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The Social Network

Post n°1590 pubblicato il 18 Novembre 2010 da a17540
 

Un film di David Fincher. Con Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake. Biografico, durata 120 min. - USA 2010.







Un'invenzione epocale, un successo mondiale, una battaglia legale. Diversa da tutte le altre battaglie legali perché combattuta da soggetti giovanissimi su un terreno in larga parte ignoto perfino ai contendenti.
Raccontare al cinema la nascita di una immensa community virtuale come Facebook significava anzitutto perimetrare il campo di gioco e definire le regole del racconto dosando abilmente vecchio e nuovo. The Social Network mette a fuoco subito almeno tre punti fondamentali grazie allo scintillante copione di Aaron Sorkin, a tutti gli effetti coautore del film diretto da David Fincher. Uno: si può diventare miliardari a vent'anni senza mai imparare a godersi la vita. Due: al tempo di Internet non conta chi ha avuto un'idea per primo, conta chi la sviluppa e soprattutto la condivide prima degli altri. Tre: non importa quanto colti, intelligenti o intraprendenti potete essere. Se avete superato i vent'anni non salirete facilmente sul treno in corsa dell'era digitale. Anzi è già tanto se lo vedete, quel treno.
Al centro di tutto c'è Mark Zuckerberg (un Jesse Eisenberg tutto ostinazione e furori repressi), lo studente che diede il via al network quando aveva appena 19 anni. E subito dopo i suoi soci, o aspiranti tali, che in seguito gli avrebbero intentato cause milionarie. Il co-fondatore Eduardo Saverin (Andrew Garfield), in teoria il cervello finanziario dell'operazione; i gemelli nati ricchi Tyler e Cameron Winkelvoss (Armie Hammer e Josh Pence), che offrirono a Zuckerberg la prima scintilla dell'idea senza immaginare cosa ne avrebbe fatto, anche perché troppo occupati con ragazze e canottaggio (irresistibile la scena in cui perdono due gare insieme, ritmata da una versione pop del Peer Gynt di Grieg immortalato da Fritz Lang in M, il mostro di Düsseldorf). Mentre intorno ai contendenti, tutti studenti di Harvard, si affanna un coro di avvocati, professori, rettori, che tentano con molto paternalismo e nessuna comprensione dei fatti di sbrogliare la matassa. Senza lontanamente immaginare la natura - economica, psicologica, generazionale - della posta in gioco. Che invece appare lampante all'altro grande protagonista del film, Sean Parker (Justin Timberlake), inventore di Napster e anello di congiunzione ideale fra due diverse epoche dell'evoluzione umana. Quella in cui eravamo ancora una mente e un corpo (donnaiolo, viveur e musicofilo, il dandy Parker sembra l'unico a godere del proprio corpo). E quella, in cui ci traghettano Facebook e C., che fa del corpo una parentesi mentre la mente coincide con una rete fluttuante di conoscenze e il piacere si confonde con la velocità.
Non era facile rievocare con tanta acutezza la nascita di Facebook imponendo al tempo stesso uno sguardo sul mondo che Facebook ha contribuito a creare. The Social Network è la prima foto ad alta definizione di un'epoca piuttosto restìa a mettersi in posa. Onore al merito.
di Fabio Ferzetti - Da Il Messaggero, 12 novembre 2010





 
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Un blog di: a17540
Data di creazione: 14/06/2010
 

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Un’epifania è un momento
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diventa "rivelatore"
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Applicato in ambito artistico permette di travalicare le consuete strutture sintattiche e arriva a toccare il fondo oscuro e inconfessato dell'animo umano. 

L’esempio più celebre e valido in ambito letterario è forse il monologo di Molly Bloom con cui si chiude l’Ulisse di James Joyce.
Lo scopo dell'artista in questo caso non è quello di insegnare ma di presentare la realtà in tutti i suoi aspetti nel modo più impersonale ed oggettivo possibile e di lasciare al lettore la possibilità di comprenderla attraverso la sua personale percezione.

 
 

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