Epifanie

Inception


Un film di Christopher Nolan. Con Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Ellen Page. 2010.
Leonardo DiCaprio nel sogno del sogno d'un sogno: il triplice livello onirico, insieme con altre meraviglie, fa di Inception di Christopher Nolan un film ammirevole, assai contemporaneo, sospeso tra irrealtà e realtà, enigma e paradosso, specchio di tanti nostri smarrimenti e inquietudini. Il titolo Inception vuol dire origine, inizio: ma può anche essere inteso come immissione, innesto. DiCaprio bravissimo, uno specialista che sa introdursi nei sogni altrui per rubare i segreti del subconscio, viene incaricato da una multinazionale asiatica di fare il contrario, ossia di impiantare un pensiero fisso nel cervello di una vittima. Il pensiero è la volontà di mandare in fallimento l'azienda che la giovane vittima ha appena ereditato, così che l'analoga impresa asiatica possa trarne vantaggio. Già questa trama consente riflessioni sulla capacità di determinare il pensiero altrui, sulla impressionabilità mentale, sul cinismo di certi comportamenti industriali e della competizione. Ma la trama risulta persino sciocca al confronto con la sua fantastica rappresentazione: gusto del dedalo, intrecciarsi dei sogni, disordine psicologico legato all'amnesia. E lo spirito d'avventura con cui tutto ciò viene vissuto, insieme con il rimorso del protagonista che non sa perdonarsi di avere già sperimentato la Inception sulla moglie amatissima portandola alla morte, insieme con l'autoassenza ipnotica, con la somiglianza tra i sonni e sogni dell'esperimento e quelli del cinema. Il sentimento essenziale di questo film molto bello e affascinante è l'incapacità di distinguere il falso dal reale: non è una astrazione ma una concreta analisi della condizione prevalente. Il film stesso è per quanto è possibile il più simile al sogno; se lo spettatore non capisce qualcosa, pazienza, non è importante. Vi si uniscono non trucchi né effetti ma autentiche meraviglie di regìa: due parti della città che si fondono lentamente una nell'altra, specchi giganteschi che riflettono in mezzo alla strada, paradossi, squilibri, labirinti di passioni, l'emozione e lo sgomento del vuoto.di Lietta Tornabuoni - Da La Stampa, 24 settembre 2010 
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