Creato da eric.trigance il 02/05/2008

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Seni nudi sui muri

Post n°3017 pubblicato il 04 Giugno 2018 da eric.trigance
 

A Pavia sono comparse sui muri del Liceo Foscolo e in altri del centro storico delle foto di seni nudi che hanno provocato reazioni tra le più disparate. Varie installazioni, di varia grandezza, che sono state praticamente subito rimosse. Non prima, però di aver varcato la soglia del web e di diventare virali.
L’iniziativa si deve a due studentesse milanesi (rimaste anonime) che vogliono far riflettere sulla censura dei seni esercitata in automatico sui social network, in particolare su Facebook e Instagram. Il progetto è partito dalle università di Milano e ha coinvolto altre città come Bologna. La tesi è di combattere la censura dei social ma anche la censura in senso più ampio, in ricerca di una maggiore libertà d’espressione.
Seni più chiari, più scuri, capezzoli di tutte le dimensioni: ecco cosa è stato stampato sui fogli quadrati 30 centimetri per 30 appiccicati sui muri della città pavese, non certo nota per campagne di questo tipo.
L’iniziativa si chiama #feelthenipple, che in italiano significa “senti il capezzolo”. I capezzoli in questione avevano iniziato a invadere le strade di Milano ai primi di Marzo. Prima tappa, porta Vittoria. Seconda, quartiere Isola. Solo che a Milano la faccenda è passata abbastanza inosservata. Le reazioni variano dal sorriso al disgusto, c’è chi pensa sia una trovata femminista senza senso, altri apprezzano il coraggio. Il profilo Instagram di riferimento, Matrice.22, è già stato rimosso tre volte, ovviamente per non aver aderito alle linee guida sulle immagini.
Le ragazze protagoniste della campagna spiegano: “Ci interessa attaccarli sui muri e non semplicemente pubblicare le foto su Instagram. Ne è stata dimostrazione il fatto che la gente si è messa a grattare via proprio solo il capezzolo dalle foto che abbiamo attaccato ai muri di Milano: allora non stiamo solo parlando di Instagram che ha un problema con i capezzoli, ma si tratta di un problema diffuso“.
L’amministratore del gruppo Facebook Sei di Pavia, Daniele Spairani, risponde così alla campagna: “Mi chiedo se era il caso di imbrattare tutti i muri della città con un messaggio che mi ricorda tanto le sterili battaglie delle femministe moderne“. Tra i commenti, si legge uno di una mamma – che scrive: “Ma affiggere un collage di tette sul muro di un asilo che senso avrebbe? Trattasi di arte nelle loro menti bacate e un po’ démodé? Dove sarebbe la provocazione? Mi fanno solo una gran pena!“.
Il messaggio è dunque arrivato a destinazione: l’argomento tabù è servito.

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Commenti al Post:
lucre611
lucre611 il 06/06/18 alle 18:09 via WEB
Eric nella Scuola dell'infanza non si mettono queste cose !
 
lucre611
lucre611 il 06/06/18 alle 18:09 via WEB
Terribili Eric !
 
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