Creato da PROF.DI.FILOSOFIA il 15/08/2005
ovvero sulla Ricerca della Felicità

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Lettera sulla Felicità/4

Post n°5 pubblicato il 16 Agosto 2005 da PROF.DI.FILOSOFIA

Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene e il vecchio a ben morire è stolto non solo per la dolcezza che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte.

Ancora peggio chi va dicendo: bello non essere mal nato, ma, nato, al più presto varcare la soglia della morte.

Se è così convinto perché non se ne va da questo mondo? Nessuno glielo vieta se è veramente il suo desiderio. Invece se lo dice così per dire fa meglio a cambiare argomento.

Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario.

Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità, altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.

Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.

Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.

Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore.

E' bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene tralasciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai piaceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.

Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura, ma noi non li scegliamo tutti. Allo stesso modo ogni dolore è male, ma non tutti sono sempre da fuggire.

Bisogna giudicare gli uni e gli altri in base alla considerazione degli utili e dei danni. Certe volte sperimentiamo che il bene si rivela per noi un male, invece il male un bene.

Consideriamo inoltre una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto, convinti come siamo che l'abbondanza si gode con più dolcezza se meno da essa dipendiamo. In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile.

I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.

 
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Commenti al Post:
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 18/08/05 alle 00:22 via WEB
Il discorso sui bisogni lo ho proprio a cuore come soprattutto lo dovrebbero avere chi personalmente(me) guarda il suo bene,come chi per mandato influisce nei bisogni di tutti,le political issue economiche sociali. Bisogna anche ammettere che a livello generale formulare una teoria che possa indirizzare delle scelte,-stesso problema di una teoria che ponga la felicità come fine condivisibile- è missione ardua per l'accordo sul contenuto della felicità,e quindi sui bisogni da privilegiare per il raggiungimento dell'agognata meta. Cercando di ricontestualizzare il discorso di Epicuro nell'oggi è di certo molto più attuale delle vulgate della filosofia economica neoclassica il cui modello di sviluppo sembra equiparare la felicità alla sola crescita delle ricchezza in termini di risorse monetizzabili. Non vorrei spostare il discorso allo scontato(anche se non proprio per chi ha potere con le proprie decisioni di influenzare la collettività)detto che i soldi non fanno la felicità,ma semmai capire le difficoltà che intervengono dal passaggio di una buona filosofia sulla felicità,quantomeno in termini argomentativi,e la sua effettiva rispondenza alla complessità del sociale. Epicuro sembra(se ho afferrato bene)mettere in risalto non la contingenza del bisogno ma l'accurata ponderazione dell'uso e della ricerca del piacere affinchè questi non divengano schiavitù e per converso si possano apprezzare anche le piccole cose. D'altronde il bisogno e i rispettivi piaceri sono un frutto storico e scivolerebbe nel soggettivismo delle identità,dei contesti e delle circostanze. Opinabile quando afferma che con scelte ottimali "la bufera interna cessa" inquanto se è vero in un piccolo tempo circostritto,il vortice della mancanza riaffiora in molteplici forme,di cui il verso precedente menziona con "noi indirizziamo ogni nostra azione" ma non sembra considerare che sia il piacere del corpo sia la razionalità possono entrare in conflitto nella persona stessa e nei rapporti sociali. Sembra che dia per scontata una capacità razionale di discernimento e programmazione dell'azione che adesso è tutt'altro che praticabile.Ovviamente il suo contesto non doveva affrontare le dinamiche comunicative attuali che noi affrontiamo. Il "piacere principio e fine della vita felice" potrebbe dare esiti del tutto opposti in una società che vende immagini di piacere multiple se non si parla del contenuto del piacere.
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PROF.DI.FILOSOFIA
PROF.DI.FILOSOFIA il 18/08/05 alle 17:47 via WEB
Apprezzo il tuo spirito analitico, ma la mia idea originaria era pubblicare tutta la lettera per poi avviare un discorso complessivo sulla "Etica della felicità#piacere nel XXI secolo". Ti va l'idea?
(Rispondi)
 
 
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 22/09/05 alle 00:49 via WEB
cavolo sono passato e pensavo che non stesse andando avanti la situazione...si certo che mi va...scusami se ho preso un percorso personale. a presto allora..
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laancella
laancella il 18/08/05 alle 01:12 via WEB
raro e prezioso. in questo mondo parallelo trovo una luce-a.
(Rispondi)
 
PROF.DI.FILOSOFIA
PROF.DI.FILOSOFIA il 18/08/05 alle 15:14 via WEB
Grazie. Torna quando vuoi. Alla fine della pubblicazione della Lettera spero che si potrà discutere seriamente in modo complessivo su questo tema della felicità...che interessa tutto questo mondo!
(Rispondi)
minsterr999
minsterr999 il 25/03/09 alle 03:43 via WEB
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