Epifanie

L'arpa Birmana


(Biruma no tategoto)di Kon Ichikawa. Con Tatsuya Mihashi. 1956Film che si può assimilare ad una forma sonata musicale.Esposizione: la fine della guerra e il canto di pace, la strage sul colle del triangolo, la prigionia; Sviluppo: il viaggio (in flash back) e l’illuminazione di Mizushima. Ripresa: la ricerca dei commilitoni e il ritrovamento, l’addio ed il ritorno a casa. Si potrebbe definire un musical di guerra, contro la guerra.I momenti musicali sono immanenti all’azione del film e ne costituiscono i passaggi salienti.Il percorso spirituale di un uomo che cerca se stesso e quello di un gruppo di amici che, in preda al rimorso per averlo lasciato solo, cercano lui. Il film non indulge al patetismo; gli orrori della guerra sono mostrati senza inutili compiacimenti; anche la scelta di Mizushima di non tornare con loro per poter seppellire i morti non provoca sentimenti di pietà; anzi fa discutere; perché occuparsi dei morti in Birmania anziché dei vivi che attendono nella patria distrutta? Per portare la pietà là dove c’era stata tanta crudeltà è la non facile risposta. Accanto a qualche difetto come una certa prolissità e ripetività nella terza parte, molti sono i pregi di questo film: le inquadrature, il taglio delle scene, l’uso della luce e delle ombre, la profondità di campo, le figure fuori centro o schiacciate nei panorami.La tecnica di regia è quella di un maestro quale è Kon Ichikawa. Alcune scene sono di eccezionale bellezza. Alcune citazioni: la scena degli inglesi che avanzano cantando accompagnati dall’arpa di Mizushima è strepitosa;  il cammino di Mizushima verso Mudon; i ragazzi birmani che danno da mangiare al falso bonzo; il funerale del soldato ignoto giapponese; i birmani che seppelliscono i morti giapponesi vicino al lago; le riprese a Rangun; la lettura della lettera sul ponte della nave e le immagini del mare che scorrono sulle parole di Mizushima “ho superato i monti e guadato i fiumi come la guerra li aveva superati e guadati in un urlo insano; ho visto l'erba bruciata, i campi riarsi; perché tanta distruzione è caduta sul mondo? e la luce mi illuminò i pensieri; nessun pensiero umano può dare risposta a una domanda disumana; potevo solo portare la pietà dove era esistita la crudeltà”Commento di  verdoux.