Il Fornaio

Un pensiero


Era una cosa che gli frullava in testa da qualche giorno. Intendo dire: quella certaconsapevolezza di stare migliorando giorno dopo giorno, ma, in fin dei conti, di non migliorare mai. Lui, grande scrittore, trovava che ogni anno che passavalo scopriva più sicuro dei suoi mezzi, più sagace, più preciso, più dotto, più fluido, forte e scabro nell'esposizione, preciso sintatticamente ed efficace nella forma, ma questo non toglieva di mezzo il dubbio fondamentale :"Se miglioro giorno dopo giorno significa che non sarò completo nemmeno nel giorno della mia Morte. " è un'inutile rincorsa e non si raggiungerà mai la perfezione. Vi si potrà aspirare, avvicinare, ma mai ci potrà confidare, fortificati, di avere, percosì dire, completato un percorso. Un giorno dopo sarai sempre più bravorispetto al giorno precedente, ma il giorno successivo a quello dopo sarai ancora più brillante. E così via. Lamzley distolse la sua immagine dallo specchio e sentì sbadigliare Lidia nel loro letto. Anche in amore valeva la stessa regola: passi avanti, coscienza del proprio essere perfezionato,lunghi esercizi di preparazione alla vita, ma qualcosa di impercettibile restava sempre fuori, e sarebbe stata questione di giorni, mesi, anniseguenti. Se ve ne fossero rimasti. E Lidia, per quanto si affannasse,non arrivava mai a coincidere con la sua maturità. Raggiungeva, e avrebbe sempre raggiunto, una maturità in tempi differenti. Non si sarebbero mai veramente incrociati nella perfezione. Posò il rasoio etornò di là sorridente come faceva d'abitudine, ma un gran gelo gli era sceso nelle ossa. La sua ragazza, che s'accorgeva di queste cose, gli chiese cosa c'era che non andava. Lamzley raddoppiò la dose di sorrisie gli disse di stare tranquilla e di prepararsi, che sarebbero andati a fare un bel giro per Taormina, fino al teatro greco. Che si sarebbero distrattipiacevolmente. Lei rimaneva dubbiosa e non s'alzava dal letto. Allora Lui le strappò le coperte di dosso e prese a imprecare diventando rosso in viso. Il tappo gli era saltato e Le urlò di vestirsi, che aveva voglia di uscire, non di stare a sfregarsi in un letto. Lei obbedì senza aggiungere una parola ma si percepiva che era seccata e sconvolta. E Lui aveva perso il controllo. Si alzò dal materasso in mutande e andò alla finestratirando le tende: non esisteva purezza, non si sarebbe mai usciti dalla catena delle nascite e rinascite, il buddismo era una chiavica, così come il cristianesimo. L'unica cosa che sapeva per certa era come fossero condannati a perfezionarsi, a mettere da parte l'"Esperienza" per trovarsi poi con la Morte che tagliava il filo e Li faceva rotolare lungo il fossato, sino a laggiù, dove giacevano cataste di cadaveri pronti per essere bruciati e dispersi nel vento. Il segreto dell'Esistenza era che finiva bruscamente e non ci dava mai il tempo di dirci veramente soddisfatti o realizzati. Qualcosa, si ripeté, rimane sempre fuori,e morire anche con un solo piccolo rimpianto è la cosa peggiore che possa accadere. Morire, per poi ricominciare a far rotolare il masso sino alla vetta come Sisifo caparbio. "Lamzley!" Sentì la voce seccatadi Lidia e prese a vestirsi meccanicamente. Dalle finestre penetrava un fetido odore di abitudine e compromesso sotto forma delle voci delle persone, giù in strada. (produzione propria)They say i'm mental but i'm just confusedThey say i'm mental but i've been abusedThey say i'm mental 'cause i'm not amused by it all