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« ProtestaSperanza »

L'ultimo pensiero

Post n°44 pubblicato il 15 Novembre 2014 da EnricoErSeccaccio

 

 

 

 

 

Non cadete nella trappola della droga,

essa porta solo: emarginazione, dolore, 

solitudine e morte. La vita è una sola,

e per brutta che sia, vale la pena di

viverla pienamente.

L'urtimo penziero

Sto sotto ar ponte mentre er Tevere me

conta la vita. 'Sta vita che me sfugge fra

le dita ossute che ancora stringheno 'sta

siringa infame.

Ciò ancora un barlume de lucidità, guardo

er celo trapunto de stelle, so' così belle che

cerco de pijalle co' la mano, ma io dar celo

so' così lontano...

Su l'acqua de 'sto fiume appare la Luna, è

palida e argentata, e er penziero me và a

mamma che è sola e disperata.

Le lagrime me bagnano le guance oramai

scarne come quelle de 'n vecchio; nun piango

pe' me, ma pe mamma, che china sur tavolo

in cucina, m'aspetta arzata inzino la matina.

Me stringo ar petto er crocefisso che m'ha

regalato pe' la prima commugnone, e nella

testa risento 'na canzone.

E' mamma che canta, lo faceva sempre pe'

famme addormentà quanno stavo male, io

accucciato ner lettino, lei, tutta la notte me

stava vicino. Sento quella mano che m'accarezza,

'na pace m'entra drento ar core, mentre er suo,

è pieno de dolore. Gesù, aiutala! Io vado da

papà, mentre lei rimane sola.

No ma', nun me guardà! Nun vojo che me

ricordi co' 'sta faccia arovinata dalla droga;

vojo che me te ricordi come quanno ero

un fanello, e tu dicevi: fijo mio come sei bello.

S'arza er venticello nelle notte, me se schiarisce

pe' 'n'attimo er penziero, e tutto se fa nero,

anche le stelle sparischeno dar celo. 

M'accorgo che so' solo, e er Tevere score

portannose via tutti i sogni, amori,

amicizzie, pe' portalli nelle braccia della

sora morte. Un urlo m'esce dalla gola, e

cor crocefisso stretto nella mano, a mamma

mia bella chiedo perdono.

Enrico er Seccaccio

 

 
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Data di creazione: 23/05/2014
 

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