Post n°215 pubblicato il 14 Settembre 2016 da fenormone0
"Tu stai bene, Deborah!" diceva. "Peccato solo che tu non abbia lasciato dietro di te nessun figlio, tocca a me dire la preghiera dei morti, ma presto morirò e nessuno ci piangerà. Come due piccoli granelli di polvere siamo stati soffiati via. Come due piccole scintille ci siamo spenti. Ho generato dei figli, il tuo grembo li ha partoriti, la morte li ha presi. Piena di travaglio e senza senso è stata la tua vita. Nella giovinezza ho goduto della tua carne, più tardi l'ho sdegnata. Forse è stato questo il nostro peccato. Perché non c'era in noi il calore dell'amore, ma fra noi il gelo dell'abitudine, tutto è morto intorno a noi, tutto è intristito e si è rovinato. Tu stai bene, Deborah. Il Signore ha avuto compassione di te. Tu sei una morta e sei sepolta. Di me non ha compassione. Perché Io sono un morto e vivo ancora. è il Signore, Lui sa quello che fa. Se puoi, prega per me, perché Io sia cancellato dal libro dei vivi." (Joseph Roth - Giobbe, pag.140-1)
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Post n°214 pubblicato il 27 Luglio 2016 da fenormone0
Noi non teniamo - diceva - a opere di lungo respiro, a esseri fatti per vivere a lungo. Le nostre creature non saranno eroi di romanzi in più volumi. La loro parte sarà breve, lapidaria, i loro caratteri a una dimensione. Spesso, per un solo gesto, per una sola parola, ci prenderemo la briga di chiamarli alla vita un unico istante. Lo riconosciamo apertamente: non insisteremo né sulla durata, né sulla solidità dell'esecuzione, le nostre creazioni saranno quanto mai provvisorie, fatte per servire una volta soltanto. Se saranno esseri umani, daremo loro, per esempio, solo una metà del viso, una sola mano, una gamba, quella cioè di cui avranno bisogno nella loro parte. Sarebbe una pedanteria preoccuparsi della seconda gamba che non rientra nel giuoco. Dal di dietro potrebbero essere semplicemente cuciti con una tela, oppure imbiancati. Riporremo le nostre ambizioni in questo fiero motto: un attore per ogni gesto. Per ogni parola, per ogni azione, chiameremo alla vita un uomo diverso. Così piace a noi, e a piacer nostro sarà il mondo. |
Post n°213 pubblicato il 05 Luglio 2016 da fenormone0
Mazzi era a casa finalmente dopo una giornata di programmatore per la EQ Top Solutions. Era carico come una molla seppure stremato e si accomodò in poltrona ancora tutto vestito servendo a sé stesso un doppio whisky con coca-cola, Greta era ancora in palestra e Bobby era nella sua stanza con quella dannata batteria. Lo sentiva provare e riprovare gli intro a tutta la merda metal sulla quale stava puntato al momento. Slayer, Cradle of Filth, RATM, System of a Down e chissà cos'altro....Il picchiare gli faceva andare su e giù il cocktail robusto che gli stava di fronte, sul tavolino; già i vicini si erano rotti le palle e lo avevano affrontato chiedendogli di insonorizzare la stanza o di comperargli una chitarra acustica. Mazzi sorrise stancamente: l'idea di acquistare un set della Pearl per il suo compleanno era stata di Greta, Lei amava quel genere di schifezze e le piaceva pompare, fosse stato per Lui gli avrebbe comprato un mixer e un campionatore, era cresciuto con la musica elettronica e a quindici anni non mancava un rave dalle sue parti. Invece quel figlio degenere sbatteva fuori vecchie fregnacce alla Led Zeppelin e Deep Purple, nemmeno si fosse ancora nei Settanta. Portava i capelli lunghi e le braghe larghe, baggy e informi e già stava insistendo per il primo tatuaggio. Gli diceva, papà Tu hai i bicipiti pieni perché Ti scazza se anch'Io mi faccio un tattoo. Mazzi rispondeva con calma: Io le prime incisioni me le sono fatte a 19 anni, Tu ne hai 15 ed è bene che aspetti e ci pensi su. Il rumore stava diventando insopportabile: cimbali, charleston, piatti, rullante, grancassa. Alla fine decise di farsi un altro coca e whisky dopo avere ingollato il primo a rapidità straordinaria. Poi con il bicchiere ancora in mano si era diretto verso la stanza di Bobby, da cui pulsava l'inferno. Nel tragitto aveva raccolto la mazza da baseball del ragazzo che stava abbandonata ai piedi del divano. Si chiedeva dove stesse sbagliando, e chissà, forse l'errore era stato proprio di farlo quel figlio: sedici anni Lui, sedici anni Greta, un cazzo di incidente di percorso. Ormoni in libera uscita. Adesso, a 31 anni, Mazzi era pieno di merda, con un lavoro stabile che detestava, la camicia bianca, il cravattino, il taglio a spazzola, una moglie che non trombava da un mese e QUEL figlio. Bussò alla porta ma tanto valeva abbatterla a spallate, poi a sorpresa il frastuono cessò e Bobby venne alla porta girando la chiave. Ciao vecchio gli disse. Perché non la pianti con il casino? Il tuo vecchio ha avuto una giornata impegnativa, ha bisogno di incollare un po' i pensieri. Bobby gli rispose che anche Lui aveva avuto una giornata del cazzo a scuola e che quello era il suo unico modo di sfogarsi, prendere o lasciare. Mazzi disse che preferiva prendere e si diresse verso la batteria: il primo colpo fu per i piatti che volarono a terra in un bordello di echi, poi prese a sfasciare metodicamente tutto il set, sfondò la grancassa a calci, fece volare uno dei rullanti dalla finestra spalancata, e con la mazza da baseball frantumò, in un crescendo spasmodico, seggiolino, charleston, tom tom, crash, ride e timpani. Quando ebbe terminato, dopo un intenso quarto d'ora, Bobby stava fumandosi una canna con aria indifferente mentre polizia, vicini e quant'altro salivano rapidamente le scale e tempestavano di pugni e scampanellate il suo appartamento. Mazzi, prima di aprire, con calma, si fece un altro whisky-cola. (Produzione propria. 02/02/2015) Abbassa il volume |
Post n°211 pubblicato il 09 Giugno 2016 da fenormone0
Tempo fa ero un uomo forte Ora sono cosi debole Ma mai nella mia dolce e breve vita Mi sono sentito cosi Il tuo cuore è come un diamante Lanci le perle ai porci E mentre ti guardo abbandonarmi Scombussoli la mia pace mentale Il nostro amore era come il mare che si abbatte su uno scoglio Il nostro amore è come la nostra musica E qui e, subito, è andato Allora portami all'aeroporto e fammi prendere un aereo Non ho alcuna speranza di passare di qui di nuovo (The Rolling Stones) |
Post n°210 pubblicato il 27 Maggio 2016 da fenormone0
Ci sono due disgrazie al mondo: quella della passione contrastata e quella del vuoto assoluto. Con l'amore, sento che esiste a due passi da me una felicità immensa e al di là di tutti i miei desideri, che non dipende che da una parola, da un sorriso. Senza passione come Schiassetti, nei giorni tristi, non vedo la felicità da nessuna parte, arrivo a dubitare che essa esista per me, cado nello spleen. Bisognerebbe essere senza passioni forti e avere solo un po' di curiosità o di vanità. (Stendhal) Il dolore è un'interfaccia del desiderio.
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