Esperienze d'Aborto

parlate con lui...


è passato tanto tempo. avevo 27 anni. non avevo un lavoro. lo conoscevo da 2 mesi. un amore folle, da pazzi, che una notte ci aveva fatto dimenticare ogni precauzione. avevo anche preso la pillola del giorno dopo. non aveva funzionato evidentemente.mi sono accorta tardi di essere incinta. ho abortito quasi al terzo mese. inizialmente pensavo di tenerlo, poi ho avuto paura. paura di non poterlo crescere bene, di che vita avrebbe avuto in un paese che complica la vita alle mamme (e disoccupate e nel sud italia) in ogni modo, e che stesse male lui, e io. ho abortito per paura, e credo lo facciano in tante. è impossibile ragionare col senno del poi e dire "forse se l'avessi tenuto...", perchè un bambino è una rivoluzione nella tua vita.ascoltando la razionalità sono andata contro il mio cuore, e sapevo che avrei sofferto. ma non sapevo che avrei sofferto così tanto. così tanto che non ho il coraggio di raccontarlo.ma anche ora, anzi, ora più di prima, so che ho fatto la scelta più giusta. ossia, la meno peggio. perchè è questo in fondo: scegliere, e in fretta, per il meno peggio.non ho ancora figli, non ho un compagno. faccio sempre ancora lavori saltuari. vedo i bambini e li mangio con gli occhi, sono meravigliosi i bambini. ma i bambini crescono, e i figli sono da accudire finchè non diventano in tutto autonomi. non ce l'avrei mai fatta, lo so. preferisco portare il peso di questa vita difficile da sola, e non doverla condividere con un innocente.quando ancora ero indecisa tra il sì e il no, una mattina mi sono svegliata con una frase stampata in testa: anzitutto bisogna pensare a chi già vive. sì, dovevo pensare anche a me. e non è egoismo, è ruvida e amara comprensione della realtà.io non mi sono mai pentita dell'aborto. ma di un'altra cosa sì: nel momento della scelta mi è sembrato che dovessi liberare il mio compagno dal peso della responsabilità nella decisione, a modo mio lo volevo aiutare. quasi non ho parlato con lui, gli ho comunicato la mia decisione. prima la mia decisione di tenerlo, poi quella di abortire. lui non ha capito, poi ci siamo mollati subito dopo e non gli ho mai potuto spiegare, e ho saputo che non me l'ha mai perdonato.è vero, era anche suo figlio. anche lui indeciso, anche lui più propenso per l'aborto. questo me l'aveva detto in poche frasi. ma non siamo mai stati capaci di parlarne davvero. io so che la decisione ultima spetta alla donna. e che io pensavo di essere nel giusto nel volerlo togliere dall'imbarazzo di scegliere. ma lui l'ha vissuto come un non tenerlo assolutamente in conto come padre...lo so, lo vedo adesso che gli ho fatto del male, e sono sicura che ora non rifarei mai un errore simile, ma la pressione psicologica era forte, i tempi stretti. mi dispiace tantissimo.questo vorrei dire alle ragazze davanti a una scelta così dolorosa: parlatene con lui. anche se vi sembra bloccato, assente, sfuggente, provate a parlargli. agli uomini delle volte gli si blocca in gola, sembrano mettersi da parte. ma loro ne sono i padri.