Il Cardiopatico

Obiettivi di analisi (come una gamba ed un arbusto possono cambiare la vista)


I due sedevano vicini.. quasi toccandosi.. ma i loro occhi non erano mai stati tanto lontani tra loro.. e non tanto per lo strabismo che cinicamente turbava entrambi ormai da diverse decadi, quanto per le loro attenzioni ormai differentissime (sempre tra loro nda). Spiego.. Gino, quello alto, amava guardare i cani giocare con i bambini, amava guardare le belle signore che ancora riuscivano a destare in lui qualche ombra di desiderio, amava soprattutto il guardare.. l’atto del mirare le diverse forme di vita, e come queste interagiscono tra loro.Mario, quello sempre alto ma un po’ di meno, amava invece scordare il proprio sguardo tra le nuvole nel cielo, amava osservare come quel celeste in diversi momenti della giornata si tingeva di sfumature nuove, amava soprattutto perdersi.. l’atto del perdersi contemplando ciò che non si è mai capito e mai si riuscirà a capire..Gino era un attento osservatore; Mario, invece, un sognatore.Sedevano vicini.. come stavo raccontando.. senza tuttavia incrociare mai i propri sguardi.Quando d’improvviso un bambino braccato da un cane, tentando di fuggire dall’appena citato cane, entrò nel campo visivo di Mario; che si era assorto nell’osservare come il vento faceva muovere i fiori di un bruttissimo arbusto poco distante. Mario il sognatore quasi non se ne accorse: tanto per lui era denso di poesia quello schifo di arbusto spazzato da quel fastidiosissimo vento.Fu Gino l’attento osservatore invece ad accorgersene: tanto per lui era interessante quel bambino che probabilmente stava scontando il dispetto fatto poco prima al cane.Se ci fosse stato un qualcuno in mezzo ai due avrebbe visto in primo piano il cane con il bambino, ed in secondo piano il vento con l’arbusto..Invece loro riuscivano a cogliere solo una delle due realtà. Come stregati da una qualche maledizione scagliata da un’ottica-fattucchiera.Ma..la provvidenza divina volle che il cane proprio in quel momento riuscisse ad azzannare la gamba sinistra del bambino, che inevitabilmente trillò il dolore in modo molto fastidioso.. Mario non si mosse.. Gino neppure.. figuriamoci se due barboni dall’apparenza molto poco rassicurante potevano aver voglia di aiutare il povero bambino. Ma il bambino continuava a trillare di dolore.. E i due continuavano a guardarlo.. senza muoversi.. senza scomporsi.. solo molto interessati lo fissavano avidi di curiosità.. entrambi..Chi invece si mosse fu la mamma del suddetto bambino.. che noiosamente si agitò tutta preoccupatissima per il suo marmochietto, che forse rischiava di aver preso la rabbia da quel cagnaccio malefico (che aveva osato innervosirsi quando il bambino aveva tentato di giocare al tiro alla fune con la sua coda. probabilmente) che portò via il bambino.. che piangeva.. che trillava –mamma.. aia mamma.. mi fa male mamma.. mamma.. mi compri la playstation 3?- I due assistettero alla scena immobili.. (non che la scena di per sé avesse una tale carica mistica da giustificare un ballo medio-orientale di preghiera). Ma poi, d’un tratto, si girarono l’uno verso l’altro; increduli.. avevano appena posto attenzione alla stessa cosa! avevano appena guarito il loro strabismo relazionale! Dopo tanto tempo.. Un caso.. un piccolo caso.. un bambino che passa nell’arco di spazio giusto al momento giusto.. la vendetta del cane.. Mario che osserva.. Gino anche.. un solo piccolo caso.. Li aveva guariti.. A volte vi sono differenze che non si vogliono cambiare.. e che poi fanno diventare strabici..Gino forse avrebbe potuto trovare la vita anche nelle foglie e nelle pippe mentali di Mario.. E Mario avrebbe forse potuto sognare nella carne di Gino e nei suoi obiettivi di analisi (?)..Quella notte.. dopo 13 anni.. Gino e Mario fecero di nuovo l’amore.    Nota dell’autore: Gino era bisessuale.Nota del redattore: la ripetizione della proposizione “ad un tratto” è artisticamente voluta.