Epifanie

Parla con Lei


Per me il miglior film di Almodovar e uno dei piùbelli di sempre.
LINK: Parla con Lei  - Pedro Almodóvar“Lydia e Marco”, “Alicia e Benigno”, “Marco e Alicia” sono il titolo dei tre capitoli di questo film straordinario e sono i nomi dei protagonisti e la linea dei rapporti che intercorrono o intercorreranno tra loro. Lydia, la torera atterrata nella Plaza de Toros, e Alicia, la ballerina vittima di un incidente, si ritrovano vicine di camera in coma ridotte ad uno stato puramente vegetativo nella clinica dove Benigno lavora come infermiere. Marco è un giornalista del “Pais” che, colpito dalla forte personalità di Lydia, se ne innamora e ne segue il tragico decorso in ospedale dopo la funesta corrida. Lì incontra Benigno che tutto il giorno, con una cura e una devozione che va ben al di la dei suoi doveri professionali, si prende cura di Alicia. La lava, la friziona, la veste e soprattutto le parla. Benigno, ancora vergine e che finora si è sempre solo occupato della madre appena deceduta, ha conosciuto Alicia, prima dell’incidente, vedendola alle lezioni di ballo nella scuola di fronte a casa sua e se ne è innamorato. Ora che è affidata alle sue cure egli è “felice” perché, in un certo senso può averla tutta per se. Lentamente Marco e Benigno diventano amici finchè Lydia muore e Marco parte. Benigno, che ha coltivato la passione di Alicia per i film muti, una sera vede una pellicola che lo sconvolge. Forse suggestionato da questa, possiede la ragazza e la mette incinta. Arrestato e messo in carcere è sconvolto dalla forzata separazione da Alicia. Marco torna, va a trovare l’infermiere in carcere, si trasferisce nella casa di lui. Dalla finestra che da sulla scuola di ballo, scopre che Alicia si è svegliata e lentamente sta tornando alla vita. L’avvocato lo informa che il bambino è nato morto ma lei si è miracolosamente ripresa. Marco vorrebbe comunicare la notizia a Benigno ma, sconsigliato a farlo, non dice nulla. La tragedia, ancora una volta, è dietro l’angolo: l’infermiere, non riuscendo più a sopportare la separazione dalla ragazza, si suicida. Il terzo capitolo, quello tra Marco e Alicia è il futuro appena abbozzato; l’unica apertura di un quadro altrimenti disperato. La figura di Benigno può essere vista in molti modi: un ritardato, un maniaco ma anche un uomo bambino, che non capisce e non concepisce il male, vittima e strumento di una “malattia” che è connaturata col mondo che non permette ai “buoni” di rimanere tali, non concede loro un angolo protetto che li possa salvare. Non c’è nessun vero cattivo. Il dolore che percorre tutto il film è generato dal Caos e contro di esso i singoli sono impotenti. I loro tentativi di porvi un freno con l’affetto, il cuore, la parola sfociano in un mare cupo e incontrollabile. Commento di a17540.