Creato da PROF.DI.FILOSOFIA il 15/08/2005
ovvero sulla Ricerca della Felicità

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Ultimi Commenti


 
ladymiss00
ladymiss00 il 04/09/05 alle 02:59 via WEB
credo ke ci sia una convergenza di interessi già da tempo e in progressivo aumento. d'interesse collettivo, l'integrazione tra scienze umane e tecnologia perké questa ha creato una cultura ke di rimando stiamo rielaborando anke qui adesso, molte ricerke sono state fatte e altre ancora, ogni ramo riveste l'aspetto specifico di interesse. L'aspetto degli investimenti economici viene naturalmente strumentalizzato dalle esigenze e dalle scelte politike. Grazie a tuti e buonanotte. Milena

 
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 03/09/05 alle 15:33 via WEB
Evidentemente qui a nessuno interessano cose generali...in effetti non è il posto giusto..ma un pò mi dispiace,soprattutto per la maggior parte delle persone che credono che la tecnologia è direttamente collegata alla cittadinanza attiva indiscriminatamente. La mia felicità era quella,e non solo per fini solidaristici,ma per vedere fino a che punto avesse potuto interessare l'argomento a tutti quelli(la maggior parte)che nei blog parlano di temi prettamente filosofici. Però con un pò di rammarico,credo che la filosofia in questi casi sia usata per abbellimento,per colorare un'immagine di ralazione con cui proporsi. Certo che io spostandola su una tematica politica non ho facilitato il tutto..ma ci ho provato. un saluto

 
eraunsogno
eraunsogno il 23/08/05 alle 11:33 via WEB
Vorrei dirti il mio pensiero con una poesia da me scritta tempo fa...anche se penso la felicità non sia nelle grandi cose ma, soprattutto nei piccoli gesti e vittorie anche per cose banali La Felicità.." 11/07/2002 di eraunsogno …essere felici…Non è mai possibile..! La tua felicità sta sempre nelle mani di qualcuno. Il dramma sta nell’assurdo….. Quel qualcuno nemmeno lo sa! La felicità è rendere felici gli altri. Negli altri,forse,sei felice anche tu?! Negli altri,forse,c’è anche chi ha la tua felicità nelle sue mani…. Che strana la vita… Fai cose impensate, segui sogni stupendi. Lo strano è nel fatto che chi ha soffiato nella tua bolla di sapone Lo stesso,con uno spillo, l’ ha fatta scoppiare. A te solo gli schizzi negli occhi e , lacrime di bruciore. Sognavi lacrime di gioia ma , sono solo sogni…. Anche i tuoi sogni, non parlano di felicità… …i tuoi sogni sono tristi. Non hai nessuno per poter sognare. Non sei di nessuno…o forse si?! Poco importa. Qualcuno non sa cosa c’è nelle sue mani, tu si. Tu sai che nelle mani di qualcuno sta tutto. Peccato…Che strana la vita….. ..ognuno di noi decide della felicità di un altro !

 
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 23/08/05 alle 00:21 via WEB
Oramai io penso di aver metabolizzato l'ansia di arrivare subito alla fine,e mi piacerebbe lanciare uno spunto di discussione. Ultimamente stà emergendo un modello analitico dalle scienze economiche che dà rilevanza alla collaborazione pittosto che la competizione,ai beni relazionali invece che ai beni materiali,alla ricchezza come qualità della vita rispetto alla rinuncia per l'accumulo e il consumo misurato quantitativamente. Non a caso emergono nomi come "economia della felicità" che integra una filosofia in modo forte,e stanno rivoluzionando il paradigma tradizionale,quello che il benessere per intenderci era solamente misurato come aumento del reddito. Questo credo sia una grande progresso ma indubbiamente adesso la filosofia deve cominciare ad assumersi delle serie responsabilità,inquanto partecipe della formazione delle politiche economiche e alla risoluzione di problemi concreti. Il fattore che ha più contribuito a questa integrazione è stata la tecnologia,le reti,e la complessità che ne segue. La mia provocazione è questa:gli ingegneri che stanno contribuendo all'espansione delle nuove tecnologie,hanno ovviamente un punto di vista strumentale ma ideologicamente ottimistico rispetto agli sviluppi che questa può comportare a livello di benefici sociali,e ovviamente sono loro che governano il fenomeno attualmente,sia nella pratica che nella convegnistica in merito. Stò dicendo che stanno loro facendo filosofia e con un preciso punto di vista,molto forte. Quando c'è scambio culturale tra discipline di solito è la psicosociologia che fa da controaltare,con armi limitate ovviamente. Non sarebbe ora che la filosofia,non quella teorica certo,scenda in campo facendo sentire la sua voce? Non è proprio questo il suo momento data la complessità dei fenomeni e l'importanza che stanno assumendo a livello sociale? Perchè lasciarla fare agli ingegneri e ai sociologi solamente? Io credo che non può più esistere soltanto una filosofia che specula,ma mai come ora c'è bisogno di un gran sforzo da parte della disciplina,forse ancor più degli anni passati. E' impossibile?

 
laancella
laancella il 20/08/05 alle 01:45 via WEB
anche se medito giorno e notte è duro inziare un discorso sulla felicità. partirei da una frase che mi ha colpito profondamente:"In fondo ciò che veramente serve non è difficile a trovarsi, l'inutile è difficile". aiutatemi a decifrarla...

 
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 18/08/05 alle 22:40 via WEB
In effetti il discorso che ho fatto ieri non trova molto senso,dato che il testo continua e le mie riflessioni,frutto dell'ansia vogliono bruciare le tappe... Prometto(cosa grossa!)di non voler arrivare subito alla fine. A presto

 
PROF.DI.FILOSOFIA
PROF.DI.FILOSOFIA il 18/08/05 alle 17:47 via WEB
Apprezzo il tuo spirito analitico, ma la mia idea originaria era pubblicare tutta la lettera per poi avviare un discorso complessivo sulla "Etica della felicità#piacere nel XXI secolo". Ti va l'idea?

 
PROF.DI.FILOSOFIA
PROF.DI.FILOSOFIA il 18/08/05 alle 15:14 via WEB
Grazie. Torna quando vuoi. Alla fine della pubblicazione della Lettera spero che si potrà discutere seriamente in modo complessivo su questo tema della felicità...che interessa tutto questo mondo!

 
laancella
laancella il 18/08/05 alle 01:12 via WEB
raro e prezioso. in questo mondo parallelo trovo una luce-a.

 
solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 18/08/05 alle 00:22 via WEB
Il discorso sui bisogni lo ho proprio a cuore come soprattutto lo dovrebbero avere chi personalmente(me) guarda il suo bene,come chi per mandato influisce nei bisogni di tutti,le political issue economiche sociali. Bisogna anche ammettere che a livello generale formulare una teoria che possa indirizzare delle scelte,-stesso problema di una teoria che ponga la felicità come fine condivisibile- è missione ardua per l'accordo sul contenuto della felicità,e quindi sui bisogni da privilegiare per il raggiungimento dell'agognata meta. Cercando di ricontestualizzare il discorso di Epicuro nell'oggi è di certo molto più attuale delle vulgate della filosofia economica neoclassica il cui modello di sviluppo sembra equiparare la felicità alla sola crescita delle ricchezza in termini di risorse monetizzabili. Non vorrei spostare il discorso allo scontato(anche se non proprio per chi ha potere con le proprie decisioni di influenzare la collettività)detto che i soldi non fanno la felicità,ma semmai capire le difficoltà che intervengono dal passaggio di una buona filosofia sulla felicità,quantomeno in termini argomentativi,e la sua effettiva rispondenza alla complessità del sociale. Epicuro sembra(se ho afferrato bene)mettere in risalto non la contingenza del bisogno ma l'accurata ponderazione dell'uso e della ricerca del piacere affinchè questi non divengano schiavitù e per converso si possano apprezzare anche le piccole cose. D'altronde il bisogno e i rispettivi piaceri sono un frutto storico e scivolerebbe nel soggettivismo delle identità,dei contesti e delle circostanze. Opinabile quando afferma che con scelte ottimali "la bufera interna cessa" inquanto se è vero in un piccolo tempo circostritto,il vortice della mancanza riaffiora in molteplici forme,di cui il verso precedente menziona con "noi indirizziamo ogni nostra azione" ma non sembra considerare che sia il piacere del corpo sia la razionalità possono entrare in conflitto nella persona stessa e nei rapporti sociali. Sembra che dia per scontata una capacità razionale di discernimento e programmazione dell'azione che adesso è tutt'altro che praticabile.Ovviamente il suo contesto non doveva affrontare le dinamiche comunicative attuali che noi affrontiamo. Il "piacere principio e fine della vita felice" potrebbe dare esiti del tutto opposti in una società che vende immagini di piacere multiple se non si parla del contenuto del piacere.
 
 
 

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