L'urlo della civetta

Paolo Schianchi e le sue macchine


Paolo Schianchi suona con mani e piedi grazie all'Octopus e una chitarra a 49 corde che ha creato. Per lui una carta verde che gli Stati Uniti di solito concedono ai Nobel Da studente ha lavorato in un prosciuttificio per comprarsi una chitarra a due manici (quella nel “santuario”), fatto il musicista di strada a Dublino e poi è volato in America dove ha insegnato già da giovanissimo ed è stato Artist in Residence nella St. Francis University prima di tornare per amore di Stefania (oggi sua moglie, ndr). “Pensavo che in Italia avrei potuto fare lo stesso diventando un musicista professionista. Forse ero ingenuo". Oggi insegna privatamente, tiene piccoli concerti, vive per mischiare le note e per “amore del suono perfetto”. La svolta della sua vita arriva nel 2007. "Allora lavoravo a teatro a della musica per il MacBeth. Dovevo mescolare i suoni di chitarre diverse, classica ed elettrica, ma mi sembrava brutto ogni volta appoggiarne una e ricominciare dall'altra. Nacque l'idea dell'Octopus". Aiutato "perfino da un ingegnere della Normale di Pisa" ha realizzato questo sistema elettro acustico, mix di chitarre diverse e amplificatori, dove grazie a una piattaforma con più chitarre e un’infinità di scatole e pulsanti (pesa più di 200 kg) può suonare con mani e piedi: "Ci sono 214 tasti da manovrare anche con alluce o tallone”. Quando si muove sull’Octopus sembra un ibrido fra uno sciamano, una rock star e un ballerino.