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« L'eterna cittàPora Napoli " Povera Napoli " »

Vecchia chiesetta abbandonata

Post n°33 pubblicato il 12 Ottobre 2014 da EnricoErSeccaccio
 

 

 

 

 

 

Tornare sui luoghi dove si è trascorsa l'infanzia, è un viaggio

nel passato. La macchina del tempo è il cervello e la voglia

di riverdere posti che trasudano ricordi belli, brutti, l'importante

è riviverli con il cuore e con la mente.

Vecchia chiesetta.

'Na stradetta malannata che s'avvia verso la

borgata, in fonno, je fa da panorama un

rudere, quasi 'na casetta, ma me la ricordo 

bene, era 'na chiesetta.

M'encammino piano, piano, mentre ricordi

cari me piijano pe' mano.

me fermo davanti all'arcata dove 'na vorta

c'era l'entrata, co' la mano sposto un ramo

de melograno e vedo 'na targhetta, co' la

scritta consumata dar tempo e dai peccati

innocenti de quarche regazzino che i sassi

j'ha tirato.

Quarche lettera è smozzicata, ma se legge

ancora, S. M. Addolorata. La sfioro co' le dita

ma la mano se ritira intimorita, sento er sono

de 'na campana? no, è l'immagginazzione, e

er core se gonfia d'emozzione.

Co' la mente ritorno alla giovinezza, me

rivedo  regazzetto, servivo messa da chirichetto.

Rivedo er primo amore, nato dietro ner cortile,

entro, la mano va all'acquasantiera, la ritiro

co' attaccata 'na ragnatela.

Me guardo attorno, povera chiesetta, er tempo

impietoso ogni angolo t'ha roso, 'na vorta eri

la casa der Signore, oggi ce vengheno li regazzi

pe' fa' l'amore. Eri piccola, ma quanno ce venivo

a pregà, me parevi 'na Cattedrale.

Ciavevi un organino che affascinava ogni

bambino, le sue note melodiose hanno

accompagnato molte spose.

Ora, il tuo tetto è er celo, e quanno se fa

sera, la vòlta allora decorata, oggi de stelle

è imbrillantata. Me rigiro e vado via,

mentre me pare de sentì le dorci note

dell'ave Maria

Enrico er Seccaccio 

 
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Un blog di: EnricoErSeccaccio
Data di creazione: 23/05/2014
 

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