Creato da PROF.DI.FILOSOFIA il 15/08/2005
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Lettera sulla Felicità/5   fine

Post n°6 pubblicato il 18 Agosto 2005 da PROF.DI.FILOSOFIA

Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d'apprensione verso i bisogni della vita ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un'esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio questa condizione e indifferenti verso gli scherzi della sorte.

Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci, come credono coloro che ignorano il nostro pensiero, o lo avversano, o lo interpretano male, ma quanto aiuta il corpo a non soffrire e l'animo a essere sereno.

Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza.

Di tutto questo, principio e bene supremo è l'intelligenza delle cose, perciò tale genere di intelligenza è anche più apprezzabile della stessa filosofia, è madre di tutte le altre virtù. Essa ci aiuta a comprendere che non si dà vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, né vita intelligente, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili.

Chi suscita più ammirazione di colui che ha un'opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare ?

Questo genere d'uomo sa anche che è vana opinione credere il fato padrone di tutto, come fanno alcuni, perché le cose accadono o per necessità, o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo o lode.

Piuttosto che essere schiavi del destino dei fisici, era meglio allora credere airacconti degli dei, che almeno offrono la speranza di placarli con le preghiere, invece dell'atroce, inflessibile necessità.

La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa - la divinità non fa nulla a caso - e neppure qualcosa priva di consistenza. Non crede che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire l'avvio a grandi beni o mali.

Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.

Medita giorno e notte tutte queste cose e altre congeneri, con te stesso e con chi ti è simile, e mai sarai preda dell'ansia. Vivrai invece come un dio fra gli uomini.

Non sembra più nemmeno mortale l'uomo che vive fra beni immortali.
 
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Commenti al Post:
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 18/08/05 alle 22:40 via WEB
In effetti il discorso che ho fatto ieri non trova molto senso,dato che il testo continua e le mie riflessioni,frutto dell'ansia vogliono bruciare le tappe... Prometto(cosa grossa!)di non voler arrivare subito alla fine. A presto
(Rispondi)
laancella
laancella il 20/08/05 alle 01:45 via WEB
anche se medito giorno e notte è duro inziare un discorso sulla felicità. partirei da una frase che mi ha colpito profondamente:"In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile". aiutatemi a decifrarla...
(Rispondi)
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 23/08/05 alle 00:21 via WEB
Oramai io penso di aver metabolizzato l'ansia di arrivare subito alla fine,e mi piacerebbe lanciare uno spunto di discussione. Ultimamente stà emergendo un modello analitico dalle scienze economiche che dà rilevanza alla collaborazione pittosto che la competizione,ai beni relazionali invece che ai beni materiali,alla ricchezza come qualità della vita rispetto alla rinuncia per l'accumulo e il consumo misurato quantitativamente. Non a caso emergono nomi come "economia della felicità" che integra una filosofia in modo forte,e stanno rivoluzionando il paradigma tradizionale,quello che il benessere per intenderci era solamente misurato come aumento del reddito. Questo credo sia una grande progresso ma indubbiamente adesso la filosofia deve cominciare ad assumersi delle serie responsabilità,inquanto partecipe della formazione delle politiche economiche e alla risoluzione di problemi concreti. Il fattore che ha più contribuito a questa integrazione è stata la tecnologia,le reti,e la complessità che ne segue. La mia provocazione è questa:gli ingegneri che stanno contribuendo all'espansione delle nuove tecnologie,hanno ovviamente un punto di vista strumentale ma ideologicamente ottimistico rispetto agli sviluppi che questa può comportare a livello di benefici sociali,e ovviamente sono loro che governano il fenomeno attualmente,sia nella pratica che nella convegnistica in merito. Stò dicendo che stanno loro facendo filosofia e con un preciso punto di vista,molto forte. Quando c'è scambio culturale tra discipline di solito è la psicosociologia che fa da controaltare,con armi limitate ovviamente. Non sarebbe ora che la filosofia,non quella teorica certo,scenda in campo facendo sentire la sua voce? Non è proprio questo il suo momento data la complessità dei fenomeni e l'importanza che stanno assumendo a livello sociale? Perchè lasciarla fare agli ingegneri e ai sociologi solamente? Io credo che non può più esistere soltanto una filosofia che specula,ma mai come ora c'è bisogno di un gran sforzo da parte della disciplina,forse ancor più degli anni passati. E' impossibile?
(Rispondi)
 
ladymiss00
ladymiss00 il 04/09/05 alle 02:59 via WEB
credo ke ci sia una convergenza di interessi già da tempo e in progressivo aumento. d'interesse collettivo, l'integrazione tra scienze umane e tecnologia perké questa ha creato una cultura ke di rimando stiamo rielaborando anke qui adesso, molte ricerke sono state fatte e altre ancora, ogni ramo riveste l'aspetto specifico di interesse. L'aspetto degli investimenti economici viene naturalmente strumentalizzato dalle esigenze e dalle scelte politike. Grazie a tuti e buonanotte. Milena
(Rispondi)
 
 
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 22/09/05 alle 00:38 via WEB
il mio discorso Milena si riferiva a quella parte di competenze ovviamete settoriali che intervengono a livello di dibattito scientifico per guidare la POLITICA ECONOMICA attraverso la LEGGE.Sappiamo tutti..non siamo più bambini che le voci in campo sostengono degli interessi e sappiamo oltretutto che gli interessi più forti sono quelli ECONOMICI,ma sappiamo anche che questi chiamiamoli gruppi di pressione fanno lava per l'intervento NORMATIVO affinchè si dia al settore un certo indirizzo piuttosto che un'altro. Gli interessi dell' economia dell'innovazione li sostiene a livello di dibattito scientifico personalità che vengono dall'INGEGNERIA ovviamente,funzionali al lavoro che fanno e di cui sono pagati.La mia critica era che se il pensiero ingegneristico in relazione all'innovazione digitale ha una sua filosofia portante e è di un certo tipo(lasciamolo in sospeso per adesso..)perchè le discipline filosofiche (dato che noi continentali ne siamo i veri eredi)hanno così perso potere di intervento?perchè non c'è pressione nella convegnistica istituzionale di carattere DIRETTIVO,dove si incontrno gli opinion market e dicision maker..quelli che dopo i discorsi devono valutare il detto per decidere insomma? che la filosofia debba ancora essere subordinata ad un pensiero passivo contempltivo? e perchè..per mancanza di potere o disimpegno? Io una mezza risposta la ho e è la seconda,perchè non ci si vuole assumere la concreta responsabilità di assumere l'attualità come vero oggetto di studio,quantomeno a livello di ricerca. I guru che possono parlare sono o transalpini o vengono dalla sociologia...forse pretendo troppo,ma in certe problematiche che si parla di digital divide della CONOSCENZA tralaltro perchè non si sente un'enunciato filosofico?
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eraunsogno
eraunsogno il 23/08/05 alle 11:33 via WEB
Vorrei dirti il mio pensiero con una poesia da me scritta tempo fa...anche se penso la felicità non sia nelle grandi cose ma, soprattutto nei piccoli gesti e vittorie anche per cose banali La Felicità.." 11/07/2002 di eraunsogno …essere felici…Non è mai possibile..! La tua felicità sta sempre nelle mani di qualcuno. Il dramma sta nell’assurdo….. Quel qualcuno nemmeno lo sa! La felicità è rendere felici gli altri. Negli altri,forse,sei felice anche tu?! Negli altri,forse,c’è anche chi ha la tua felicità nelle sue mani…. Che strana la vita… Fai cose impensate, segui sogni stupendi. Lo strano è nel fatto che chi ha soffiato nella tua bolla di sapone Lo stesso,con uno spillo, l’ ha fatta scoppiare. A te solo gli schizzi negli occhi e , lacrime di bruciore. Sognavi lacrime di gioia ma , sono solo sogni…. Anche i tuoi sogni, non parlano di felicità… …i tuoi sogni sono tristi. Non hai nessuno per poter sognare. Non sei di nessuno…o forse si?! Poco importa. Qualcuno non sa cosa c’è nelle sue mani, tu si. Tu sai che nelle mani di qualcuno sta tutto. Peccato…Che strana la vita….. ..ognuno di noi decide della felicità di un altro !
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solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 03/09/05 alle 15:33 via WEB
Evidentemente qui a nessuno interessano cose generali...in effetti non è il posto giusto..ma un pò mi dispiace,soprattutto per la maggior parte delle persone che credono che la tecnologia è direttamente collegata alla cittadinanza attiva indiscriminatamente. La mia felicità era quella,e non solo per fini solidaristici,ma per vedere fino a che punto avesse potuto interessare l'argomento a tutti quelli(la maggior parte)che nei blog parlano di temi prettamente filosofici. Però con un pò di rammarico,credo che la filosofia in questi casi sia usata per abbellimento,per colorare un'immagine di ralazione con cui proporsi. Certo che io spostandola su una tematica politica non ho facilitato il tutto..ma ci ho provato. un saluto
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marcella53
marcella53 il 17/03/06 alle 02:03 via WEB
cosa scorre ora?
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Mirose06
Mirose06 il 21/04/06 alle 22:27 via WEB
"Saper vivere di poco...", è possibile, a mio avviso, se parliamo di beni materiali, più difficile se parliamo di sentimenti:non sempre ci accontentiamo, tendiamo sempre al meglio, a vivere sentimenti pieni, completi, siano essi di amicizia,di amore, di solidarietà e condivisione. Forse è giusto così. Ciao Mirose.
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minsterr999
minsterr999 il 25/03/09 alle 04:37 via WEB
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