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Messaggi di Gennaio 2012

Il Deserto

Post n°2970 pubblicato il 02 Gennaio 2012 da a17540
 

Mi è sempre piaciuto il deserto.
Ci si siede su una duna di sabbia. 
Non si vede nulla. Non si sente nulla.
E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.
 

dal Piccolo Principe
di Antoine de Saint-Exupéry

 
 
 

Il Deserto

Post n°2971 pubblicato il 02 Gennaio 2012 da a17540
 

Il deserto non è deludente, neppure qui, su questo limitare,
dove comincia appena. La sua immensità sovrasta tutto,
ingrandisce tutto e, in sua presenza la meschinità
degli esseri si dimentica
...
...
Svegliarsi ogni mattina in un punto diverso del vasto deserto.
Uscire dalla tenda e trovarsi davanti allo splendore
di un nuovo mattino:
tendere le braccia, stirarsi nell'aria fredda e pura;
riempirsi di luce e di spazio; conoscere, al risveglio,
la straordinaria ebbrezza di respirare solamente,
di vivere solamente...
...
da Il Deserto di Pierre Loti

 
 
 

Vivamus mea Lesbia atque amemus - Catullo

Post n°2972 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da a17540
 

Vivamus mea Lesbia atque amemus

Vivamus mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis!
soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

Viviamo e amiamoci

Viviamo, mia Lesbia, e amiamoci,
e i brontolii dei vecchi troppo severi
valutiamoli tutti un soldo!
I soli possono tramontare e risorgere:
ma noi, una volta che la (nostra) breve luce tramonta,
dobbiamo dormire un’unica eterna notte.
Dammi mille baci, poi cento,
poi mille altri, poi ancora cento,
poi di seguito altri mille, poi cento.
Poi, quando ne avremo fatti molte migliaia,
li mescoleremo, per non sapere [quanti sono],
o perché nessun malvagio possa farci il malocchio,
sapendo che sono così tanti. 

 
 
 

Quot basiationes - Catullo

Post n°2973 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da a17540
 

Quot basiationes

Quaeris quot mihi basiationes

tuae, Lesbia, sint satis superque.

quam magnus numerus Libyssae harenae

laserpiciferis iacet Cyrenis

oraclum Iovis inter aestuosi

et Batti veteris sacrum sepulcrum;

aut quam sidera multa, cum tacet nox,

furtivos hominum vident amores:

tam te basia multa basiare

vesano satis et super Catullo est,

quae nec pernumerare curiosi
possint nec mala fascinare lingua.

Quanti baci

Mi chiedi, Lesbia, quanti tuoi baci

mi siano sufficienti e di più.

Tanti quanti sono i granelli della sabbia africana

sparsa in Cirene ricca di silfio,

tra l’oracolo dell’infuocato Giove

e il sacro sepolcro dell'antico Batto;

o quante sono le stelle, quando tace la notte,

che vedono i furtivi amori degli uomini:

se tu mi dai tanti baci quanto questi,

è sufficiente e di più per Catullo, pazzo di te;

così che i curiosi non possano contarli,

né una lingua maligna maledirli.

 
 
 

Treno di notte per Lisbona - Pascal Mercier

Post n°2974 pubblicato il 26 Gennaio 2012 da a17540
 

Cosa può sconvolgere la vita di un grigio e prevedibilissimo insegnante di lingue classiche di Berna?
Raimund Gregorius è un filologo, un vero erudito, stimato professore dai pesanti occhiali e dall’aspetto trasandato, che i colleghi considerano pedante ma affidabile, e gli studenti si divertono a provocare, anche con telefonate nel cuore della notte, per metterne bonariamente alla prova la cultura e la memoria classica. 
Un uomo solido, che conduce, solo, una vita con tanti libri e senza troppi scossoni.
Poi, in una mattina di pioggia, vede una donna su un ponte, che guarda nel nulla, forse si vuole buttare; Gregorius teme il peggio e la ferma. La donna è “portoguês”: la dolcezza della parola, pronunciata in una lingua straniera, apre una crepa, di mistero e di fascino, nel cuore di Gregorius.
La donna dopo poco scompare, ma la crepa rimane, e quando, in una libreria antiquaria, Gregorius si trova tra le mani un piccolo libro scritto in portoghese e intitolato “Un orafo delle parole”, capisce che qualcosa di nuovo ha invaso la sua vita. Il libro risulta essere scritto da Amadeu Inácio de Almeida Prado, di Lisbona. Gregorius se ne fa leggere una frase dal proprietario della libreria: “se possiamo vivere solo una piccola parte di quanto è in noi, che ne è del resto?”.
A Gregorius crollano le barriere e le difese della sua vita protetta: abbandona la scuola, abbandona la sua casa e Berna. Sale su un treno diretto a Lisbona: lui, attento e razionale, sa che lo sta guidando la follia, forse, senz’altro l’insensatezza della ricerca di qualcosa che non ha un nome né un volto. Ma solo un suono dolce: “portoguês”.
A Lisbona Gregorius si muove lentamente e faticosamente, imparando la lingua e la città, prima maldestramente poi con progressiva sicurezza di sé, sulle tracce di Amadeu e della sua storia.
La sua ricostruzione lo porterà a conoscere i segreti del passato di Amadeu, stimatissimo medico al tempo della dittatura di Salazar, a metà degli anni 60, caduto in disgrazia dopo aver curato il boia Mendes, e riabilitato per aver militato nelle fila della resistenza.
Nelle pagine del libro di Amadeu, Gregorius legge pensieri e riflessioni sulla vita, scritte nei momenti più difficili del suo percorso, che diventano per lui una guida attraverso il dolore, l’orgoglio, e la coscienza di se stesso. Sono pagine dense, fitte, ognuna delle quali induce a riflettere. Sono la parte più convincente del romanzo. 
Guidato dalla sua capacità di filologo, Gregorius rivive la vita di Amadeu attraverso gli incontri, i luoghi, le persone che l’hanno conosciuto, spingendosi da Lisbona a Coimbra fino a Cabo Finisterre, dal consultório azul al Liceu, dai luoghi delle torture del periodo nero della dittatura, ai saloni dell’aristocrazia.
Quello di Gregorius è un viaggio che nasce come costruzione del passato, per diventare una scoperta di sé e del senso di libertà e coraggio che fanno parte della vita, qualunque essa sia. E il ritorno a Berna è un traguardo di consapevolezza e sfida, perché “la vita non è ciò che viviamo; è ciò che ci immaginiamo di vivere”.
Commento di 
Francesca Cingoli 

Pascal Mercierpseudonimo di Peter Bieri (Berna23 giugno 1944), è scrittore e Docente di filosofia presso l'Università di Berlino.
Treno di notte per Lisbona, (Mondadori), (2007)

"Quando il tempo di un’esistenza è agli sgoccioli, non ci sono più regole che contano. E allora è come se a uno desse di volta il cervello e fosse maturo per il manicomio. Ma in realtà è esattamente il contrario: al manicomio dovrebbero andarci quelli che non vogliono ammettere che il tempo è agli sgoccioli. Quelli che continuano come se niente fosse".

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: a17540
Data di creazione: 14/06/2010
 

AREA PERSONALE

 
 

Epifania, dal greco
επιφάνεια,
epifaneia, che significa
manifestazione.

 

LEE WILEY - THE MAN I LOVE



 

Un’epifania è un momento
speciale in cui un qualsiasi
oggetto della vita comune,

una persona, un episodio
diventa "rivelatore"
del vero significato
della vita a chi
ne percepisce il valore
simbolico.

 

KATE HUDSON - CINEMA ITALIANO




 


Lo stream of consciousness
o flusso di coscienza
è espressione di  quell'area della mente umana che sta al di là della comunicazione e che non è controllata razionalmente né logicamente ordinata.
Applicato in ambito artistico permette di travalicare le consuete strutture sintattiche e arriva a toccare il fondo oscuro e inconfessato dell'animo umano. 

L’esempio più celebre e valido in ambito letterario è forse il monologo di Molly Bloom con cui si chiude l’Ulisse di James Joyce.
Lo scopo dell'artista in questo caso non è quello di insegnare ma di presentare la realtà in tutti i suoi aspetti nel modo più impersonale ed oggettivo possibile e di lasciare al lettore la possibilità di comprenderla attraverso la sua personale percezione.

 
 

IMMA-NU-EL

"Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele" (Isaia)
Emanuele in ebraico è Imma-nu-El letteralmente "con noi Dio".
Il 6 gennaio la Chiesa commemora l'Epifania del Signore, ossia quando il Messia si è rivelato al mondo: quando "Dio è con noi".

 

BILLIE HOLIDAY - MY MAN



 

ELLA FITZGERALD - I LOVE PARIS



 

 

JUDY GARLAND - HAVE YOURSELF A MERRY LITTLE CHRI



 

JEAN ARTHUR CARY GRANT - ONLY ANGELS HAVE WINGS



 
 

 
 

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