Ora, io non me ne intendo di politica, sia subito detto. Ma un piccolo insidioso sospetto sta sorgendo in me negli ultimi giorni: che le elezioni del 13 aprile saranno qualcosa di pazzesco. Per il cittadino qualsiasi, il Mario Rossi che a 33 giorni dal voto non ha un vattelappesca di
nome da poter scrivere sulla scheda le perplessità sono più d’una. Il dubbio si pone, non tanto per la presenza tra i candidati delle liste civiche di Beppe Grillo, quelle ci possono pure stare: anche se fa i chissenefrega-DAY, o i mandiamolialavareigabinetti-DAY, lui è un mattatore, un trascinatore: sarebbe capace di venderti pure l’aria fritta in vasetti sigillati ermeticamente, troverebbe sempre qualcuno disposto a comprarla per poi raccomandare agli amici la bontà dell’affare.Ma ciò che più mi lascia attonita è
Valori e Futuro, improbabile movimento di Emanuele Filiberto di Savoia. Quale caspita di motivo avrebbero gli italiani di votar l’ex principe ce lo devono proprio spiegare. Forse per il glorioso esempio del buon Vittorio Emanuele, che manco fa in tempo a mettere piede in Italia che già viene indagato e carcerato per lo scandalo Vallettopoli? Oppure per la richiesta di risarcimento danni morali avanzata dalla reale famiglia, (non ancora del tutto soddisfatta della figura del padre, si vede) per il quale sono stati istituzionalmente “mandati a quel paese” dal Governo?Ero lì a cercare un buon motivo per apporre la fatidica crocetta, quando nella mia mente è affiorato un ricordo recente, che ha fugato tutte le mie titubanze, lasciandomi improvvisamente con sole certezze. Si tratta di una reclame di qualche anno fa, destinata a imprimersi in modo indelebile nella mia memoria. C’era lui, l’erede al trono, mentre sorseggiava un aperitivo in riva al mare. Me lo ricordo sul sottofondo di "Torna Surriento" che decantava con eleganza le doti di una celebre marca di conserve, come solo un vero re sa fare.Ora lo so, è poco ma sicuro: voterò per sua altezza serenissima dei carciofini.
