Epifanie

Discorso sull'ineguaglianza - Jean-Jacques Rousseau


Il Discorso sull'origine e i fondamenti dell'ineguaglianza tra gli uomini (Discours sur l'origine et les fondements de l'inégalité parmi les hommes) è un testo scritto di Jean-Jacques Rousseau, pubblicato in Francia nel 1755. È anche citato col titolo più breve di Discorso sull'ineguaglianza.«Spogliando questo essere così costituito di tutti i dono sovrannaturali che egli abbia potuto ricevere e di tutte le facoltà artificiali che ha potuto acquistare soltanto mediante un lungo progresso, e considerandolo, in una parola, quale è dovuto uscire dalle mani della natura, vede un animale meno forte di alcuni, meno agile di altri, ma tutto sommato, quello organizzato più vantaggiosamente di tutti; lo vedo che si riposa sotto una quercia, si disseta al primo ruscello, trova il suo letto ai piedi dello stesso albero che gli ha fornito il pasto – ecco soddisfatti i suoi bisogni. La terra lasciata alla sua naturale fertilità e coperta di foreste che la scure non ha mai mutilato offre ad ogni passo delle riserve alimentari e dei giacigli agli animali di ogni specie»«La grandissima disuguaglianza nella maniera di vivere, l’eccessivo ozio degli uni e l’eccessivo lavoro degli altri, la facilità di eccitare e soddisfare i nostri appetiti e la nostra sensualità, i cibi troppo raffinati dei ricchi […], il cattivo nutrimento dei poveri, le veglie, gli eccessi di ogni genere, le esaltazioni smoderate di tutte le passioni, le fatiche e l’esaurimento dell’intelletto […]: ecco le prove funeste che la maggior parte di tutti i mali è opera nostra e che li avremmo evitati quasi tutti conservando la maniera di vivere semplice , uniforme e solitaria che ci era stata prescritta dalla natura»«Guardiamoci dunque dal confondere l’uomo selvaggio con gli uomini che abbiamo sotto gli occhi. La natura tratta gli animali abbandonati alle sue cure con una predilezione che sembra indicare quanto essa sia gelosa di questo diritto».«Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire “questo è mio” e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli, fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassini, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i pioli o colmando il fossato, avesse gridato ai simili: “Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno siete perduti!”»