Il Fornaio

Mutter Von Mir


La piccola città di Vezza sorge alla confluenza di due torrenti che dalle Alpi Apuane scendono in due profonde vallate. Turbolenti, come se ricordassero ancora la loro sorgente alpina, i due corsi d'acqua riuniti attraversano tutta la città, e il silenzio a Vezza è il sussurrare continuo di acque correnti. Poi, poco a poco il fiumiciattolo muta carattere; la valle si allarga e, lasciati indietro i monti, le acque, ora placide come un canale olandese, scorrono lentamente attraverso i prati della pianura costiera fino a mescolarsi con quelle del Mediterraneo. Un promontorio ardito si leva come un cuneo tra le due valli e domina Vezza. Quasi sulla cima della collina, circondata da lecci e alti cipressi che sorgono neri dagli olivi vaporosi, c'è una grande casa. Una facciata solenne e regolare, con una fila di venti finestre, guarda sulla città al di sopra degli olivi e dei cipressi disposti a terrazze. Dietro e sopra la facciata si vedono masse irregolari di costruzioni che scalano il pendio, e il tutto è dominato da una torre alta e sottile che s'allarga in cima nelle caditoie a strapiombo alla maniera di torri italiane. È il palazzo estivo dei Cybo Malaspina, un tempo principi di Massa Carrara, duchi di Vezza e marchesi, conti e baroni di vari altri paesi delle immediate vicinanze. (Aldous Huxley/Foglie Secche)   Orchidee di primaveraprese e abbandonate tra le nuvole(Iida Dakotsu)   le porte della percezione erano apertequalcuno vi trascorreva il weekendaltri prendevano i bagaglie si trasferivanoper sempre sulla sogliaincerti se entrareo limitarsi a guardare