Esperienze d'Aborto

se questa è una donna


Se questa è una donna.Ho incontrato l’amore o meglio quello che credevo fosse amore, quasi per caso, in una calda  estate. Io mi sono sentita lusingata per il suo interesse ed ho deciso di rispondere in maniera positiva al suo corteggiamento. Dopo un anno circa, abbiamo fatto l’amore e per me quel momento  si è riempito di magia. Lui era tutto il mio mondo,  io non esistevo  perché lui viveva dentro di me, qualsiasi cosa facessi pensavo prima a lui e poi a me. Questo meccanismo perverso si ripeteva  anche nella scelta di un capo d’abbigliamento  e nell’acquistarlo m’interrogavo :”  questa gonna piacerà a Lorenzo”? Sono stata sopraffatta da quest’uomo, niente era importante  se non lui ed i nostri appuntamenti . Iniziai  l’università ed io andai a vivere in un’altra città ma la nostra relazione stranamente si rafforzò, ci vedevamo  i giorni in cui andavo a trovare i miei genitori. Tutto appariva bello, io non chiedevo niente e lui prendeva  tutto di me. Poi, il giorno dopo aver sostenuto un esame importante siamo riusciti a vederci  ed i nostri corpi s’incontrano in un turbinio di emozioni. Il mese successivo il ciclo non arriva ma aspetto e penso ad un ritardo, poi chiamo Lorenzo e gli esterno i miei dubbi. Lui  preoccupatissimo mi chiama   ed insieme acquistiamo un test  di gravidanza. Dopo qualche ora  appresi di essere incinta   ed in quel momento, anche se la cosa poteva apparire folle, sentii dentro di me una strana felicità mi sembrava quasi di toccare il cielo con un dito. Poi guardai il suo volto e  tremai dalla paura  aveva il viso trasfigurato dalla rabbia e sibilò  trai denti :” questo bambino non possiamo tenerlo, adesso ci penso io , vado da un mio amico medico e ti faccio fare il certificato per l’aborto, tu non andare in nessun consultorio” . Io rabbrividisco a quelle parole ma non ho la forza di oppormi.. adesso ho paura  ed è passato del tempo dall’ultimo ciclo, che ne sarà di me e del  bambino? Mi senti avvolta dentro una nuvola, non capivo più cosa stava accadendo, andai via con il gelo in gola. Mi telefonò dopo circa tre giorni  e i ci incontrammo  per pochi minuti,   lui mi mise  tra le mani un numero di telefono;”  Chiama e fissa l’appuntamento, parla con il tal dottore vedrai avrà riguardo di te”. Io,  mi recai nella città da lui indicata  e nella struttura sono stata sottoposta a degli esami di routine  però mi dissero di di tornare il giorno seguente per  effettuare l’eco e la visita ostetrico-ginecologica .Il giorno dopo la  dottoressa mi chiese” vuol vedere il bambino?” Io risposi “di no ’”  anche se  avrei desiderato vederlo. Ero  sola,  avevo  freddo, la mia anima si stava  spezzando riducendosi in mille frantumi Eppure .nessuno  si accorgeva della mia disperazione. Il  Tragico giorno arrivò velocemente e mi chiesero  che tipo di anestesia volessi se parziale o totale  ed io candidamente risposi” voglio restare sveglia”. Dissero che devo essere l’ultima , arrivò il mio turno ed io   sentii un male incredibile, l’infermiera mi tenne  la mano anche se  io sarei voluta scappare  ma era è troppo tardi per dire qualcosa. Il mio bambino, Francesco,  stava per essere annientato ed io e solo io sarei stata   la sua assassina. Ad un certo punto  l’infermiera  esclamò che era tutto finito  e che dovevo stare tranquilla . Dentro di me  avvertii , una grande tristezza  e mi chiesi  come facevo  a stare bene  se il  mio bambino non c’era più …. Sentivo che una parte di me stava morendo e sarebbe andata con lui. I giorni seguenti  furono duri, vissuti da sola con la disperazione che attanagliava il mio corpo e la mia mente. Non potevo urlare e non potevo piangere era tutta colpa mia se Francesco non c’era più. Ho avuto disprezzo verso di me, provavo ondate di nausea a vedermi allo specchio. Sono andata avanti così per mesi anzi anni. Facevo la buffona e mi ubriacavo per non pensare, poi esistevano dei brevi momenti di tregua in cui cercavo di stare un po’ meglio   ma non duravano più di tanto.  Ho avuto crisi di autolesionismo con graffi e ferite inferte  su di me,  la bulimia anoressia si alternavano con un ritmo spaventoso. Le  relazioni sociali  erano disastrose, mi  sentivo sporca  e credevo di non meritare niente dagli altri neppure un po’ di calore umano. La mia vita stava crollando anche se non  m’ importava; nella mia testa non c’erano pensieri tutto era sottosopra e regnava il caos completo.