regista Antonio Calenda, e alla valida collaborazione di tutto il personale del teatro, con la regia di Luciano Pasini, le luci di Paolo Giovanazzi, la fonica di Carlo Turetta e Borut Vidau, i mixer luci e video di Massimo Carli e Alexandro Majcan e il servizio fotografico di Daniela Sferco, ha visto la luce il Recital "Trieste: zità de veci? ...No! de zente vissuda!", uno spettacolo multimediale che ha immediatamente trovato un notevole successo e replicato poi in altre sale più o meno grandi della città, fino ad iniziare a fine settembre un Tour per le scuole medie inferiori e superiori cittadine.

A sei mesi di distanza, dopo cinque che in pieno centro cittadino, in Corso Italia, campeggia una vetrina show-room con foto, testi e video del recital e dell'audio-book, e per un paio di mesi anche l'audio, fino al giorno che dei vandali hanno pensato bene di scardinare e rompere gli altoparlanti... a sei mesi di distanza, dicevo, la gente continua ad apprezzare il cd e il recital. Chi ha avuto la possibilità di ascoltarlo, me ne ha dato conferma più volte, l'ha riascoltato ancora, utilizzandolo come un cd di canzoni o musica che si desidera sentire più volte, per poterlo apprezzare ancor di più e per poter ottenerne tutto ciò che quelle vibrazioni, fatte di parole e melodie, possono trasmettere al cuore e all'anima.

Ho atteso del tempo, prima di riportarne qui la mia gratificazione. Non è semplice far sentire i propri sentimenti attraverso le proprie poesie, i propri scritti, tuttavia quando si riesce, credetemi, è una cosa stupenda. Sapere che nei momenti più impensabili ci siano delle persone che, sparse un po' ovunque, mi stanno leggendo il cuore o ascoltando la sua voce, è cosa che può già costituire l'arrivo per un autore.

Così, di soddisfazione in soddisfazione, il sapere che l'invito, da me offerto, a comprendere, comprendersi e comprenderci, continua a viaggiare, d'orecchio in orecchio, allieta il mio quotidiano e insinua in me, utopico acquario, la speranza che il mondo si possa migliorare nel momento in cui i cuori, denudati dalle cortecce del vissuto, si aprono all'ascolto e al dialogo con gli altri cuori.

Riporto qui, la prefazione dell'audio-book, affinchè chi ancora non lo conosce, possa capire meglio di cosa si tratta. Cercando sui motori di ricerca, come google, Emmanuele e Trieste, scoprirete le varie cose pubblicate finora, e potrete leggere alcune delle 30 poesie contenute nel cd ma ricordando che, proprio a detta di chi ha letto e ascoltato, una cosa è leggerle e un'altra ascoltarle. Io sono sempre stato dell'avviso (per Ungarettiana memoria... ma anche per Biagio Marin...) che riuscire a sentire le poesie dalla voce dell'autore stesso è cosa ben diversa che dall'ascoltarle da altre voci o dal leggerle soltanto...

Continuerò, fin dove sarà possibile, a portare in giro il recital gratuitamente, com'è stato fino ad oggi... e, quindi, i sentimenti del mio cuore, non molto dissimili dagli altri, anzi, ma con una ruga di speranza in più, e cioè che chi la pensa nello stesso modo si aggreghi al coro.

Prefazione di "Trieste: zità de veci? ...No! de zente vissuda!"

Il dialetto è la voce del feto che, fin dal grembo materno, si arricchisce di conoscenza, ancor prima di poter farne esperienza attraverso i propri occhi e i propri orecchi. E’ la lingua che accompagna il vivere quotidiano di ognuno e che lo colora fin dai primi fotogrammi di vita. Il dialetto è una storia infinita, di storie e di vite, un gergo del cuore, prima ancora della parola, lingua sola che non dev’essere tradotta dai sentimenti, perché in loro, proprio in loro, ne risiede l’embrione, da lì ne riceve il calore che poi manifesta, passando per la testa e traducendosi in suoni che, con l’aiuto delle espressioni, si rendono comprensibili a cuori simili, a orecchi compatibili.

 

E come, quindi, se non con la voce del cuore, parlare agli altri cuori, trasmettere i propri sentimenti, le proprie sensazioni. Come dimenticare coloro che di sensazioni, negli anni, ne hanno avute di tutti i tipi, come dimenticare o non comprendere le vite di persone “vissute” come gli anziani? No, non vecchi, ma vissuti, di felicità e drammi, di gioie e traumi, di corse a mozzafiato e di soste a riprenderlo, il fiato. Vite fatte di “se pol” e “no se pol”, di “vojo, ma no posso”, di attese e di speranze, di “viva là e po’ bon!”, di mete ottenute e di passate esultanze, passate, ma pur sempre vissute.

 

Se chi ha vissuto potrà riconoscersi e se chi ancora deve vivere i propri anni, riuscirà a comprendere, le gioie e gli affanni, le illusioni e i disinganni che la vita propone e a volte propina, ebbene, allora, tutto questo non sarà stato vano. Se scaturirà, in voi, emozione, anche una sola poesia, avrò raggiunto lo scopo, quello di potervi toccare, con il cuore e con l’anima mia, accarezzando il sogno che l’emozione e l’amore possano entrare ed uscire da ogni cuore e che questi possano aiutare a comprendersi, a comprenderci e a comprendere.   

L'autore, Emmanuele B.

 
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