I am the captain...

[ Isolation ]

Come mi accade spesso, quando la mia vita non prende la direzione che vorrei, io mi rifugio nei telefilm. I periodi in cui divoro serie su serie mi mettono sempre in allarme. E questo è uno di quelli.

Non è difficile capire cosa non va. Non sto nemmeno a farvi l'elenco, perché non avrebbe senso. Faccio prima a scrivere ciò che mi piace. Come il fatto di abitare da sola (anche se rischio di non potermelo più permettere, se non trovo in fretta una fonte di guadagno sufficiente a coprire affitto e spese).
Chi mi conosce lo sa, sono una tipa solitaria. Ho bisogno dei miei spazi, dei miei tempi. Adoro sistemare le mie cose, a modo mio. E raramente mi annoio, in compagnia solo di me stessa. Anche perché difficilmente sono davvero sola. Musica, libri, film e telefilm sono degli ottimi compagni.
Non fraintendetemi, non ho detto che detesto la compagnia di altri esseri umani, anzi. Solo che è meglio, per me, averla a piccole dosi. Se passo troppo tempo con un'altra persona finisco per sentirmi a disagio. Dopo un po' non so più cosa fare, o cosa dire.
La maggior parte dei miei amici non capisce questa mia esigenza di solitudine. Pensano che sia la dimostrazione dello scarso interesse che ho nei loro confronti. La realtà è che, invece, utilizzo i periodi di "allontamento" proprio per evitare il disagio.
Tra l'altro, questa è la ragione per cui trovo davvero molto difficile stringere un rapporto di amicizia con un collega di lavoro. Vedere qualcuno tutti i giorni, durante il giorno, e poi magari uscire anche insieme la sera per una birra o una cena, è davvero troppo per me.

Quando ero piccola abitavo in collina, distante dalle scuole che frequentavo e dalle abitazioni della maggior parte dei miei compagni di classe. Passavano solo due autobus al giorno, uno la mattina presto, per andare a scuola, e uno dopo pranzo, per il rientro. Stop. Per uscire dovevo farmi accompagnare. E così mi sono abituata ai pomeriggi e le sere in casa, o in compagnia solo dei vicini. Elementari, medie, liceo... Il primo anno di università mi sono trasferita a Bologna proprio per cercare di non ridurmi a starmene sempre da sola. Ma non ci sono riuscita. Anzi, ho scoperto quanto è piacevole abitare in una casa tutta per me, senza i genitori o i coinquilini a romperti le scatole.

Ogni tanto ci provo ancora a rendermi un po' meno, come dire, isolata...ma dopo poco sento l'esigenza di fuggire, di rinchiudermi nel mio castello, tra le mie cose.
Ormai ho accettato il fatto di essere così. Quello che non so è se gli altri riusciranno mai a capire e accettare questa mia esigenza.

.Es.

[ Il titolo mettetecelo voi ]

La verità è che non sono sincera nemmeno con me stessa. Figuriamoci.
Sono diventata un'esperta mondiale nell'arte della dissimulazione. Come un tempo lo ero per le menzogne. Certo, se poi il processo sarà lo stesso, tra qualche anno mi ritroverò a non saper dire nemmeno una bugia e al contempo a non saper nemmeno nascondere le mie emozioni. Il che sarà un disastro. Alla faccia del libro aperto.
Ironicamente, la maggior parte delle persone che mi conoscono pensano che sono perfettamente in grado di dire bugie, ma allo stesso tempo pensano di capire esattamente come sto. Ve l'ho detto che sono brava a dissimulare. Fin troppo. A volte riesco ad ingannare anche me stessa.

Comunque. Tralasciamo questi miei pensieri delle 16:00, poco adatti all'ora della merenda. Sono più da notte insonne, in realtà. Magari li riprenderò stanotte, se non trovo nulla di meglio da fare.
Volevo solo aggiornarvi un po'. A molti di voi non interessa, la maggior parte non mi conosce, ma so che tra i miei (probabilmente scarsi) lettori c'è anche chi non ha notizie di me da un po'. Così vi risparmio la fatica del passaparola. O, al contrario, vi do qualche argomento di discussione in più.

Pensavo di perdere il lavoro. Anche se in realtà non l'ho mai pensato davvero. Cioè, il rischio c'era, ovviamente, visti i miei scarsi risultati delle ultime 3 settimane. Ma so leggere le persone, e ultimamente lo faccio spesso, visto che mi manca il tempo di leggere i libri. E il mio "capo" non mi ha mai dato motivo di preoccuparmi davvero. Anzi. Ancora non capisco cosa ha visto in me, da renderlo tanto ostinato nei miei confronti. Io, al suo posto, probabilmente mi sarei cacciata già da molto tempo. Ma lui no. Lui è convinto che valgo molto più di quello che in realtà sto producendo da quando faccio questo lavoro. Chissà da dove gli è venuta questa convinzione.

Volevo raccontarvi un sacco di altre cose, ma nel frattempo ho ricevuto una telefonata che mi ha fatto perdere un po' l'ispirazione. E il corriere che aspetto da più di una settimana (e per colpa del quale oggi me ne sono rimasta rintanata in casa) ha mandato un sms dicendo di essere passato e di non avermi trovata, quando in realtà io non ho sentito nessun citofono suonare. Non sono nemmeno andata in bagno in queste ultime ore! E comunque ho un appartamento di 45mq, mica una reggia. Se suonasse il citofono, lo sentirei ovunque.
Insomma, non fidatevi troppo delle spedizioni SDA. Piccolo consiglio.
Ora li chiamo. Mi arrabbierò con un operatore innocente, sottopagato e che tutto vorrebbe fare tranne che lavorare in un call-center. Lo so. Però su qualcuno dovrò pur sfogarmi. O no?

A presto.

.Es.

[ Vivo da aliena nel mio mondo ]

Ed ecco l'ennesima dimostrazione del fatto che spesso non riesco a fare ciò che dico.
Avevo promesso di tornare presto, e invece è passato più di un mese.
Un sacco di volte ho aperto questa pagina, cercando le parole da scrivere, ma ogni volta la mia mente era troppo stanca anche solo per pensare qualcosa di decente da dirvi.

Giugno mi è volato via tra le mani. Lavorativamente parlando, è stato un mezzo disastro. Emotivamente parlando, bè, più o meno la stessa cosa.
Alienata è l'aggettivo che più mi si addice in questo periodo.
Sono perennemente a contatto con esseri umani, eppure mi sento costantemente sola.
In ufficio siamo divisi in squadre. Io gioco da sola.
Non esco con i miei amici da non so più quanto tempo. E l'unica volta che mi hanno invitata era l'unica volta che non potevo proprio permettermi un'uscita del genere (serata-devasto al mare), anche se in realtà era proprio ciò di cui avevo più bisogno.

Insomma, gira e rigira, alla fine mi ritrovo sempre allo stesso punto. Cambia lo scenario, ma tutto il resto sono una lista infinita di déjà-vu, dei quali farei volentieri a meno.

In tutto questo, sto cercando di capire qual è il mio posto nel mondo. E la ricerca si sta rivelando più complicata del previsto. Al momento ho solo scartato un sacco di opzioni. So cosa NON voglio fare, ma non ho la più pallida idea di cosa, invece, mi piacerebbe fare. Ogni volta che penso di averlo capito e mi muovo in quella direzione, poi accade qualcosa che mi fa cambiare idea e rivedere l'intero piano.

Intanto, giusto per alienarmi ancora un po', domani i miei colleghi di lavoro vanno tutti quanti a Mirabilandia. Io no. Io resterò qua, a riordinare un po' questa casa che, come la mia vita, non ne vuole sapere di restare in ordine. Poi non lo so. Proverò a sistemare anche la mia testa.

Forse ho solo bisogno di una vacanza. Una settimana tutta per me, ad ascoltare il mare...

.Es.